Sanità, la Brexit di Nicola Zingaretti

Nicola Zingaretti spiega la Sanità che è cambiata in questi anni. E come potrebbe cambiare ora che è possibile assumere ed investire. E spiega perché l'uscita dal commissariamento è un po' come la Brexit

La Sanità che non ti aspetti è quella che prende un ragazzo intrappolato nel corpo di una ragazza e dopo alcune ore in sala operatoria a Cassino lo libera rendendolo maschio a tutti gli effetti. È quella che è quasi pronta a realizzare i trapianti di midollo a Frosinone e nei prossimi mesi aprirà la sezione per il parto indolore tra lo Spaziani ed il Santa Scolastica. Quella che non ti manda più in giro tra gli ospedali di Roma o Milano nella speranza che tolgano il cancro che si è stabilito in una delle mammelle di tua madre o tua moglie: ma ne opera 179 dopo avere creato una Breast Unit specializzata all’interno dell’ospedale di Sora.

È quella che vara una corsia per gli interventi chirurgici su casi che si risolvono in giornata e nel giro di poco realizza 500 operazioni in day surgery. Quella che cerca di ribaltare lo schema con cui siamo andati avanti dal Dopoguerra: ai Pronto Soccorso non ci si va per qualsiasi problema di salute ma solo per i casi gravi ed urgenti. E ti mette a disposizione dei posti – i Presidi Ambulatoriali Territoriali – dove andare se hai solo la febbre oppure ti fa male un fianco: nel giro di poco hanno visitato 18mila persone, più altre 9600 negli ambulatori aperti solo nei giorni di festa, gli Ambufest.

 

La Sanità che non ti aspetti è quella che abbiamo avuto sotto il naso per un anno intero. E che Nicola Zingaretti svela poco alla volta davanti al Commissario Luigi Macchitella che ha voluto con forza alla guida della Asl di Frosinone per centrare quegli obiettivi. Lo ha fatto nel pomeriggio, nella sala accanto al teatro dell’Azienda Sanitaria.

 

IL CRATERE RISANATO

Nicola Zingaretti disegna con i numeri una Sanità che per un anno è stata nascosta dietro ai titoli che invece tirano di più: quelli delle file ai Pronto Soccorso e dei posti che ancora non ci sono. Il governatore non si tira indietro: «Il buco che abbiamo dovuto risanare lo abbiamo pagato tutti sulla nostra pelle di cittadini». Sbatte i pugni sul tavolo quando ricorda il blocco del turn over: ogni dieci sanitari andati in pensione se ne poteva assumere uno soltanto. Rischia di mandare a terra lo smartphone di Macchitella a furia di sbattere quando ricorda che nel 2014 il Governo permetteva solo 5 assunzioni nell’intera Azienda Sanitaria. «Oggi a Frosinone stiamo assumendo 75 professionisti della Sanità. Numeri che descrivono l’immenso lavoro di questi anni, grazie a chi ha tenuto botta, ai lavoratori, ai pazienti e ai loro familiari».

 

Non vuole fanfare il presidente. «Abbiamo fatto solo il nostro dovere. Ma abbiamo fatto in modo che quel disastro non possa ripetersi più: oggi la nostra Sanità non produce debiti, fornisce più servizi ai cittadini, costa due miliardi in meno».

 

LA BREXIT DI NICOLA

Centrodestra e Cinque Stelle nei giorni scorsi hanno detto che è fuffa. Perché tutto diventerà operativo dal primo gennaio 2019. Nicola Zingaretti spiega che l’uscita dal Commissariamento in Sanità (leggi qui Il miracolo di Zingaretti: Lazio fuori dal tunnel dei debiti in Sanità) è come la Brexit. «Dopo essere stati dieci anni commissariati, occorre tracciare un percorso per l’uscita: non esci dalla sera alla mattina, senza sapere dove andare e cosa fare. Lo stesso che è accaduto con il Regno Unito quando ha lasciato l’Unione Europea. Solo che noi lasciamo il commissariamento ed entriamo nel nsotro futuro».

 

Quale futuro? «Noi non siamo arrivati. Noi partiamo ora. Anzi, ripartiamo. Ma quale modello vogliamo: la Sanità della Toscana o dell’Emilia Romagna? Noi siamo diversi da loro perché abbiamo esigenze diverse. Costruiremo un modello su misura per noi: che continuerà a non produrre debiti e ad offrire Sanità di livello sempre più alto».

Mai più macroaree come nell’epoca di Renata Polverini, quando ci si inventò che dovevamo fare area insieme a Roma Est così abbassavamo la sua media; risultato: Roma si è tenuta i 4 posti letto ogni mille abitanti e Frosinone è rimasta a 2, ben lontana dai 3,4 previsti per legge. Però la media era precisa. «La Sanità non è solo numeri, non è solo finanza. È gente che soffre alla quale dobbiamo dare risposte e cure. Più cure, della migliore qualità ed a meno spese».

 

LA BUROCRAZIA CHE SOFFOCA

Stanno per arrivare gli investimenti. Alcuni sono già partiti. A conferenza in corso arriva un sms che conferma l’arrivo del respiratore necessario per riattivare le sale operatorie di Anagni. Un altro messaggio assicura che per mercoledì arriva la nuova Tac per Anagni. Mauro Buschini sblocca subito l’iPhone e manda un messaggio al consigliere Maurizio Bondatti dicendogli di diffondere immediatamente la notizia.

Resta da capire la storia della transazione con il gruppo San Raffaele «Ci ha consentito di risparmiare 38 milioni di euro». L’ex Direttore Generale Mauro Vicano, da pochi giorni rientrato in Asl dopo avere guidato la Saf, fa una smorfia: per non avere voluto accettare le sollecitazioni a trovare una soluzione a quel caso alcuni anni fa venne rimosso.

Ora ci sono da fare le assunzioni. «Ma dobbiamo affrontare la burocrazia. Infernale. Dobbiamo attingere da graduatorie vecchie di otto anni, inviare il telegramma, aspettare un mese per la risposta… Io l’ho detto al Governo che le graduatorie sono vecchie. È tempo di riaprire i concorsi per i ragazzi che escono dall’università. Per fare in modo che ci sia subito una corsia anche per loro, accanto ai medici più esperti».

Finisce tra gli applausi. Per la Sanità che non ti aspetti. E quella che da ora puoi immaginare.