Silenzio, gli affari del gas devono restare segreti: l’hanno deciso i sindaci (e me ne frego)

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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La puzza è forte. Non solo perché si tratta di gas. L’odore è quello della fregatura e si sente leggendo le pagine dello ‘Schema di Convenzione per la Gestione in Forma Associata della Procedura di Evidenza Pubblica per l’Affidamento del Servizio di Distribuzione del Gas Naturale‘. E’ in pratica lo schema che regola i rapporti nella futura Ato del Gas metano: la stessa cosa che sta accadendo con Acea per l’acqua tra poco tempo accadrà anche per il metano con cui ci riscaldiamo, cuciniamo, facciamo la doccia (leggi qui la prima puntata, leggi qui l’approvazione della convenzione leggi qui il precedente ) .

Spulciando tra le carte, si scopre che i cittadini non dovranno sapere niente. Che i giornalisti non dovranno sapere niente. Che le cose più imbarazzanti dovranno rimanere segrete. Alla faccia di chi paga. Alla faccia della trasparenza che i Comuni dovrebbero avere perché sono ‘cosa pubblica‘.

La puzza del sospetto si alza firte quando si va a leggere pagina 15 del documento composto da 19 pagine in tutto: Articolo 9 – Obbligo di riservatezza. Testualmente c’è scritto: “Le parti, anche a tutela di eventuali interessi industriali e commerciali coinvolti, si obbligano a
non rivelare a terzi e a non utilizzare in alcun modo, per motivi che non siano attinenti all’esecuzione della presente Convenzione, dati e informazioni, sia verbali che scritte, di cui siano venute a conoscenza in ragione della stessa e della sua attuazione”.

In pratica, io cittadino devo pagare e basta. Cosa c’è scritto, come si sono messi d’accordo, cosa prevede l’intesa, chi ci guadagna e quanto si mette in tasca dei miei soldi, non lo devo sapere.

E fino a quando? Continua il testo dell’Articolo 9 “L’obbligo di riservatezza sarà vincolante per tutta la durata dell’esecuzione della presente Convenzione, nonché per tutta la durata degli atti eventualmente stipulati in attuazione della stessa e per il periodo di 3 (tre) anni dopo il decorso del suo termine di effcacia o la sua eventuale risoluzione”.

In pratica, non ne devo sapere niente adesso, non ne devo sapere niente durante, non ne devo sapere niente nemmeno per i tre anni successivi quando ormai tutti avranno fatto sparire tutto.

Vabbè, ma chi riguarda questo obbligo? Tutti. Lo spiega il Comma 3 “Le parti si impegnano affnché ciascuno dei propri rappresentanti, amministratori, collaboratori e dipendenti sia vincolato all’obbligo previsto dal presente articolo”.

I sindaci del Ato Frosinone 2 – Est e la provincia hanno approvato questo.

Alessioporcu.it, il suo direttore Alessio Porcu, i giornalisti con la schiena ancora un po’ in verticale, saranno ben lieti di violare, ovunque possibile e soprattutto dove impossibile, questo accordo.