Soumahoro e la grandezza di Karibù in una Sezze ristretta

Il vero problema non è Soumahoro né Karibù. Se lo siano spetta ai magistrati stabilirlo. Il problema è nella debolezza economica di un sistema nel quale basta una Karibu ad alterare tutti gli equilibri

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Aboubakar Soumahoro passa al gruppo misto della Camera perché la sinistra che lo ha eletto non lo ha appoggiato nella vicenda Karibù. Avrà le sue ragioni e nessuno può sindacare, ma in genere chi fa la vittima ha qualcosa da nascondere: chi dà la colpa alla scarlattina avuta da piccolo, alla caduta nella marrana per dirla con Alberto Sordi non è proprio un cuor di leone. Ma così è e ciascuno fa quel che sente e accade sempre quel che deve.

Ma la vicenda Karibù resta di rilievo pubblico. Perché evidenzia non un reato, o reati contingenti (se ci sono vedranno i magistrati) ma una debolezza del sistema economico. (Leggi qui: Il caso Karibù e la pietà lepina perduta).

Karibù nella Sezze ristretta

Frame da Piazzapulita

Se metti a Sezze dove l’economia agricola che l’ha caratterizzata per secoli è ridotta ad un ruolo marginale, dove la più grande “impresa” era l’ospedale e ora è forse la scuola Pacifici de Magistris, dove si lavora fuori (a Roma, a Latina) poi arriva lo stipendio che si spende anche fuori, avere un soggetto economico come Karibù che in meno di 10 anni fattura 80 milioni di euro (160 miliardi di lire) ha un peso nel sistema. Perché crea domanda di servizi, è capace di interventi che non hanno eguali nel sistema.

Nella democrazia americana si dice checks e balances, pesi e contrappesi. Se il sistema non ha il “vaccino” ogni virus che arriva crea malattia grave. Si pone, ad una classe dirigente sprovveduta non il disquisire sulla questione, ma cercare di capire le linee di fondo. Non è possibile ignorare la vulnerabilità di una economia non più “originale” ma di impiego pubblico o parapubblico, che può essere aggredita in qualsiasi momento.

Non a caso Sezze sta alle cronache per il cimitero e per l’assistenza che sono quel che resta del mercato qui. Se poi si muovono somme di denaro così ingenti, anche legittimamente, si ha un peso esponenziale nella comunità.

Contro l’economia dell’assistenza

Sezze

Se leggiamo le crisi per le crisi e la dicotomia onesti-disonesti facciamo un danno alla verità. Va ricostruito un tessuto economico produttivo, una sfida epocale, vanno ricuciti gli spazi urbani, va cercato un ruolo della comunità locale dentro quella di area e provinciale. L’economia dell’assistenza a quel punto aggiunge e non determina. 

La crisi setina diventa crisi pontina visto che la classe dirigente di questa provincia era prodotta da una Sezze. Che aveva nell’agricoltura, nel rapporto con la cultura che da secoli si era definita, il suo punto di forza. Che spiegava anche la presenza copiosa di gesuiti, seminari, licei e… 

Il nodo sta qui, Soumahoro in un contesto policentrico sarebbe stato un pezzo della storia. Ora è diventato la storia.