Pd Lazio, verso lo scontro finale De Angelis – Astorre, arbitra Nicola Zingaretti

Gli intrecci per la segreteria regionale del Pd nel Lazio. L'uomo che può evitare la guerra interna nei Dem è Nicola Zingaretti. Le mosse di De Angelis. I rischi per Astorre. L'ipotesi di mediazione condotta dal governatore

Un triangolo che potrebbe diventare un quadrilatero. E’ la corsa alla segreteria regionale del Partito Democratico, quella che non inizierà prima dell’autunno ma che vede già schierati generali ed eserciti.

A lasciare l’incarico sarà Fabio Melilli. In campo ci sarà Francesco De Angelis, della componente di Matteo Orfini. Il quale però conta di poter incassare il sostegno anche dell’ala di Luca Lotti, rappresentata fino al 4 marzo scorso dai senatori Francesco Scalia (per la provincia di Frosinone) e Claudio Moscardelli (per la provincia di Latina).

Uno dei punti è proprio questo. Claudio Moscardelli non concorrerà per la guida del partito nel Lazio? Se davvero dovesse restare a guardare, allora si salderebbe un asse tra le componenti di Orfini e di Lotti stesso, quelle peraltro più vicine a Matteo Renzi sul piano nazionale.

Resterebbe fuori AreaDem di Dario Franceschini, intenzionata a mettere in pista il senatore Bruno Astorre per la segreteria regionale. Qui il discorso si fa delicato, perché sono noti i rapporti politici strettissimi tra lo stesso Astorre e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, dal quale non si può prescindere. Non dopo la vittoria in controtendenza del 4 marzo scorso, non dopo la volontà di poter dire la sua per la segreteria nazionale del partito.

È per questo che Francesco De Angelis ha ricucito i rapporti. Peraltro Mauro Buschini è il capogruppo del Pd alla Regione, carica politicamente di grande valenza. Non è escluso che Zingaretti possa prevedere un tentativo per celebrare un congresso unitario, cercando una sintesi tra le posizioni di Francesco De Angelis e Bruno Astorre.

C’è un punto ineludibile però: se Zingaretti deciderà di candidarsi per la segreteria nazionale, non avrà certamente il sostegno di Matteo Orfini, ormai alter ego di Renzi. Loro punteranno su Graziano Delrio o su Paolo Gentiloni.

E allora nel Lazio potrebbe aprirsi una specie di terreno anticipato di confronto.

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