Montecassino invoca la pace di San Benedetto sull’Europa

Il cardinale Sandri e l'abate Fallica da Montecassino invocano la pace per l'Europa. Ma quella vera, di San Benedetto: che mirava alla verità del cuore.

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Montecassino come Dresda, entrambe come Coventry: capitali del martirio urbano, scritte nella storia della distruzione umana. Gli aerei del Reich cancellarono dalle cartine inglesi Coventry, con una devastazione così meticolosa che venne coniato da allora un termine con cui indicare la distruzione totale: coventrizzare. Gli aerei della Raf anni dopo restituirono la cortesia annientando Dresda: città d’arte paragonabile solo a Firenze, i bambini vennero uccisi nei loro vestiti di carnevale.

Montecassino invece era piena di civili, fuggiti dal centro e dalle campagne di Cassino. Consapevoli che lì sarebbe passato il fronte, certi che nessuno avrebbe violato quel tempio millenario di pace e cultura. Non andò così.

L’invocazione per la pace

Luca Di Stefano ed Enzo Salera

L’invocazione per la pace, in questi tempi così tribolati che attraversiamo, vuole oggi nutrire la nostra preghiera e la nostra intercessione. San Benedetto chiede di non dare pace falsa. Per pregare per la pace abbiamo tutti bisogno di imparare da san Benedetto a vegliare sulla verità del nostro cuore, prima ancora che sulle nostre labbra e sulle nostre azioni“. Parla ai cuori ed alle coscienze dom Luca Fallica, neo-abate di Montecassino: lo fa aprendo la giornata di festeggiamenti in onore del Patrono d’Europa all’interno dell’Abbazia della Città Martire. (Leggi qui: Perché è il rev. Fallica il 193° abate di Montecassino).

È stata l’occasione per ‘fare le presentazioni’: entrare in contatto con le autorità del territorio che da poco è diventato anche il suo. C’erano tutti, oggi a Montecassino. Dal prefetto Ernesto Liguori al questore Domenico Condello, in prima fila – tra le altre autorità – anche il rettore dell’Unicas Marco Dell’Isola, il presidente della provincia Luca Di Stefano, il neoassessore regionale Pasquale Ciacciarelli. E ovviamente il sindaco di Cassino Enzo Salera. Presenti anche molti assessori e consiglieri comunali della città di Cassino. Senza distinzione tra maggioranza ed opposizione.

All’inizio della Celebrazione Eucaristica, iniziata in perfetto orario, l’abate Luca ha rivolto un saluto ai presenti. E non ha potuto non fare un accenno ai venti di guerra che ancora spirano nell’Est Europa: “L’antico ingresso della nostra abbazia reca sopra di sé la grande scritta Pax, anche a ricordare che chi attraversa quella porta entra in un luogo di pace. Sia perché cerchiamo di vivere qui la pace, sia perché vogliamo da questo luogo pregare per la pace”.

I nostri tempi tribolati

A”nche l’invocazione per la pace, in questi tempi così tribolati che attraversiamo, vuole oggi nutrire la nostra preghiera e la nostra intercessione. San Benedetto chiede di non dare pace falsa. Per pregare per la pace abbiamo tutti bisogno di imparare da san Benedetto a vegliare sulla verità del nostro cuore, prima ancora che sulle nostre labbra e sulle nostre azioni“. Il neo-abate non ha nascosto l’emozione per il suo esordio a nel monastero: “Spero di poter essere un sapiente discepolo di San Benedetto per il bene di questa comunità e di tutti coloro che fanno riferimento a Montecassino“.

Il cardinale Leonardo Sandri, prefetto emerito del Dicastero per le Chiese Orientali che ha presieduto il Solenne pontificale, allo stesso modo ha fatto riferimento al conflitto tra Russia e Ucraina, portando l’esempio proprio di Cassino e Montecassino, rase al suolo 79 anni fa.

Nella nostra Europa, quel continente di cui san Benedetto contribuì a tratteggiare l’identità attraverso l’opera dei suoi figli, continuano le distruzioni e i bombardamenti di cui furono testimoni anche le mura di questo Monastero. La storia ci insegna che si possono ricostruire le pietre e riedificare gli spazi, ma molto più lenta e delicata è l’opera di guarigione dei cuori feriti dalla violenza e dal sopruso“. 

Ha quindi dato il benvenuto al neo-abate: “Questa comunità ha vissuto un passaggio, con la successione recente di dom Luca Fallica come nuovo Abate. Egli sta sperimentando, nell’obbedienza alla voce di Cristo e della Chiesa sua Sposa, un ulteriore uscita dalla sua terra, come il patriarca Abramo. Perché è stato chiamato a lasciare la comunità di Dumenza e giungere in uno dei luoghi più significativi della storia di San Benedetto, per ravvivarne il ricordo e custodirne l’eredità. Questo luogo ha vissuto tribolazioni, sofferenze e distruzioni, ma ogni volta ha sperimentato la fedeltà di Dio che non abbandona la sua eredità e ne rinnova il vigore dopo averla passata al crogiuolo della purificazione“. 

Note di pace a Montecassino

Gerardo Antonazzo e Luca Fallica

Pace non solo nelle parole ma anche nei gesti. Come il momento che ha visto l’uno accanto all’altro il vescovo Gerardo Antonazzo e l’abate Luca Fallica. C’erano stati momenti di contrapposizione tra abbazia e diocesi negli anni recenti: discussioni alimentate non dalle tonache ma dalle tifoserie. Chi a favore del primato della devozione a San Benedetto e chi invece favorevole alla consacrazione di Cassino come città mariana. Roba d’altri tempi ora. Almeno pare.

Al termine della cerimonia, all’interno del Chiostro Bramantesco dell’Abbazia di Montecassino si è tenuto il concerto della Banda musicale della Polizia di Stato. L’ha diretta il maestro vicedirettore Roberto Granata. In scaletta, brani tratti dalle opere “Ernani” e “Nabucco” di Giuseppe Verdi.

Poi è stato eseguito un Tributo a Ennio Morricone, che definì la Banda della Polizia di Stato una vera e propria orchestra di fiati. Il concerto è terminato con l’esecuzione dell’Inno Nazionale.