Se n'è andato Donato Formisano, storico presidente della Banca Popolare del Cassinate. Iniziò da liceale rilevando un garage. Le passioni e le intuizioni. Il gusto per il bello. L'insegnamento ripetuto fino alla fine: 'la formica quando vuole morire mette le ali'
Il giorno del Natale lo ha trascorso con la famiglia. Ma poi la sera ha iniziato a sentirsi male. Nulla di particolare: da anni gestiva una patologia che lo costringeva a stare attento a tavola ma non gli aveva tolto il gusto della vita. Questa volta però è sorta una complicazione che ha reso tutto più difficile. E poco alla volta ha portato via Donato Formisano, storico presidente della Banca Popolare del Cassinate. Si è spento domenica pomeriggio nell’ospedale della sua Cassino. Il prossimo 14 marzo avrebbe compiuto 87 anni: tutti trascorsi in prima linea.
La prima sfida fu un garage
Figlio di un imprenditore del commercio, aveva preso dal papà la formazione all’antica: a 17 anni il padre gli lanciò la prima sfida della vita. Gli disse che avrebbe dovuto vincere la corsa per aggiudicarsi uno storico garage di Cassino che il proprietario stava per mettere in vendita. Donato Formisano portò avanti la trattativa per giorni, senza mai mollare la presa, combattendo a distanza con gente ben più esperta. Raggiunse l’accordo di notte e per paura di un colpo basso della concorrenza non volle attendere l’alba per stipulare l’atto ma andò a svegliare il notaio Scardamaglia nonostante fosse mezzanotte. (Leggi qui Donato Formisano, il parcheggiatore che diventò banchiere dell’anno).
Di giorno al liceo, il pomeriggio al suo garage per fare i compiti e lavorare. Inizia così la storia di un uomo che ha accompagnato il Cassinate nella ricostruzione, nel suo passaggio dall’Agricoltura all’Industria. Fu il senatore Pier Carlo Restagno nel 1957 a volerlo nel board della Banca Popolare del Cassinate che si stava costituendo. Nel 1986 ne diventò presidente e lo è rimasto fino alla fine.
La formica non ha le ali
La sua intuizione più grande fu quella di realizzare una banca a misura del territorio, accompagnando e sostenendo la crescita. Il microcredito fu una sua invenzione, con la quale centinaia di coloni e mezzadri diventati operai Fiat negli Anni 70 poterono realizzare la loro casa.
Fu sempre attento alla solidità dei conti, rifiutando voli pindarici: agli amministratori del suo istituto insegnava che la formica, quando vuole morire, mette le ali: lui voleva restare formica.
Ebbe la forza di rifiutare matrimoni economici da mille e una notte. Ogni volta che si ipotizzava la costituzione di un grosso istituto nato dalla fusione delle storiche Popolari, sul Sole 24 Ore o Milano Finanza appariva puntuale il nome della Popolare del Cassinate. E puntuale, l’indomani, appariva la breve ma ferma smentita del presidente. “Noi siamo una Popolare e vogliamo restare Popolare: facciamo la raccolta del risparmio e l’esercizio del credito. Il resto non è cosa che ci appartiene”. Fu così che creò il mito della Bpc. Fino a diventare, poco tempo fa, Banchiere dell’Anno.
Una filosofia di fronte alla quale venne a rendere merito anche l’ex Governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio.
Formisano, il rigore come abito
Era consapevole di avere un ruolo pubblico. E come tale di avere un’immagine alla quale doversi conformare: perché quando si è sotto gli occhi di tutti lo si è nel bene e nel male. E Donato Formisano voleva essere un buon esempio. Mai un eccesso, mai una parola fuori posto, mai un comportamento tracotante. Nella sua banca ‘in tre minuti di deve poter parlare con il presidente, in due con il vice, in uno con il direttore‘. E se qualcuno scambiava la disponibilità per confidenza, facendone pessimo uso, Donato Formisano non mancava di ricordare il suo ruolo ed il suo peso: ma con il sorriso e con stile.
Una vita fatta di lavoro ma anche di passioni. Come quella per l’arte e lo stile: amava il bello. E le piccole cose. Pochi sanno che alla festa del Patrono non sapeva rinunciare. Così una sera, tornato da un viaggio di lavoro durato alcuni giorni a Malta, al rientro a Cassino vide le bancarelle della festa. Disse al resto della compagnia, che aveva la metà dei suoi anni “Vi vedo stanchi, voi andate tranquilli a riposare, io faccio un giretto”: si ritirò quasi all’alba. E poi, puntuale, dopo qualche ora era rasato di fresco e con l’abito cambiato, al suo posto di lavoro.
Lucido fino alla fine
La malattia non gli ha tolto la lucidità. Fino alla fine ha raccomandato ai familiari la stessa prudenza che aveva avuto lui.
La camera ardente è stata allestito presso l’ospedale di Cassino. Sarà aperta lunedì 28 dicembre, dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 16. Poi la salma verrà trasportata nella Sala San Benedetto della Filiale di Cassino, dove resterà fino al momento delle esequie.
I funerali si terranno martedì 29 dicembre alle ore 15 nella Concattedrale di Cassino.
L’addio a Formisano
La Banca Popolare del Cassinate, nell’annunciare la scomparsa del Presidente Donato Formisano ha sottolineato che «Per tutta la famiglia della BPC è una perdita enorme: col suo carattere forte, deciso, sempre ottimista, tenace è stato un punto di riferimento e una guida sicura. Col suo carisma ha segnato la storia della Banca Popolare del Cassinate. In tutti questi anni, ha saputo guidare la banca con prudenza e lungimiranza, con una straordinaria capacità di visione e di anticipazione del futuro. Ha saputo coniugare tradizione e innovazione e ha trasformato la Banca Popolare del Cassinate in una delle realtà economico-imprenditoriali più importanti del territorio».
Per Francesco Borgomeo, presidente del Gruppo industriale Saxa Gres e presidente di Unindustria Cassino «Con Donato Formisano se ne va un pezzo della storia economia, imprenditoriale e morale del nostro territorio. Soprattutto un faro che ha saputo indicare la rotta ad intere generazioni di uomini, imprenditori, lavoratori. Alla sua capacità di visione non comune, proiettata con lucidità verso il futuro, ci inchiniamo deferenti nel giorno in cui conclude la sua esperienza terrena».
L’ex presidente di Unindustria Davide Papa ne ricorda gli esempi ed i consigli «Ma soprattutto l’impegno e la dedizione di una persona che ha saputo ragionare in termini di Noi e non di Io. Con Donato Formisano se ne va un uomo che ha dato molto a questo territorio».
Protagonista indiscusso
Commosso l’ex presidente della Provincia Antonello Iannarilli. Ne sottolinea «il lavoro svolto con umanità, diligenza e fermezza. Ha guidato la sua banca come un padre. Lo devo ringraziare per la fiducia che ha sempre dimostrato nei miei riguardi e per i miei progetti. È stato grazie a Donato Formnisano che ho realizzato tanto e con il suo sostegno ho creato aziende che danno lavoro a decine di famiglie. Con lui bastavano incontri di poche decine di minuti per capire e valutare la fondatezza delle richieste. A tanti imprenditori ha dato la possibilità di crescere e di svilupparsi».
Per il presidente del consorzio industriale Asi di Frosinone Francesco De Angelis «Con Donato Formisano se ne va un punto di riferimento importante per l’economia della nostra Provincia. Un uomo che ha dato molto al territorio e che ha saputo coniugare tradizione e innovazione. È stato un banchiere capace e attento che ha saputo guidare la sua banca con amore, passione e lungimiranza».
Per Lucio Migliorelli, presidente della Saf, donato Formisano è stato «Indiscusso protagonista dell’economia e dello sviluppo del Cassinate dal dopoguerra ad oggi, è stato un banchiere attento e lungimirante che ha reso la banca solida e punto di riferimento per intere generazioni di imprenditori, professionisti, commercianti e cittadini. Ho avuto modo di salutarlo pochi giorni fa per gli auguri di Natale, un saluto veloce ma che rimarrà impresso nella mia memoria».
Per l’ex presidente del Consiglio regionale del Lazio Mario Abbruzzese Cassino e la Provincia di Frosinone «perdono più che un semplice pezzo di storia! Perdono un uomo umile e sincero, un pilastro per le imprese del territorio che grazie al suo intuito hanno trovato sempre un punto di conforto nel sistema creditizio. Ma soprattutto grazie al sistema creditizio così organizzato hanno avuto il coraggio di osare in momenti difficili e creare un tessuto imprenditoriale non solo nel Lazio Meridionale ma in tutta la Regione Lazio».