L’ossessione dei Cinque Stelle e il realismo di Tajani e Renzi

Beppe Grillo rilancia il reddito di cittadinanza per tutti, Luigi Di Maio torna alla carica con il taglio degli stipendi dei parlamentari. Il numero due di Forza Italia: «Sono sciocchezze, serve un piano da 100 miliardi». Il leader di Italia Viva: «Pensare a come riaprire adesso».

Qualunque cosa succeda in Italia, nel mondo e probabilmente anche nell’universo, la ricetta del Movimento Cinque Stelle è sempre quella: reddito di cittadinanza a tutti e dimezzamento degli stipendi dei parlamentari. Ai tempi del Coronavirus, poi, il terreno è più fertile considerando il blocco del Paese. E infatti il ministro degli Esteri Luigi Di Maio non ha perso tempo.

Ha detto: «In questa guerra contro il coronavirus tutti stanno facendo sacrifici enormi. E deve valere anche per la politica: deputati e senatori si dimezzino gli stipendi. Il Movimento 5 Stelle ha già donato 3 milioni di euro per l’emergenza. Il buon esempio vale più di un quintale di parole». La senatrice Paola Taverna è andata a ruota: «Nei prossimi giorni chiederemo agli Uffici di Presidenza, di Camera e Senato, di deliberare sulla nostra proposta».

Beppe Grillo

Perfino il fondatore Beppe Grillo è tornato in pista e ha scelto questo terreno. Spiegando: «È arrivato il momento di mettere l’uomo al centro e non più il mercato del lavoro. Per fare ciò si deve garantire a tutti lo stesso livello di partenza: un reddito di base universale, per diritto di nascita, destinato a tutti, dai più poveri ai più ricchi. L’Organizzazione mondiale del lavoro stima che la disoccupazione globale potrebbe colpire 25 milioni di persone (la crisi del 2008 ha comportato un aumento di 22 milioni di disoccupati). Milioni di persone cadranno sotto la soglia della povertà. Milioni di italiani non avranno nei prossimi mesi un’entrata garantita. Ma se nel 2007 avevamo affrontato una crisi finanziaria, che si era propagata all’economia italiana, qui siamo di fronte a qualcosa di molto più radicale, una crisi che investe tutti i settori. Forse alcune filiere non si riprenderanno mai o non torneranno più come prima».

A conclusione del suo lungo post, Grillo ha affermato: «Abbiamo sempre detto che circa il 50% dei posti di lavoro negli anni sarebbe scomparso per l’automazione e i cambiamenti tecnologici. Quei cambiamenti adesso sono avvenuti non in anni, ma in un solo mese. Con un colpo di tosse».

Naturalmente c’è chi non d’accordo. A cominciare dal senatore Matteo Renzi, leader di Italia Viva. Il quale ha rilevato: «Il disegno di Beppe Grillo è chiaro: decrescita felice e reddito di cittadinanza. Il senso delle mie interviste di questi giorni è l’opposto: servono crescita e lavoro. Ecco perché bisogna pensare subito a come riaprire ad aprile. Adesso ci stiamo giocando il futuro. Adesso».

Foto: © Imagoeconomica, Paolo Lodebole

Ma sul punto è intervenuto anche Antonio Tajani, europarlamentare e vicepresidente del Ppe. Oltre che numero 2 di Forza Italia. Non ha dubbi Tajani: «Dare il reddito di cittadinanza a tutti come proposto da Beppe Grillo è una sciocchezza. Piuttosto chi percepisce il reddito di cittadinanza andrebbe utilizzato per svolgere servizi sociali e aiutare coloro che sono impegnati nella lotta contro il Coronavirus.

Per l’emergenza Coronavirus in Italia serve un piano strategico da 100 miliardi di euro: la proposta, che verrà sottoposta a Conte quando lo incontreremo. Il premierha previsto contributi per i Comuni a favore delle famiglie: è un fatto positivo ma bisogna fare di più. Servono più soldi».

Due ricette opposte. Ma davvero si può pensare ad un reddito di cittadinanza a tutti per sopravvivere rinunciando a ripresa e sviluppo? Ma poi il Reddito di Cittadinanza è già fallito in Italia. In tempi normali. Figuriamoci nel dopo guerra.