Le grandi cose fatte in noi e che non vediamo… (di P. Alviti)

Maria 'magnifica' il Signore. E noi perché dovremmo farlo? Cosa ci ha dato? Tante cose che spesso dimentichiamo di guardare

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.

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Maria magnifica il Signore perché ha fatto in lei cose grandi. Mi sono chiesto quali cose grandi ha fatto il Signore in me? In cosa dovrei magnificarlo? Non sono ricco, non sono una celebrità, non ho vinto premi, non ho fatto una gran carriera

Ho provato a pensare e, invece, ne è venuto fuori un elenco lunghissimo: sono vivo, esisto senza che ci sia alcun merito mio in questo. Ho avuto una famiglia accogliente, la mia vita è stata salvata da piccolo dai consigli di medici intelligenti, ho avuto un’educazione religiosa, mi è stato insegnato ad aver rispetto degli altri, a non prevaricare le persone, a non essere violento.

La mia vita sarebbe potuta essere completamente differente. Però queste grandi cose, costitutive dell’essere stesso dell’uomo, spesso le dimentico, travolto, come tutti, dalle spine del presente che sembrano essere molto più importanti di ciò che invece abbiamo ricevuto gratuitamente.

E ancora ho pensato: ho avuto bravi maestri che hanno lasciato il segno, tanto che ne ricordo ancora le lezioni; e poi gli amici, che dono straordinario! Avrei potuto conoscere persone che potevano indirizzarmi sulla via del crimine, dell’imbroglio, dello spreco. Che dono, se ci penso, che dono!

Ho avuto anche occasioni che non ho saputo cogliere, ma chissà, forse è stato bene che non l’abbia colte. Ho avuto il dono di mia moglie. Come non magnificare Dio per un regalo così?

Ho avuto, come tutti, l’esperienza del dolore, della sofferenza per le malattie dei miei genitori e quella di mio figlio: ma anche in questo caso ho avuto il dono di capire che, pur nella drammaticità delle esperienze umane, quelle situazioni possono insegnarti qualcosa, puoi diventare migliore se non ti abbandoni alla disperazione e soprattutto al rancore.

Quante cose ho imparato dalla sofferenza di mio figlio. Quante volte ho pensato alle parole della conduttrice delle Iene sulla sua malattia: io ho fatto quell’esperienza, devastante, tragica, capace di esaurire la scorta delle lacrime ma in grado di insegnarti cosa sia davvero vivere, a comprendere tutte le situazioni che magari prima ti potevano sembrare poca cosa.

Ho potuto conoscere mio figlio di più in quei nove mesi trascorsi al Regina Elena che nei 21 anni precedenti.

E come non magnificare Dio per l’esperienza della scuola in cui continuo ad essere padre, pur non avendo più figli naturali, e quella dell’Azione Cattolica, capace di formarmi, di farmi capire tante cose che altrimenti non avrei mai compreso. 

E poi i tanti amici che mi circondano, gli affetti, le risate, anche gli scontri. E da quante persone continuo ad imparare, a capire meglio: il papa e i suoi predecessori, filosofi, teologi, giornalisti… E ancora la bellezza dell’epoca che sto vivendo con tutte le sue meraviglie tecnologiche anche se con le tante contraddizioni che ognuno di noi dovrebbe aiutare ad appianare: quante informazioni posso avere oggi da tutti i paesi del mondo.

Vivo in un piccolo paese del Lazio meridionale ma mi sento davvero cittadino di un pianeta…

Se  tenessi alla mente tutto questo e quant’altro ancora, senza fine dovrei ripetere: grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente.