Il risultato di Cassino che preoccupa Zingaretti

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Meno male (per il Pd) che qui il Movimento Cinque Stelle non riesce ancora ad essere competitivo nei Comuni. Altrimenti il risultato dei ballottaggi sarebbe stato ancora più negativo.

Mentre il consigliere regionale di Forza Italia Mario Abbruzzese celebra un trionfo storico con la vittoria di Cassino e con l’affermazione a Sora, nel Partito Democratico non si tratta più di resa dei conti limitata al territorio.

Il risultato di Cassino è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Perché a Cassino è andato il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti a dire di votare tutti per Petrarcone, dopo che al primo turno il segretario Simone Costanzo, l’assessore regionale Mauro Buschini e il presidente del Consorzio Asi Francesco De Angelis avevano sostenuto Francesco Mosillo.

Il recupero non poteva esserci e infatti non c’è stato. Zingaretti vuole vederci chiaro: perché Scalia, Pilozzi e Alfieri sono riusciti a far ritirare la candidatura a sindaco di Marino Fardelli e a portare quest’ultimo sulle posizioni di Petrarcone, se poi Buschini, Costanzo e De Angelis non hanno nemmeno provato a lavorare per un accordo tra Mosillo e Petrarcone.


A Zingaretti non piace mettere la faccia dove il Pd perde. Gli avevano già fatto fare una figura simile la volta scorsa a Pontecorvo. Ora gliel’hanno fatta fare doppia perché la faccia l’ha messa su Cassino e su Sora ricevendo e facendosi immortalare con Ernesto Tersigni. Tra poco ci sono le regionali: negli ultimi anni il Pd ha perduto Frosinone, Cassino, Sora, Ceccano, Pontecorvo, Monte San Giovanni Campano. Da dove arriveranno i voti per la conferma in Regione?

L’arrabbiatura è doppia perché Zingaretti perde dove vince il consigliere regionale Mario Abbruzzese (Forza Italia), che ha già prenotato un viaggio ad Arcore per proporre a Berlusconi di prendere il posto di Claudio Fazzone come coordinatore regionale del Lazio. Nel Pd si ballerà.