Per chi è di sinistra ma non capisce Elly

C'è un mondo di sinistra che non capisce Elly Schlein. Perché sono mondi diversi. Una è la sinistra che non era contro la guerra: perché l'aveva fatta per liberare l'Italia dal fascismo. Con i quadri formati sulle catene di montaggio delle fabbriche. L'altra è una sinistra del nuovo millennio. Troppo distante

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Sono vecchio. I vecchi hanno più nostalgie che prospettive. A loro aggiungono anche tramontate utopie. Ho seguito con curiosità antica, ma inutile, la corsa di Elly Schlein alla guida del Partito Democratico.

Ho cercato di capire le sue differenze, le referenze che la facevano capo di un Partito del lavoro: un Partito che in molti al suo interno speravano si facesse socialista. Ma mi dicono era speranza di un secolo fa, o forse due.

La troppa modernità di Elly

Non ho capito ma dipende da me e dalla mia senilità. Non ho capito la rivolta ma ho sentito come era perfetta lei: un poco americana, un poco svizzera e pure italiana. Per me un mito visto che a Bassiano sono perso e al Vallone mi sento alle Dolomiti.

Ama gli uomini e le donne e forse tutti e due ed è un bene: di amore non si muore certo anzi. Un poco la invidio rispetto alle mie più ristrette scelte.

Un Same Ariete 85

È ecologista e ama gli alberi ma di più i broccoletti: su questo ci intendiamo anche se le motivazioni sono diverse; il mio amore per i broccoletti è per antica fame, quello del Segretario è per sazietà.

Comunque, mica tutti nascono con la mia sfiga. Non posso invidiare chi è meglio, più fortunato, di me. Lei va in bici mentre io, oltre che alla Legnano, ho amato un Same bellissimo che fumava come un turco ma portava 12 irrigatori senza mai un colpo al motore.

Non possiamo capire questo mondo

Vedete che non posso capire questo mondo perché vengo da un altro. Vengo da un passato in cui i leader nascevano in fabbrica e non in laboratorio, buona parte dei leader si erano formati sui monti col fucile. Proprio perché avevano fatto la guerra per liberare l’Italia non erano per la pace ma per il giusto. Gente che per combattere il torto si facevano accide.

Elly Schlein (Foto: Carlo Lannutti © Imagoeconomica)

Mi scuserete se ho altri amori. Ma voglio morire nelle illusioni che mi hanno portato a sognare un altro mondo, a fallire in questo mondo ma sempre senza far di conto. Scuserete la mia senilità e se pensate che debba andare a guardare i cantieri non posso darvi torto.

Ma c’era una poesia nella nostra rivolta: ora c’è algoritmo e algida solitudine.

Non capisco io, non vi agitate. Sono sbagliato: pensate amo anche l’energia nucleare per via dei Fantastici 4 e del loro sapere di essere meglio per una umanità migliore.

Cantava Francesco Guccini sulle note de L’Avvelenata: “Andate e fate, tanto ci sarà sempre, lo sapete. Un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate. 

Il ruolo dei Socialisti

Ci sarà sempre un socialista a pensare che bisogna fare cose nel mondo che c’è con i suoi errori. E non essere perfetti nel prossimo. Ci sarà sempre uno che penserà ad una futura umanità e non a uomini di virtù: perché le virtù fanno senso e gli errori cambiano il mondo. (Leggi qui: In morte della tessera: il Pd cambia pelle e sceglie Schlein).

Questo dovevo alla mia età, alla mia idea così malata. Era figo TuratiMò de che stamo a parla’, ma chi è sto Turati mo? (Leggi qui: L’elezione di Schlein, roba da Pd).