Qualità dell’aria a Frosinone: chi dice la verità e chi mente

Il dossier "Mal'aria 2024" ha classificato Frosinone come la città più inquinata d'Italia nel 2023, ma i recenti dati di IqAir mostrano una qualità dell'aria buona in città. La discrepanza deriva dai diversi parametri di rilevamento usati e dalla posizionamento delle centraline. Il che pone una serie di interrogativi. Gli stessi che la settimana scorsa l'assessore all'Ambiente di Ceccano ha portato in Regione Lazio, sbattendo i pugni.

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

In apparenza qualcuno mente. O non la racconta per bene. O forse esaspera dei dati che non sono proprio attendibili. Il dubbio nasce dopo la pubblicazione della recente classifica sulla qualità dell’aria, elaborata da Legambiente. Il dossier “Mal’aria 2024” è stato diffuso due settimane fa ed ha attribuito alla città di Frosinone il non invidiabile primato di capoluogo italiano più inquinato nel 2023, con 70 giorni di sforamento. È il doppio rispetto ai valori ammessi, (con la centralina di Frosinone Scalo).

Nei giorni successivi, causa anche la totale assenza di precipitazioni, i valori di PM 10 e PM2.5 accertati dalle centraline dell’Arpa di viale Mazzini e Frosinone scalo sono risultati, in diverse occasioni, sopra la media nazionale. Peggio di Frosinone, stava solo Ceccano.

Il dato che fa sballare tutto

Il blocco del traffico a Frosinone

Oggi i principali quotidiani nazionali riportano la notizia fornita dal sito svizzero della IqAir: è una qualificata società multinazionale, leader nelle tecnologie per il monitoraggio della qualità dell’aria. Monitora costantemente e da tempo 111 città nel mondo. In base ai dati IqAir nella giornata di domenica 18 febbraio la città di Milano è stata tra le 4 più inquinate al mondo per concentrazione di polveri sottili PM2,5. Preceduta solo da Dacca (in Bangladesh), Lahore (Pakistan) e Delhi (India).

Anche oggi, se si va a consultare il sito IqAir, che si basa sull’indice di qualità dell’aria degli Usa (Us Aqi), il Capoluogo lombardo si posiziona al 12° posto assoluto nel mondo per valori  da PM2.5, con AqIus pari a 157 e con uno stato dell’aria di colore rosso, definita secondo i parametri del sito svizzero: Non Salutare.

I parametri utilizzati dalla società svizzera di valutazione della qualità dell’aria sono: 

ColoreIndice AQIClassificazione
Verde0-50Buona
Gialla51-100Moderata
Arancio101-150Non salutare per soggetti
particolarmente sensibili
Rosso151-200Non salutare
Viola201-300Molto insalubre
Bordeaux301+Pericolosa

Al sito IqAir dunque viene riconosciuta attendibilità e affidabilità dai principali quotidiani e organi di informazione nazionali. Ne hanno riportato tutti la notizia ufficiale: il Corriere della Sera, Repubblica, Avvenire, il Sole 24 ore, Rai News, Affari Italiani

Frosinone sta bene

Il sito IqAir consente, attraverso la rilevazione satellitare, anche di monitorare in tempo reale oltre quella delle 111 città monitorate di default, anche la qualità dell’aria di qualsiasi città italiana. E di verificarne lo storico dei giorni precedenti e anche le previsioni per un arco temporale di 3/4 giorni.

Ebbene, la qualità dell’aria oggi a Frosinone, secondo il sito svizzero è di colore verde: quindi buona. Ha parametri da 0 a 50.

Stesso risultato per i 3 giorni precedenti e le previsioni per i successivi 3 giorni sono altrettanto buone per quanto riguarda le PM2.5. Con valori che vanno secondo i parametri dell’AqiUs da un minimo di 5 ad un massimo di 49. Ma non superano mai i 50. La qualità dell’aria dunque a Frosinone, almeno per la concentrazione da PM2.5, secondo IqAir non è poi così drammatica. Anzi è buona.

Dove sta la verità dunque? Chi ha ragione: Legambiente o IqAir ?

La verità sta nel mezzo

La verità, come accade spesso in molti casi, sta nel mezzo. Molto dipende dai parametri utilizzati per le rilevazioni. IqAir si concentra sulle Pm 2,5 mentre lo stop ai veicoli sulle strade di Frosinone scatta quando vengono sforati i limiti di Pm10. Per non perdersi e tentare capire proviamo a spiegare la differenza.

Le polveri Pm2,5 sono le microparticelle con dimensioni più piccole di 2,5 micron. Sono polveri micidiali, molto più pericolose delle Pm10. Perché il Pm10 raggiunge solo i bronchi, la trachea e vie respiratorie superiori. Mentre il Pm 2,5 è in grado di infiltrarsi negli alveoli polmonari con eventuale diffusione nel sangue. Le recenti scoperte evidenziano che il Pm 2,5 abbia un ruolo nell’insorgere del cancro al seno perché è lì che quelle microparticelle vanno ad accumularsi.

Com’è possibile che a Frosinone il problema sia nel Pm10 e non nel Pm2,5? Perché la centralina che fa schizzare Frosinone in vetta alla classifica dei capoluoghi italiani più inquinati è quella che sta allo Scalo. E quella misura solo le Pm10 ma non le Pm 2,5. La centralina capace di rilevare anche le micro polveri sotto i 2,5 milionesimi di millimetro sta in viale Mazzini a pochi passi dall’Accademia di Belle Arti. È in una posizione diversa e fornisce un dato meno drammatico.

La scoperta dell’acqua calda

Riccardo Del Brocco

La verità è che la posizione in cui sono collocate oggi le centraline è vecchia, superata, inadeguata a dare le risposte che i tempi attuali richiedono. Lo ha messo in evidenza nei giorni scorsi l’assessore all’Ambiente di Ceccano Riccardo Del Brocco. La sua città vive un dramma superiore a quello di Frosinone. È andato in Regione Lazio evidenziando un dato: i dati forniti dalle centraline Arpa sono veri ma non sono lo specchio di un’intera città. Come mette a nudo ora il dato IqAir: non ci sono abbastanza centraline e non c’è un dato omogeneo. (Leggi qui: «Ci siamo rotti i polmoni». «Come noi mai nessuno prima»).

E in ogni caso, prescindendo dalla rilevazione, troppo spesso le varie classifiche sulla qualità dell’aria vengono usate impropriamente, al solo scopo di ingenerare allarmi. Quando invece i numeri sono certamente utili per fare analisi serie, articolate, oggettive ed i risultati devono condurre alle soluzioni più efficaci. Allarmismi no, attenzione si.

Il limite a 30 orari

Riccardo Mastrangeli (Foto © Stefano Strani)

Per contrastare lo smog, il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli in queste ore ha firmato un provvedimento con il quale entra in vigore da mercoledì 21 febbraio l’istituzione del limite di velocità di 30 km/h su alcune strade della città.  Il primo gruppo di strade oggetto dell’ordinanza: via Puccini (caratterizzata dalla presenza di  pista ciclabile e istituto scolastico); via Fontana Unica (assenza di marciapiedi e numerosi accessi carrabili); via Mola Vecchia (assenza di marciapiedi e movimento pedonale intenso, con accesso a due parchi comunali); via Marittima (presenza di pista ciclabile con numerosi accessi carrabili);  via Grappelli (senza uscita, priva di marciapiedi e con accesso diretto a istituto scolastico e struttura sportiva); via Don Minzoni (presenza di pista ciclabile); via Licinio Refice (restringimento della sezione stradale, presenza di pista ciclabile e movimento pedonale intenso in assenza di marciapiedi).

Via Claudio Monteverdi, dall’intersezione con via Licinio Refice all’intersezione con Via Mascagni (assenza di marciapiedi con movimento pedonale intenso e  presenza di istituto scolastico); corso Lazio (presenza di pista ciclabile, impianti sportivi e istituto scolastico); viale Grecia (pista ciclabile e alta incidentalità); via Portogallo e Corso Francia, tratto compreso tra Viale Grecia e Viale Europa  (presenza di pista ciclabile).