Regionali, la sinistra e quel maledetto quorum

Regionali, la sinistra e quel maledetto quorum tra i parenti serpenti di Calenda e Conte. Le liste del presidente a ridosso del sabotaggio al Pd. Ed i nuovi sondaggi dicono che...

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Ci sono momenti in cui tutto gira giusto, altri… Ora il Partito Democratico è alle prese con una “congiura“: la destra sta al Doverno ed è in forma, alla sua sinistra il Movimento 5 Stelle di Conte ha lanciato una opa ostile per sostituirli, al centro Renzi e Calenda hanno completato l’opera con un’altra cordata non certo amica. Come se coyote e avvoltoi si fossero alleati.

I numeri regionali del professore

Foto © Alphaspirit / Can Stock Photo

I numeri del Lazio li ha sviluppati nelle ore scorse il professor Nando Pagnoncelli. Sbagliano quelli che leggono il dato dei Partiti, ci azzecca il professore quando ricorda che la leggere elettorale del Lazio è proporzionale per i Consiglieri ma maggioritaria a turno unico per il Governatore. Che vuol dire? Che vince il candidato Governatore e si porta dentro i Consiglieri: quanti saranno è altra faccenda; per informazioni chiedere a Nicola Zingaretti che 5 anni fa prese più voti dei suoi avversari ma si ritrovò in Aula senza due voti per comporre la maggioranza. Governò lo stesso.

Il sondaggio concentrato sui candidati Governatore fornisce una prospettiva del tutto diversa da quella mainstream. Perché i tre candidati principali si posizionano su livelli di gradimento tutto sommato analoghi: si parte dal 30% di Donatella Bianchi candidata dal M5S, si sale al 34% di Alessio D’Amato (candidato del governo regionale uscente tra i pentastellati), in vetta con il 41,2% c’è Francesco Rocca candidato dal centrodestra. Il dato di Pagnoncelli conferma in maniera plastica che se Giuseppe Conte avesse mantenuto l’alleanza oggi al governo del Lazio non ci sarebbe stata partita: vittoria a mani basse.

Con questa manovra il M5S consegna il Lazio alle destre. Si spiega così il punto e mezzo di percentuale che Alessio D’Amato ottiene dal voto disgiunto: pentastellati che voteranno i loro candidati al Consiglio e lui come Governatore. Ma c’è un altro dato che fa crollare ogni ragionamento: ad oggi un elettore laziale su due (47%) non ha deciso, c’è una fetta molto vasta che nemmeno sa delle elezioni.

A ridosso del sabotaggio

Francesco Rocca e Alessio D’Amato (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Se a livello nazionale c’è il temporale a Latina e Frosinone è bufera. Il Pd pontino aveva due Consiglieri: uno preso con un buon resto nel collegio unico regionale, quello di Salvatore La Penna, e uno Enrico Forte con il premio di maggioranza portato dalla vittoria di Zingaretti. Stessa cosa a Frosinone: con Mauro Buschini eletto nel collegio e Sara Battisti con il premio.

Ora, se si blocca la ruota e si fermano i numeri al sondaggio, non si tiene conto di cosa farà quella massa di indecisi, sul premio di maggioranza non si può fare di conto. Sui resti? A Roma il Pd ha tradizionalmente più forza, a Latina poi la lista del presidente Alessio D’Amato ha dentro anche Lbc, con Valeria Campagna che certamente non sfonda ma a Latina città pesa e tanto nel mondo che ha espresso il sindaco Damiano Coletta. Le stesse liste centriste hanno dentro gente come Nicoletta Zuliani che dal Pd viene.

Peggio se si va a vedere la lista allestita nel collegio di Frosinone. La lista di Alessio D’Amato sembra costruita apposta per togliere voti al Partito Democratico e non per svolgere la sua funzione: che è quella di portare voti civici da aggiungere a quelli dei Partiti. Invece a Frosinone sono state messe in lista figure del Pd: il sindaco Claudio Guerriero di Vico nel Lazio, il consigliere di Aquino Luca Di Ruzza in chiara antitesi con il sindaco Mazzaroppi candidato dal Pd. A ridosso del sabotaggio.

Esito non scontato

Francesco Rocca (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Insomma una scommessa dall’esito non scontato. Francesco Rocca ha la vittoria a portata di mano. Tutto dipenderà dagli indecisi. La popolarità di D’Amato è superiore a quella di tutti gli altri: il sondaggio registra il netto vantaggio dell’assessore alla Sanità su questo fronte: il 61% dichiara di conoscerlo o almeno di sapere chi è, contro il 47% di Rocca e di Bianchi.

Ma proprio Rocca e Bianchi hanno i maggiori margini di crescita: perché le prossime due settimane di campagna elettorale saranno una grancassa che accenderà su di loro i riflettori. Mentre il Pd fino ad oggi ha marciato con il freno a mano tirato al netto degli autosabotaggi.

Tutto si sviluppa alla vigilia di un Congresso nazionale non scontato, in vista di una tornata amministrativa di primavera dove si giocheranno le partite di Latina, Aprilia e Terracina nel Pontino; a Ferentino ed Anagni in Ciociaria.

Donatella Bianchi (Foto: Carlo Lannutti © Imagoeconomica)

Che fare? I candidati del Pd giocano nel terreno che c’è, anche se è scivoloso e pesante. Senza il quorum del Pd, lo scenario dell’opposizione rischia di essere “monopolizzato” dai 5 stelle che hanno in lista l’ex sindaco di Formia Paola Villa e l’ex consigliera comunale di Latina (quota Coletta) Maria Grazia Ciolfi; dal capogruppo uscente Loreto Marcelli e dalla ex deputata Enrica Segneri. Come se l’Ucraina fosse rappresentata all’Onu dalla Russia. 

Questo allo stato, ma si vota tra due settimane, i miracoli sono sempre possibili. Ma restano rari, se non si vanno a cercare pregando i santi. Che in questo caso sono gli elettori

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