Pd, venti di Congresso. Zingaretti li ha già fiutati

Dopo le amministrative di giugno le correnti torneranno alla carica: il tema vero è chi compila le liste dei candidati per Camera e Senato. L’ex segretario nazionale prepara la sua strategia.

Nicola Zingaretti conosce benissimo il Partito Democratico. Un anno fa era ancora lui il Segretario, prima di sbattere la porta e mandare serenamente a quel paese le correnti. Quando parla di Campo Largo (espressione del suo successore Enrico Letta), Zingaretti si riferisce ad una coalizione che possa andare da Azione ai Cinque Stelle, ma pensa al livello  nazionale. Non a quelli locali. A Roma il Campo Largo non c’è stato: Azione ha concorso per conto proprio, i Cinque Stelle pure.

Aria di Congresso

Nicola Zingaretti (Foto © Imagoeconomica)

La preoccupazione dell’area di Zingaretti, come ha spiegato Francesco Boezi su Il Giornale, è un’altra. Proprio perché conosce il Pd, sa che dopo le amministrative dall’interno del Partito potrebbe venire la richiesta di un Congresso straordinario. Perché? Perché il Segretario nazionale fa le liste dei candidati alla Camera e al Senato. Ed Enrico Letta non è stato eletto da un congresso, come invece fu Zingaretti con Piazza Grande.

Ma chi potrebbe avanzare una proposta del genere? Sicuramente Base Riformista di Lorenzo Guerini, Luca Lotti, Andrea Marcucci. Poi quello che viene definito il Partito dei sindaci: da Dario Nardella a Giorgio Gori. Potrebbero però aggiungersene altri. Alle elezioni Politiche manca un anno, le Comunali sono in programma a giugno. Quindi un eventuale Congresso potrebbe svolgersi in autunno.

Ma servirebbe davvero oppure le correnti potrebbero trovare un’intesa di tipo diverso?

Un accordo può evitarlo

Enrico Letta (Foto: Rocco Pettini / Imagoeconomica)

Nel Pd non serve neppure vincere gli appuntamenti elettorali intermedi: Nicola Zingaretti, da Segretario, ha trionfato alle Regionali. Enrico Letta, da Segretario, ha fatto cappotto alle Amministrative. Però le correnti sono rimaste lì, nonostante la Piazza Grande, nonostante l’anima e il cacciavite. T

ra un anno però si vota anche per la Regione Lazio, dove Zingaretti deve trovare il suo potenziale successore. Potrebbero essere indette le primarie, magari allargate anche al resto della coalizione. In campo potrebbero scendere, contemporaneamente, Daniele Leodori e Alessio D’Amato, Enrico Gasbarra e Roberta Lombardi. Conoscendo Zingaretti, è difficile pensare che si schieri con l’uno piuttosto che con l’altro.

Ma intanto dopo le amministrative di giugno verrà posto nel Pd il tema di chi farà le liste per Camera e Senato. La vera battaglia è quella. L’attuale Direzione è quella uscita dal congresso vinto da Zingaretti, ma poi è arrivato Enrico Letta. Immaginare che alle politiche del 2023 ci sia un altro Segretario alla guida dei Democrat sarebbe davvero assurdo.

Si tratta di trovare una formula che possa garantire tutte le correnti. E’ questo il vero esame di Enrico Letta. Che però potrebbe chiedere aiuto a Zingaretti.