Sarubbo: batteremo la destra come gli Orazi batterono i Curiazi

La Federazione di Latina rivendica una candidatura di territorio alle prossime Politiche. Esattamente come Frosinone. L'ottimismo del Segretario provinciale.

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Omar Sarubbo è Segretario provinciale del Pd di Latina da poco, ma pare un secolo. Il tempo corre e a Latina e provincia, ormai la politica diventa una macchina che complica, tremendamente, anche le cose semplici.

Sono commissariati i comuni di Latina, di Roccagorga, di Terracina e fino a due mesi fa anche Sabaudia. Mica male.

Omar Sarubbo
Segretario ma siamo ad un vero e proprio ingorgo elettorale. Il 4 si vota a Latina in 22 sezioni, il 25 per le Politiche dopo solo qualche mese alle Regionali 

Sono elezioni diverse tra loro, molto diverse. Ma noi le affronteremo: una alla volta. Faremo come gli Orazi e i Curiazi. Io sono un inguaribile ottimista: il rivoto a Latina è una occasione per dare a Damiano Coletta una maggioranza stabile. Il confronto si sta polarizzando tra Zaccheo e Coletta, e nel confronto diretto abbiamo già vinto. Per ben due volte Damiano Coletta ha battuto la destra al ballottaggio e gli avversari sono stati Nicola Calandrini (capo di Fratelli d’Italia e senatore) e Vincenzo Zaccheo leader storico della destra. Abbiamo un lavoro da finire e lo finiremo, il bilancio è stato approvato solo un mese fa, abbiamo da fare.

Ma ci sarà l’effetto traino delle politiche che secondo i sondaggi sono a favore della destra

Guardi abbiamo davanti una destra sovranista. È iniziata una campagna elettorale con toni aggressivi in cui Zaccheo ripete gli schemi già visti nel ballottaggio dell’ottobre scorso. Ballottaggio che ha detto chiaramente alla destra che avevano scelto il candidato sbagliato. Quell’errore resta, tutto e le ragioni del voto polarizzato tra Zaccheo e Coletta favoriscono il secondo: è stato così nel voto “originale” sarà così nella “replica”.

Poi ci saranno le politiche. Cambiano i collegi, quello Latina-Aprilia-Cisterna-Lepini-Pontinia-Sabaudia è aggredibile

Anche qui pecco di ottimismo. Nei collegi uninominali contano i candidati, conta la loro capacità di stare nei territorio. Dobbiamo fare la campagna elettorale. Ho visto tanti favoriti della vigilia diventare sfiduciati al voto. Molti elettori decideranno all’ultimo minuto e questo conto e noi lo faremo contare.

Enrico Forte (Foto: Stefano Carofei / Imegoeconomica)
Lei evidenzia che molto dipenderà dai candidati. Il Pd pontino che “risorse umane” può schierare?

Si decide a livello nazionale perché sono elezioni nazionali. Ma noi abbiamo già trasferito agli organi regionali le nostre diponibilità. Ribadisco disponibilità a mettersi in gioco, a fare la propria parte, a sacrificarsi in una competizione certo non facile. Non è una pretesa di candidatura ma una assunzione di responsabilità.

I nomi?

Beh, parto la me. Sono il segretario provinciale e prima di chiedere agli altri la disponibilità la debbo dare io. C’è anche il consigliere regionale Enrico Forte, l’ex sottosegretario di Stato Sesa AmiciMatteo Marcaccio presidente del Partito, Rita Visini che è stata assessore regionale. Ci sono i consiglieri comunali Daniela FioreTommaso Malandruccolo. Sono candidature di valore, vanno inserite nel quadro regionale dove Roma conta molto e dentro le combinazioni delle alleanze. (Leggi qui: Al lavoro sulle liste: tutti i nomi, tante sorprese)

C’è però un elettorato stanco che pare usare l’aria del Rigoletto: “Questa o quella per me pari sono / a quant’altre d’intorno mi vedo;  del mio core l’impero non cedo meglio ad una che ad altra beltà”. Un partito vale l’altro?

Noi rivendichiamo fatti. Abbiamo dato risposte in tempo di crisi sanitarie, economiche, politiche, militari. Noi siamo europeisti, abbiamo consapevolezza del ruolo dell’Unione Europea. Draghi è stato per noi un valore, lo abbiamo difeso fino alla fine. Abbiamo il senso delle istituzioni. Come vede non siamo tutti eguali. Noi siamo differenti dai sovranisti, da chi flirta con la Russia. Poi ci sono le proposte.

Sandro Bartolomeo e Sesa Amici
Le proposte sono scomparse

Non per no. Noi abbiamo ben presenti nodi come quello della giustizia sociale, delle politiche energetiche dentro un quadro di politiche ambientali. Abbiamo il senso dei diritti civili. La sinistra è giustizia sociale, e ci stiamo battendo per il salario minimo di 9 euro l’ora. E’ una questione di dignità.

Il divario tra i più ricchi e i più poveri si allarga a dismisura

Infatti noi crediamo nel mercato ma con i correttivi. Del resto dopo politiche neoliberiste con la crisi sanitaria, la crisi internazionale abbiamo capito che serve il correttivo dello Stato. E questo è un valore. Dobbiamo creare lavoro, dobbiamo difendere la dignità del lavoro.

Politiche socialiste

L’abbiamo chiamata agenda sociale. Noi abbiamo risposte di equità gli altri solleticano la pancia del paese con impossibili miracoli.

Servono alleanze, o si torna alla vocazione maggioritaria di Veltroni

Dobbiamo costruire alleanze, parlare con altri soggetti sociali, politici. Dobbiamo creare un “campo” che sia “largo” ma anche credibile. La straordinaria macchina da guerra può vincere ma poi non governa. Il segretario Letta ha fatto bene a partire dai valori e dai programmi. Si governa dentro valori e programmi condivisi. Fuori dai denti il Movimento 5 stelle rompendo su Draghi ha cancellato la possibilità di percorso comune. Gli elettori voteranno, questa volta, per essere ben governati.

Giuseppe Conte
Quali valori?

La giustizia sociale l’ho già detto. Ma anche la parità di salario tra uomo e donna, i diritti civili con il diritto alla dignità di morire. La cittadinanza a chi ha studiato da noi, le politiche di genere. La difesa dei diritti conquistati

L’ambientalismo sarà un tema di questa campagna, ma oggi c’è anche la crisi energetica.

Ribadisco il mio ottimismo, ogni problema è una opportunità. Oggi dobbiamo essere più veloci nel creare le condizioni per una indipendenza energetica, dobbiamo fare di più per le rinnovabili. Dobbiamo confermare la strategia che l’Europa si è data su questo fronte. Anzi implementarla.

Resta il nodo della classe dirigente

Parlo di Latina. Il 50% dei Segretari dei nostri circoli sono giovani. Decine di giovani in questi anni si sono avvicinati al Partito Democratico, hanno avuto incarichi, si sono anche candidati ed hanno avuto risultati importanti. Le classi dirigenti non sono mai, si “fanno” sempre.