Regionali e ritorno al proporzionale: la delicata partita di Matteo Salvini

Foto © Daniele Stefanini, Imagoeconomica

Il leader della Lega vuole vincere in Umbria, Toscana ed Emilia Romagna per dare l’avviso di sfratto al governo giallorosso. Ma non intende rompere con Berlusconi, altrimenti Forza Italia non avrebbe remore a votare per il ritorno al sistema elettorale della Prima Repubblica.

Se dal punto di vista del Partito Democratico e del Movimento Cinque Stelle le prossime elezioni regionali rappresenteranno un esame di straordinaria importanza per le sorti del Governo, dal punto di vista della Lega la valenza politica è enorme.

Matteo Salvini © Livio Anticoli, Imagoeconomica

Matteo Salvini è pienamente immerso nella campagna elettorale da settimane per quanto riguarda l’Umbria. E farà lo stesso per Calabria, Emilia Romagna e Toscana. Ha un vantaggio psicologico enorme: parte da 0-4. Ma è evidente che parliamo delle roccaforti rosse per eccellenza. Il 27 ottobre il primo test, in Umbria.

Il leader della Lega, però, ha un’altra partita nella partita da giocare e possibilmente da vincere. Quella riunificazione e del rilancio dell’intero centrodestra. Non ci saranno problemi per un accordo con i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Il nodo più complicato è quello che riguarda il rapporto tra Forza Italia di Silvio Berlusconi e Cambiamo di Giovanni Toti. Non soltanto perché Berlusconi di Toti non vuol sentir parlare, ma perché il movimento del Governatore della Liguria (dove si voterà nel 2020) pesca nello stesso bacino elettorale degli “azzurri”. Come dimostra peraltro il fatto che tanti eletti, dirigenti ed esponenti “azzurri” sono passati in Cambiamo.

Vale a dire che è complicato pensare di ottenere più voti rispetto a quelli che già provengono dall’area moderata, centrista e liberale del centrodestra.

Silvio Berlusconi

Ma c’è un motivo per il quale Salvini non intende sacrificare il rapporto con Berlusconi, anzi vuole rilanciarlo. Il punto è che il peso specifico di Forza Italia in Parlamento è ancora notevole. In  grado, per esempio, di fare la differenza sulla nuova legge elettorale. Pd e Cinque Stelle vogliono tornare ad un sistema proporzionale puro, anche per depotenziare l’effetto maggioritario che in questo momento storico farebbe volare Matteo Salvini.

Un ritorno alla Prima Repubblica, con un sistema nel quale neppure avere il 35% darebbe la possibilità di governare da solo al primo partito. Costringendolo ad alleanza. Nell’Italia del pentapartito il valore della rappresentanza di Pri, Pli, Psdi era enorme sul piano dell’indispensabilità. Neppure la Dc e il Psi potevano farne a meno.

Forza Italia vede di buon occhio il ritorno al proporzionale. Per far cambiare idea a Berlusconi Matteo Salvini dovrà alzare (e di molto) la posta politica in palio. Sin dalle regionali.