Una Proposta per l’Italia: ecco cosa c’è nella mozione presentata da Zingaretti

Il documento programmatico con le tesi del governatore Nicola Zingaretti per puntare alla guida del Partito Democratico. Ecco una sintesi, punto per punto

Si intitola ‘Una proposta per l’Italia. Prima le persone‘ la mozione depositata oggi pomeriggio al Nazareno da Nicola Zingaretti, corredata da 1.978 firme a sostegno della sua candidatura alla segreteria del Partito democratico. (leggi quiPd, Zingaretti deposita le firme e le sue Proposte per l’Italia). Il documento si divide in tre parti: ‘Una nuova Italia’, ‘Una nuova Europa’ e ‘Un nuovo Partito democratico’. Ecco la sintesi dei contenuti.

UNA NUOVA ITALIA

L’economia giusta: un nuovo modello di sviluppo che sappia coniugare la crescita con l’equita’ in un sistema fondato sulla sostenibilita’ ambientale, sociale e sulla qualita’ della vita“.

La sostenibilità come scelta strategica: inserire il principio dello sviluppo sostenibile nella Costituzione; un nuovo Piano di manutenzione del territorio e delle piccole opere contro il dissesto idrogeologico; favorire la transizione verso la mobilità elettrica, destinando il 50% degli investimenti in infrastrutture per la mobilità sostenibile nelle città e per il trasporto pubblico collettivo e condiviso; incentivare la produzione di fonti rinnovabili e l’autoproduzione di energia per cittadini, imprese e distretti; avviare un grande programma di riqualificazione energetica e messa in sicurezza sismica degli edifici pubblici e privati.

Un’agenda per l’uguaglianza: 18 miliardi di euro ogni anno per i giovani, l’1% del Pil per una nuova politica per il diritto allo studio e alla conoscenza; una dote attivabile al compimento dei 18 anni per finanziare un progetto formativo o imprenditoriale; superare i contratti atipici, rafforzare ammortizzatori sociali e politiche attive, tutelare i lavoratori della gig economy; una riforma fiscale che sostenga le famiglie con figli e i familiari a carico, introducendo un piu’ completo e vantaggioso assegno familiare universale; dobbiamo ridurre le differenze di genere nella retribuzione; una legge quadro sulla non autosufficienza; una nuova legge quadro sull’immigrazione che superi la Bossi-Fini; ripristinare il Fondo nazionale per l’affitto.

Un sistema Italia per la piena occupazione e per la crescita delle imprese: investimenti pubblici, accelerare la spesa dei 140 miliardi gia’ disponibili (obiettivo: +50% investimenti pubblici); rafforzare il credito d’imposta per la ricerca; rafforzare il credito d’imposta per la formazione; favorire il dialogo tra universita’ e imprese; procedure semplificate per i rapporti con la Pa e l’accesso al credito e alle opportunita’ finanziarie; aumento dello stipendio degli insegnanti; riservare il 10% dei fondi pluriennali degli investimenti pubblici; all’edilizia scolastica; un salario orario minimo legale per i lavoratori non coperti da contrattazione collettiva; incentivare la riduzione dell’orario di lavoro a parita’ di salario; la fiscalita’ sugli immobili strumentali d’impresa va alleggerita, rendendo l’Imu totalmente deducibile; consolidare Impresa 4.0; dimezzare l’Ires alle imprese che riducono la forbice delle retribuzioni entro il rapporto 1 a 20; soglia minima del 34% degli investimenti della Pubblica Amministrazione nel Mezzogiorno; gli incentivi per gli investimenti privati, a partire dal credito d’imposta, vanno consolidati.

UNA NUOVA EUROPA

Dobbiamo salvare l’Europa, la straordinaria conquista messa a repentaglio dal ritorno dei nazionalismi, una minaccia purtroppo rappresentata anche dal nostro Paese. Ma dobbiamo cambiare l’Europa, perché così com’è, prigioniera dell’austerità, tecnocratica, poco rappresentativa e indebolita dagli egoismi nazionali, non rappresenta per i cittadini né un futuro né una soluzione“: puntare all’elezione diretta del Presidente della Commissione europea; riforma della governance economica: condividere vincoli e responsabilità, ma anche rischi e garanzie sui debiti sovrani.

La Bce deve essere prestatore di ultima istanza e avere mandato di perseguire non solo la stabilita’ dei prezzi ma anche la piena occupazione; la riforma del “sistema di Dublino”: deve essere la Ue, non i singoli Stati, a concedere la protezione e a garantire ai richiedenti asilo lo stesso trattamento e lo stesso rispetto dei diritti.

I confini esterni dei singoli Stati devono diventare il confine unico europeo; l’assicurazione europea contro la disoccupazione; misure fiscali per disincentivare le delocalizzazioni opportunistiche tra Paesi membri; l’implementazione del “Piano Prodi” per le infrastrutture sociali, sarebbero i primi mattoni per la ricostruzione di un pilastro sociale gia’ debole e che rischia di sgretolarsi.

UN NUOVO PARTITO DEMOCRATICO

Il fallimento del gruppo dirigente del Pd è stato totale. Abbiamo bisogno di un Partito radicalmente diverso da quello che abbiamo conosciuto a cominciare dal rispetto delle indicazioni dei territori per la formazione delle liste. Non si tratta solo di una questione organizzativa: serve un partito che ritrovi la ragione stessa della sua esistenza: abbiamo bisogno di mettere prima le persone“: costruire luoghi diffusi, liberi e aperti, abitati in forme diverse da iscritti e non iscritti; attivare i processi decisionali che coinvolgano direttamente i protagonisti dell’opera di ricostruzione.

È la sola via per realizzare una civilizzazione reciproca, tra cittadini e dirigenti; riservare il 50% dei componenti della direzione ai territori e Giovani democratici; una nuova piattaforma web del Pd per costruire una presenza diversa, piu’ forte e organizzata sulla rete; aprire la Fondazione Democratica. Luogo di raccordo elaborazione e investimento delle politiche di ricerca e formazione, aperto alle forze intellettuali e della cultura; restituire valore all’iscrizione: il tesseramento va riorganizzato secondo modalita’ di piena trasparenza e tracciabilità.

Zingaretti, Agli iscritti va riservata l’elezione anche dei segretari e delle assemblee regionali e il diritto di voto nelle consultazioni periodiche sugli indirizzi strategici del Partito; ricostituire la Conferenza nazionale delle donne; valorizzare il ruolo dei Giovani democratici come organizzazione giovanile del Pd; rafforzare il contributo pubblico su base volontaria (il 2 per mille Irpef), e riconoscerne il 50% alle articolazioni territoriali del partito; promuovere nei Comuni e nelle Regioni alleanze nuove e vere uscendo da una stagione lunga di isolamento e di debolezza che ci ha visto soccombere ormai in troppe elezioni amministrative