L’ultimo arcobaleno per l’addio a Bruno Astorre

Le parole di Mogol, la melodia di Gianni Bella, la voce di Celentano: la struggente poesia de L'Arcobaleno per raccontare l'addio a Bruno Astorre. In duemila a Colonna per chiedergli scusa di non avere capito

Io son partito poi così d’improvviso / Che non ho avuto il tempo di salutare. / Istante breve, ancora più breve / Se c’è una luce che trafigge il tuo cuore

Le parole di Mogol cariche di malinconia scritte per ricordare l’amico Lucio Battisti, la melodia commovente composta da Gianni Bella, la voce caratteristica di Adriano Celentano: è stato L’Arcobaleno a fare da sottofondo per l’addio a Bruno Astorre, il senatore andato via la settimana scorsa in maniera improvvisa e tragica: anche lui senza dare il tempo di salutare.

Oltre duemila per Bruno

La folla oggi al funerale del senatore Astorre

Erano oltre duemila nel campo sportivo di Colonna oggi pomeriggio: andati lì per rendere omaggio all’uomo che da quel piccolo centro era partito con la sua strabiliante carriera politica. Consigliere comunale nel paese in cui era nato, poi l’Aula del Consiglio Provinciale di Roma, l’approdo alla Pisana come Consigliere Regionale, infine quella più prestigiosa a Palazzo Madama. Consigliere, assessore, presidente dell’Aula, Segretario Regionale del Partito Democratico nel Lazio. Ma soprattutto fine tessitore di intese ed accordi,

Un cerchio che si è chiuso in quel campo sportivo perché nessuna chiesa sarebbe stata abbastanza grande per accogliere tutta quella gente. In un giorno che è sembrato scelto dall’infinita ironia del Destino: Bruno Astorre avrebbe compiuto 60 anni domani.

In prima fila, con lo sguardo perso a cercare in qualunque cosa una spiegazione a quello che le sta accadendo intorno, c’è la moglie Francesca Sbardella sindaco di Frascati. Vicino a lei c’è il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che negli anni della Regione era stato avversario politico ma con il quale c’è sempre stata una profonda sincerità e rispetto. Incredulo il commissario europeo al Bilancio Paolo Gentiloni suo grande amico.

Elly l’ultimo successo di Astorre

Al suo fianco c’è l’ultimo successo politico di Bruno Astorre: al congresso aveva spinto con convinzione sul nome di Elly Schlein che ora è lì per dirgli grazie un’ultima volta. Il neopresidente della Regione Lazio Francesco Rocca ha uno sguardo più funebre del solito, mentre il sindaco di Roma Roberto Gualtieri sta stretto nella sua fascia davanti a tanti primi cittadini dei comuni della Città Metropolitana. Ad accompagnare Gualtieri c’è Pierluigi Sanna sindaco di Colleferro che dice, rivolgendosi ad Astorre in un ultimo saluto “Siamo stati meno intelligenti di te, non abbiamo approfondito ne studiato l’alfabeto necessario a decifrare la croce che ti portavi addosso”.

Il Destino, sempre lui, ha messo vicini gli inconsolabili. C’è il deputato ed ex ministro della Cultura Dario Franceschini, il capocorrente di Astorre che nel Lazio ha mietuto messe di voti nel nome di Area Dem. Insieme a lui c’è la moglie e deputata, Michela Di Biase, l’ex presidente del Lazio Nicola Zingaretti, il vicepresidente uscente Daniele Leodori che fino all’ultimo secondo Bruno Astorre aveva tentato di far candidare in Regione alla guida di un Campo Largo come da nessun’altra parte in Italia. A due passi da loro si riconosce la testa canuta del senatore Luigi Zanda.

Ha gli occhi lucidi la capogruppo Pd al Senato Simona Malpezzi, lo sguardo basso il senatore Francesco Boccia come il suo collega Marco Silvestroni di Fratelli d’Italia ed il deputato Dem Claudio Mancini che di Astorre era stato avversario nel Partito. C’è il vice presidente della Camera Anna Ascani e l’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin; più in la l’ex ministro Graziano Del Rio ed il consigliere regionale renziano Marietta Tidei.

I grillini del Campo Largo

Gli rendono omaggio le ex assessore del Movimento 5 Stelle Roberta Lombardi e Valentina Corrado: pochi sanno che c’era la benedizione di Bruno Astorre dietro al lavoro condotto in prima linea da Daniele Leodori e dall’allora capogruppo Pd Mauro Buschini che ha portato i grillini del Lazio al fianco del Pd di Zingaretti mentre nel resto d’Italia erano ancora ‘quelli di Bibbiano‘.

Dall’Aula Giulio Cesare ci sono tanti Consiglieri capitolini guidati dalla presidente dell’Aula Svetlana Celli. In un altro settore non riesce a trattenere le lacrime Mauro Buschini, lo aveva voluto alla guida dell’Egato di Frosinone. Al suo fianco ha gli occhi nascosti sotto gli occhiali neri Francesca Cerquozzi, delegati ai grandi eventi di Veroli. Ha gli occhi rossi anche l’ex sindaco di Veroli Danilo Campanari. Si stringe silenzioso nel cappotto il presidente della Saf Lucio Migliorelli. Più in disparte, silenzioso, l’ex presidente del Cosilam Marco Delle Cese con il presidente del Consiglio comunale di Cassino Barbara Di Rollo in rigoroso abito nero. L’ex deputato Nazzareno Pilozzi di Acuto è a due passi dal consigliere regionale Salvatore La Penna.

Piazza Astorre

Ma soprattutto ci sono centinaia di persone comuni: quelle che chiamavano Bruno Astorre al telefono chiedendo un aiuto o che incontrava direttamente sotto il Senato. “L’avevamo ribattezzata piazza Astorre” ha ricordato Simona Malpezzi. “Il lavoro di Bruno a servizio della gente era ventiquattrore al giorno, fatto di rapporti personali umani interessandosi della vita delle persone. Non si sapeva quale fosse il confine del suo territorio perché non c’era persona che non lo conoscesse e riconoscesse. Bruno era il politico che tutti noi dovremmo immaginare quando parliamo di ‘politici’“.

Venerdì scorso, subito dopo la morte di Bruno Astorre, “sono tornata in quel Senato silenzioso, ci hai fatto sedere e guardarci negli occhi per vedere se siamo capaci di sfiorarci, incontrarci, riconoscerci e riconoscersi nell’altro. C’era il silenzio perché siamo rimasti senza parole” ha continuato Malpezzi. “Non le abbiamo, non le troviamo. Stavolta alla tua interrogazione siamo noi impreparati alla risposta“.

Il dolore di Francesca

Tante domande porterà con sé la moglie Francesca Sbardella. Incredula, incapace di convincersi di quanto è accaduto. Straziante la sua testimonianza. “Ciao amico mio, dicevi che avevo sempre una parola per ogni cosa ma stavolta hai lasciato senza parole anche me. Una ce l’ho: grazie per tutti i sorrisi che mi hai dato, non ho mai riso tanto in tutta la mia vita. Per le tue braccia sempre aperte, perché quando la notte mi svegliavo e tu dormivi accanto a me vedevo cosa era la felicità.
Grazie per avermi resa migliore e avermi fatto crescere. E scusa perché non ho capito fino in fondo. Sarà una delle cose che mi porterò dietro insieme a tante domande. Lasci un vuoto enorme che dovrò imparare a colmare con tutto l’amore che hai seminato
. Grazie per il cammino che abbiamo fatto insieme, relativamente breve ma intenso. E ti prometto continueremo a fare insieme mano nella mano per sempre”. (Leggi qui: No Francesca, era solo un grande amore).

Il dolore per non avere capito e non essere riusciti ad aiutare di più ‘l’amico Bruno’ è stato scandito anche dalle parole di padre Mauro, che ha officiato la messa. Era molto legato ad Astorre: “Siamo tutti affranti dal dolore per la perdita di un amico leale e sicuro. Ma alcuni di noi lo sono ancora di più, amareggiati per non avere saputo comprendere nelle pieghe del tuo faccione sorridente la sofferenza che ti portavi dentro e ti dilaniava. E per non essere stati in grado di esserti ancora più vicini. Perdonaci“.

Mogol l’aveva detto con la sua struggente poesia per Battisti che chissà perché è stata scelta per scandire questa giornata: “Io quante cose non avevo capito / Che sono chiare come stelle cadenti / E devo dirti che è un piacere infinito / Portare queste mie valige pesanti”.

L’onore dell’avversario

Quanto Bruno Astorre fosse importante per la sua comunità politica, anche per la capacità di dialogare con chi aveva idee diverse dalle sue, è emerso dalle parole di Francesco Lollobrigida. L’esponente di FdI, avversario di tante battaglie sui territori della Provincia di Roma. Perché Lollobrigida è stato “controparte” di Astorre nel consiglio provinciale di Roma e ha poi seguito un percorso simile in Regione, dove al pari di Astorre è stato assessore, prima di arrivare in Parlamento.

Sei stato una persona che mi ha insegnato tanto. Credevi nella famiglia, nei valori cristiani e nella politica con la p maiuscola. Ventiquattro anni fa litigammo in Provincia per un comunicato stampa. Aveva ragione lui. Poi non abbiamo litigato più. Bruno è stato un bell’esempio per me e non solo“.

Poco prima che Bruno Astorre decidesse di chiudere il circuito della sua esistenza, i due si erano scambiati dei messaggi: “Sembrava il solito Bruno con cui si ride e si parla di cose serie. Ero tranquillo, ma aveva fatto un’altra scelta. Voglio salutare il mio amico Bruno Astorre, persone come lui lasciano un vuoto incolmabile. Ne sentiamo il bisogno in vita ma anche dopo“.

Poi la benedizione, le note struggenti de L’Arcobaleno, i fuochi d’artificio e la partenza per Civitavecchia dove il corpo di Bruno Astorre sarà cremato, prima di tornare per sempre a riposare nel cimitero della sua Colonna.

Mi manchi tanto amico caro, davvero. / E tante cose son rimaste da dire. / Ascolta sempre e solo musica vera / E cerca sempre se puoi di capire.