Il coraggio di lasciare spazio agli altri e non restare incollati alla poltrona (di P. Alviti)

Il coraggio di lasciare la poltrona, dare spazio agli altri quando arriva il loro momento. Come fece Papa Benedetto. Invece, spesso mortifichiamo i giovani, gli attribuiamo limiti e difetti dei genitori e che loro non necessariamente devono avere.

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?

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E’ un difetto grande: attribuiamo ai giovani le caratteristiche dei loro genitori e riteniamo che sia anche il frutto del buon senso, della sapienza popolare, tale padre tale figlio.

È lo stesso, sprezzante atteggiamento dei concittadini di Gesù nei confronti di questo giovane che dice cose strane.

Ma scusate, non è il figlio del falegname, di Maria, non è quello per cui c’era stata quella strana storia alla nascita? Lasciatelo stare, cosa volete che possa dire, cosa volete che possa fare?

 

Spesso trattiamo i giovani così e li scoraggiamo. Li classifichiamo prima ancora che possano esprimere le loro potenzialità che dimostrino cosa sanno fare.

È una cosa che spesso accade a scuola, al lavoro… Ma quello non è figlio a… Che cosa va a dire quello che il padre… o la madre…

Ci capita, inutile negarlo.

 

E’ accaduto anche a Gesù. Ebbene la Parola ci aiuta proprio a vincere questa bruttissima cosa che distrugge l’entusiasmo giovanile, blocca un sistema.

Pensate se i nostri leader politici adottassero lo stesso metodo di Papa Benedetto: le mie forze non mi consentono più di svolgere la mia missione come dovrebbe essere svolta. E così ha spalancato la porta al rinnovamento e così sarà ancora nel futuro.

Se diventasse un esempio sarebbe una cura salutare per il nostro sistema.

Ed invece vediamo persone abbarbicate alla loro poltrona.

 

Largo ai giovani, diamogli credito, lasciamoli anche sbagliare. Non abbiate paura di accogliere il nuovo.

Non pensate di essere insostituibili, il mondo non crollerà quando non ci saremo più, i nostri uffici, le nostre scuole, le nostre aziende andranno avanti lo stesso, magari in maniera diversa, forse migliore!