Paolo Brunori, una leggenda arrivata fin qui da noi (di A. Panigutti)

Si è spento ieri a 88 anni Paolo Brunori. Realizzò l'idea di Giuseppe Ciarrapico dando vita a Ciociaria Oggi e Latina Oggi. È stato direttore di Latina Oggi dal 1992 al 1995, ma soprattutto ha permeato di sé la storia del quotidiano pontino

Alessandro Panigutti per Latina Oggi

Poco più di un anno fa, quando gli avevamo chiesto di unirsi a noi per raccontare i trent’anni di Latina Oggi, Paolo Brunori aveva aderito con l’entusiasmo di sempre: «Quante battute?» aveva chiesto, e il giorno seguente aveva mandato il suo pezzo. Non ne pubblicheremo altri, se non postumi, perché Paolo se n’è andato ieri portandosi dietro un bagaglio di esperienza lungo 88 anni.

È stato Direttore responsabile di questo giornale dal novembre 1992 fino all’aprile 1995, ma quella parentesi non dice abbastanza sul ruolo di Paolo all’interno di Latina Oggi e sul peso della sua figura sulla storia intera del giornale.

Giuseppe Ciarrapico: Paolo Brunori realizzò la sua idea dei quotidiani locali. Foto: © Daniele Scudieri / Imagoeconomica

Era stato proprio lui, Paolo Brunori, ex inviato speciale de Il Tempo, a dare forma e consistenza all’idea di Giuseppe Ciarrapico di creare il primo quotidiano della Ciociaria e il primo quotidiano della provincia di Latina.

Instancabile, veloce nella comunicazione, pratico e pieno di fascino, Paolo si era improvvisato talent scout e aveva battuto le due province a caccia delle firme migliori sulla piazza, portando a casa Umberto Celani, Luigi Cardarelli, Romano Rossi e una squadra di corrispondenti sui territori. Poi aveva instillato nelle redazioni il suo entusiasmo da adolescente e la sua competenza del mestiere per innescare la miccia che presto avrebbe fatto decollare entrambe le testate del basso Lazio.

Più avanti, avrebbe dato vita al sofisticato sistema di sinergie grazie al quale era venuto su l’arcipelago di gazzette locali del gruppo Nuova Editoriale Oggi. Continuamente su e giù tra la sua Roma, Latina, Frosinone e Cassino, Paolo si portava dietro un’aura speciale che sapeva di festa e di bellezza. Sbarcava in redazione sorprendendo tutti con una battuta fulminante e trenta secondi dopo era già impegnato in qualcosa con qualcuno di noi. Era anche un punto di riferimento all’interno della tipografia di Villa Santa Lucia dove si stampavano Ciociaria Oggi e Latina Oggi: restava lì fino a tarda notte, ad assistere uno per uno tutti i tipografi che montavano le pagine con trasferibili, forbici e colla, fino alla preparazione delle lastre.

Luigi Cardarelli, storico direttore di Latina Oggi

Si portava sempre dietro qualcunodi noi, per trasferire con l’abilità di un maestro tutte le sue competenze e anche i dubbi, quando ne aveva. Un faro, un porto sicuro, una sicurezza. E’ stato così per oltre vent’anni, fino al 2011, conservando inalterati il carattere, l’aspetto fisico e la verve: la prima volta che ha messo piede nella redazione di via Malta a Latina, non aveva ancora sessant’anni, e l’ultima volta che è stato al 200 di Corso della Repubblica era prossimo agli ottanta, ma era lo stesso di sempre.

Lo stesso che poco più di un anno fa ricordava così la sua irripetibile stagione con Ciociaria Oggi e Latina Oggi. «Quel gioco, cominciato in una redazione di fortuna, ci faceva sentire più liberi, nel bene e nel male, e più sicuri di offrire un prodotto genuino. Meno elitario, e al passo coi tempi: insomma, Latina Oggi e Ciociaria Oggi. Era una carica che si rinnovava giorno per giorno. Così non sentivamo la stanchezza, né ci demoralizzavano i risultati dei primi mesi in edicola. Quell’impegno ci piaceva davvero».

Ci siamo sentiti meno di un mese fa, al telefono, e per la prima volta Paolo è sembrato diverso. Ieri ci è apparso chiaro il perché. Ma sappiamo che non avremo bisogno di vederlo per continuare ad averlo tra noi in redazione, dall’altra parte della scrivania o poggiato a una parete con quello sguardo galeotto e il sorriso a fior di labbra. E’ stato un regalo della provvidenza per la storia dell’informazione di questo territorio, un regalo di cui hanno beneficiato anche i colleghi più giovani che non lo hanno conosciuto, ma che in maniera indiretta hanno comunque usufruito della sua scuola e della sua carica umana, fisica e professionale.

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