L’errore di non avere uno di Frosinone alla Provincia

Il Comune di Frosinone non intende restare ai margini delle decisioni che prenderà la Provincia. Ma ha commesso un errore di valutazione: sia la maggioranza che l'opposizione. Ed oggi questo costringe il sindaco ed il deputato del capoluogo a portare le istanze della città a Piazza Gramsci.

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

La foto di qualche giorno fa dell’onorevole Nicola Ottaviani insieme al  sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli nell’aula del Consiglio Provinciale di Frosinone è la rappresentazione plastica di come l’amministrazione comunale del Capoluogo non intenda restare ai margini delle strategie politiche che verranno compiute in Provincia, nei prossimi mesi.

Gli scenari cambieranno in maniera decisiva sulla base dei risultati delle elezioni Regionali del 12 e 13 febbraio. Saranno loro a delineare in maniera chiara ed inequivocabile i nuovi assetti, i riferimenti ed i pesi dei Partiti sul territorio.

Senza uno di Frosinone alla Provincia

Il nuovo Consiglio Provinciale

Quello che risulta paradossale però è che le istanze di Frosinone in Consiglio provinciale debbano portarle direttamente il sindaco ed il parlamentare del Capoluogo. E non uno o più amministratori di Frosinone eletti in Provincia.

Infatti, nelle elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale del 18 dicembre 2021 nessun rappresentante di Frosinone è stato eletto alla Provincia.

I candidati di Frosinone erano Sergio Crescenzi e Domenico Fagiolo (nella lista di FdI). Thaira Mangiapelo (nella lista della Lega). Igino Guglielmi (Polo Civico – Nuova realtà). Nessuno di loro è stato eletto in Consiglio provinciale.

È pur vero che a giugno 2022 si è votato a Frosinone per il rinnovo dell’amministrazione Comunale e quindi c’era una particolare incertezza su quale consigliere uscente sarebbe stato riconfermato anche nella nuova consiliatura.

Qui bisogna aprire una parentesi e spiegare due elementi fondamentali che non tutti sono tenuti a sapere. Il primo: con la riforma Delrio per stare in Provincia bisogna necessariamente essere anche o consigliere comunale o sindaco in carica. Infatti la settimana scorsa hanno perso il diritto di stare in Provincia i consiglieri Luca Zaccari ed Alessandro Rea. L’hanno perso in quanto decaduti dalla carica di Consigliere comunale a seguito delle dimissioni del sindaco di Ferentino Antonio Pompeo per candidarsi alla Regione.

Il secondo elemento fondamentale. Se il proprio Comune va invece al voto per la naturale scadenza è prassi attendere il risultato delle elezioni: se il consigliere Provinciale viene rieletto al Comune non decade ma rimane al suo posto in Provincia. È il caso di Luigi Vacana nel 2019. Mentre era consigliere Provinciale il suo Comune di Gallinaro andò al voto per la naturale scadenza e lo rielesse; Vacana rimase in Provincia. Accadrà tra poco con Gianluca Quadrini che in primavera andrà al voto con il Comune di Arpino. È accaduto al vice presidente Andrea Amata che però non venne rieletto. E solo dopo la tornata elettorale si prese atto del venire meno dei requisiti.

L’errore politico di Frosinone

Il 18 dicembre 2021 se Frosinone avesse eletto uno o più consiglieri Provinciali, sarebbero rimasti in carica anche dopo le Comunali di giugno 2022 a patto che venissero rieletti. L’errore politico di Frosinone è stato non avere puntato su uno o due candidature sicure da eleggere in Provincia a dicembre 2021 e poi rieleggere al Comune a giugno . Da parte di tutti i Partiti, di destra e di sinistra.

Non era certamente difficile: sia per la maggioranza che per l’opposizione, far convergere i pesantissimi voti ponderati di Frosinone su una candidatura di un Consigliere del Capoluogo. In modo da eleggerlo con certezza in Consiglio provinciale. Si è preferito convergere e premiare altri Consiglieri di altri Comuni.

Ed ora questa scelta pesa, su Frosinone e per Frosinone.

Un ruolo importante in Provincia

Stefanelli e Di Stefano

Per quanto la Provincia risulti ancora un ente di secondo livello, è altrettanto vero che i Partiti, a livello nazionale, stanno pensando a come restituire a questi enti nuova dignità politica. Anche reintroducendo l’elezione diretta, come era un tempo. In attesa della riforma bis, l’ente di Piazza Gramsci ed il suo presidente Luca di Stefano continueranno a recitare un ruolo importante sul territorio. In particolare, per quanto riguarda le politiche di sviluppo, anche in sinergia con la provincia di Latina. Proprio in virtù di un rinnovato dialogo tra i due Presidenti. (Leggi qui: Se le Province fanno il patto, il Comune non può restare fuori).

Proprio ieri il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, ospite dell’evento organizzato dalla Camera di Commercio di Latina-Frosinone ha parlato del gap infrastrutturale che grava da anni sul sud del Lazio. Ed in particolare ha posto l’accento sulla necessità di potenziare le vie di collegamento tra le province di Frosinone e Latina. Giudicandolo uno dei fattori abilitanti per lo sviluppo dei territori e delle imprese. (Leggi qui: Salvini: “Torno presto per aprire i cantieri della Roma – Latina”).

Di fatto si ribadisce, ancora una volta l’esigenza di realizzare una strada di collegamento veloce, una superstrada tra Frosinone e Latina.

Frosinone centrale

È chiaro che in questa prospettiva l’amministrazione del Capoluogo deve assumere un ruolo importante di riferimento. Per questa e per tutte le altre tematiche di interesse. Anche allo scopo di seguire, dall’interno dell’amministrazione Provinciale, tutti i processi decisionali e di partnership. Non solo per ciò che verrà sviluppato con l’amministrazione pontina. Ma per tutte le iniziative della Provincia.

Singolare che non possa farlo direttamente con i propri rappresentati in aula consiliare, ma che debba delegare questo ruolo fondamentale, direttamente al Sindaco di Frosinone.

Ed è sicuramente una evidente anomalia.

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