Il resistibile fascino dell’omo de panza

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Palma Lavecchia di PALMA LAVECCHIA

scrittrice e blogger su ‘Ho partorito due canaglie

 

Omo de panza, omo de sostanza”? Beh, non vorrei sembrarvi impopolare ma …sì. E credo di poter sostenere con approssimativa certezza di non essere l’unica a pensarla così.
Aspettate, capiamoci.. uomini cari, che a questa mia affermazione vi siete ringalluzziti e avete tirato fuori con fierezza un petto gonfio da tacchino: è chiaro che non intendo mica chi dà l’impressione di aver ingoiato un Supersantos o una ciambella gonfiabile.

Piuttosto, mi riferisco a quegli uomini che hanno una panzotta morbida, per capirci quella che ha la stessa consistenza della focaccia ben lievitata prima di essere infornata (i miei conterranei capiranno meglio) e in cui l’ombelico ha proprio le stesse sembianze dell’oliva che vi è affonda amabilmente dentro.

Bene. Riprodotta questa immagine concreta ai limiti della poesia, sarebbe anche opportuno che vi spiegassi le ragioni. Seguitemi.

Quando le mie amiche fanno girare quei link di maschi insaponati o oliati che ostentano una muscolatura tornita da gladiatore ed espressione vogliosa, a me francamente non suscitano proprio alcun effetto; anzi. Diciamoci la verità: ognuna di noi a questa età ha già avuto le sue belle esperienze (o, come direbbero a Bari.. “ne ha fritti di polpi”). Quindi le beate in attesa di santificazione le lasciamo in sagrestia e qui si parla solo con cognizione di causa.

L’uomo palestrato è un tantinello narciso. Non ha occhi per altri se non per i suoi muscoli turgidi che crescono giorno dopo giorno, sforzo dopo sforzo, sacrificio dopo sacrificio. L’appuntamento con la palestra è imprescindibile, cascasse il mondo! E tutto viene in secondo piano, fidanzata compresa.

Per non parlare dell’alimentazione: tutto pesato, misurato e supercontrollato perché il rischio è che la pelle perda quella consistenza sottile e semitrasparente. Ho visto uomini ingurgitare – per amore del muscolo – anche 7 tuorli di primo mattino, non curanti del fatto che il loro alito fosse impiegabile come arma di distruzione di massa.

Il loro specchio, se solo potesse parlare, ci racconterebbe di sguardi finalmente compiaciuti dopo lunghe ore di prove per cercare l’abito che calzi meglio sulla turgida corazza fibrosa e la ponga più adeguatamente in risalto, dopo aver trascorso altrettanto tempo dall’estetista a scardinarsi di dosso ogni pelo che contrasti lo scivolamento della mano su una superficie sempre più simile a quella marmorea di una statua ellenica.

Possiamo vincerla la guerra con uno così? No che non possiamo! E neppure pensare di metterci su famiglia, tranne che per poche rare eccezioni.

L’uomo di panza, invece, è uno che, finalmente, è arrivato a capire che esistono ben altre dimensioni in cui esprimersi e lasciarsi apprezzare. E, di contro, riserva le stesse considerazioni anche alla propria compagna, da cui non si aspetta certamente la perfezione e la cura spasmodica di sé.

Anche all’uomo di panza può capitare di dimenticarsi della propria donna, ma normalmente ciò avviene a favore di un buon piatto di bucatini all’amatriciana o di una partita di pallone o dell’amante. Ragioni, queste, decisamente molto meno tristi rispetto all’essere accantonate per due ore quotidiane di flessioni alla sbarra e disumano sollevamento di pesi accompagnato da grida primitive e un corale incitamento di almeno cinque compagni, tutti disposti in cerchio e attenti che il malcapitato non si sgozzi con la barra dei pesi.

L’uomo di panza è un buontempone, ama la compagnia, la birra, le serate in allegria che si protraggono fino a notte fonda, quando solitamente il marmoreo già dorme da un pezzo, altrimenti rischia di non recuperare abbastanza; a meno che non si sia attardato in discoteca dove va appositamente a mostrare “mammamia quanto so’ bello, mammamia quanto so’ figo!”.

Una cosa ho notato, però. Molte delle mie amiche separate sono tornate – come per effetto di una sorta di regressione pre-matrimoniale – ad apprezzare solidamente il vitello tornito (da non confondersi con quello tonnato, che invece è ben altra cosa). Mi sono chiesta spesso il perché e l’unica cosa che mi viene in mente è che, deluse dai contenuti, abbiano pensato “Almeno mi diverto con l’involucro!”. 😉