I tecnici a Roma hanno considerato Roccasecca tra le aree da utilizzare per evitare l'emergenza rifiuti. I documenti che invece lo impediscono. La relazione del commissario indicato dal tar. Che dice No. Zingaretti a Roma: "Questo schifo deve finire”
«La Soluzione Valeriani non mette Roccasecca al riparo dal rischio di riapertura della discarica provinciale». La ‘Soluzione Valeriani‘ è quella individuata nelle ore scorse dall’assessore regionale Massimiliano Valeriani che per sei mesi eviterà il caos rifiuti nella Capitale e non investirà del problema le province del Lazio. Ma la considerazione sul rischio per Roccasecca viene dai tecnici che in queste settimane hanno lavorato sul caso, dividendosi tra i tavoli Ama (la municipalizzata dei rifiuti di Roma), Regione, Prefettura di Roma. (Leggi qui Roccasecca è salva: la Regione evita il caos rifiuti).
Roccasecca resta in elenco
C’è una differenza sostanziale tra il sito di Colleferro chiuso un anno fa e quello di Roccasecca dove il conferimento dei rifiuti lavorati è fermo dalla fine di marzo per esaurimento degli spazi disponibili.
La differenza è che a Colle Fagiolara c’è un provvedimento che dispone lo stop all’utilizzo di quell’area. A Roccasecca c’è invece un progetto approvato ed autorizzato con il quale si prevede un ampliamento: un quinto immenso bacino capace di restare in servizio alcuni anni. Non è stato realizzato quando a fine marzo si è esaurito il quarto invaso, solo perché il gestore Mad Srl ha detto basta: ha rinunciato e non intende più realizzare la discarica.
Ma il progetto c’è, è stato valutato, ha alle spalle un’autorizzazione regionale. È questo a tenere Roccasecca nell’elenco delle aree che possono essere utilizzate per diventare discarica. Soprattutto in caso di emergenza.
Non ci pensate proprio
Non la pensa così l’avvocato Giuseppe Sacco, il sindaco di Roccasecca che ha portato il caso della discarica all’attenzione di tutti gli organi della magistratura: da quella Amministrativa a quella Penale fino a quella Contabile. Per autorizzare il quinto invaso si è dovuto scomodare due volte Palazzo Chigi con una riunione formale del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana.
Per Giuseppe Sacco le autorizzazioni sono decadute nel preciso momento in cui Mad Srl ci ha rinunciato. Non sono trasferibili ad altri soggetti. Non solo: l’area di località Cerreto appartiene a Mad: per realizzare lì il quinto invaso qualcuno dovrebbe prima espropriare l’area e confiscare l’azienda di gestione.
“L’ipotesi Roccasecca è una mera suggestione” assicura il sindaco. “Intanto non esiste più una discarica perché quella che c’era è esaurita ed il gestore ha rinunciato all’autorizzazione del V bacino che quindi non esiste più”. Una delle ipotesi esaminate nei giorni scorsi proponeva di espropriare il sito “per pubblica utilità”. Il sindaco ribatte “Chi ipotizza di requisire il sito, affidare i lavori per realizzare un nuovo impianto con una gara d’appalto e poi affidare la gestione con una nuova autorizzazione sa che serve tempo, e che servono soldi pubblici”.
Ecco dove dovete cercare
Per Sacco ci sono soluzioni più celeri ed a costo zero, con discariche già pronte come Albano o Colleferro. O addirittura già in esercizio come Civitavecchia e Viterbo. “A proposito, a Viterbo attendono l’ok della Regione Lazio al progetto per la soprelevazione a 600mila metri cubi che garantirebbe il fabbisogno di tutta la Regione per oltre un anno e mezzo. E’ tutto scritto nero su bianco nella relazione del Commissario ad acta nominato dal Tar di Latina il mese scorso, nel giudizio contro la Regione nell’individuazione degli Impianti di discarica. Commissario che indica anche la strada da seguire: continuare con provvedimenti emergenziali ad utilizzare Viterbo e Civitavecchia e individuare i nuovi impianti con procedure ordinarie”.
Quindi la strada non passa per Roccasecca. Sacco conferma: “Una diversa iniziativa, Roccasecca compresa, rappresenterebbe un abuso che siamo pronti a denunciare”.
E se l’operazione venisse tentata per realizzare la nuova discarica provinciale, solo ad uso dei Comuni ciociari? Sacco risponde con una domanda: “Perché per Roma, che ha più di una discarica utilizzabile, si adottano iniziative per portare fuori regione i rifiuti e per Frosinone, che ne produce molti meno e non ha una discarica, deve essere fatta una forzatura per realizzarne una, requisendo un’area e spendendo soldi pubblici?”
Questo schifo deve finire
Il problema nasce perché Roma non si è dotata né di una discarica comunale né di una per i Comuni dell’area metropolitana. Scaricando il problema sulle province ha determinato l’esaurimento di Roccasecca con tre anni di anticipo: l’impianto doveva soddisfare le esigenze dei soli Comuni ciociari.
“Questo schifo della più bella città del mondo sommersa dai rifiuti deve finire” lo ha detto il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Frasi pronunciate a margine dell’inaugurazione dei cantieri di riqualificazione del complesso Ater a Tor Sapienza. “Noi vogliamo Roma pulita e far pagare ai romani meno tasse sui rifiuti. La soluzione di portare l’immondizia di Roma in tutta Italia fino a dicembre ovviamente non può che essere provvisoria, perché costa ai romani una cifra immensa. Pensiamo che a questo punto Roma Capitale abbia tutto il tempo per fare ciò che deve fare un’amministrazione che si rispetti. In pratica: dotarsi di una serie di impianti che permetta di trasformare il rifiuto dove è prodotto. I rifiuti sono una risorsa e in tutto il mondo le città che producono rifiuti ci guadagnano trasformandoli in materia prima”.
“La follia di Roma è che brucia milioni di euro dei romani in questo ciclo che sparge rifiuti in tutto il Paese. Dunque serve un piano di impianti. O lo fa il Comune di Roma oppure la Regione Lazio farà valere i poteri sostitutivi, perché questo schifo deve finire”, ha proseguito il governatore.
“Aiuteremo sempre la città come abbiamo fatto in queste ore collaborando con Ama. Lo faremo affinché in estate la città non venga sommersa. Ma ora fino a dicembre la soluzione ovviamente è provvisoria e costa un botto di euro: dobbiamo utilizzare questo tempo per risolvere i problemi della città che non può non avere impianti di trattamento dei rifiuti e un sito dove conferirli”, ha concluso il governatore del Lazio.