Top e Flop, i protagonisti di martedì 16 aprile 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 16 aprile 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 16 aprile 2024.

TOP

MARIASTELLA GELMINI

Foto: Paola Onofri © Imagoeconomica

Da sempre tutti pensano che sia una gattina ed invece sa trasformarsi in lince pardina con la facilità di chi ha la predazione dentro. Maestrina in più delle volte e front-woman rock quando serve, Mariastella Gelmini ha sfoderato gli artigli in merito all’ultima notizia che circola dalle parti del “cavallo” di Viale Mazzini. Quale? Prima il preambolo utile: al momento per ammissione degli stessi media si tratta di una voce insistente e non di un fatto.

Va detto, anche se quantità e qualità della reazioni suggeriscono che la cosa sia fattuale. Si parla della concreta possibilità di un drastico taglio da parte dei vertici Rai delle repliche estive di Report. La trasmissione di inchiesta guidata da Sigfrido Ranucci ha un appeal di share ottimo. E tale per cui, di solito, le sue repliche vengono da sempre mandate quando la televisione pubblica ha bisogno di bastioni di rincalzo. Cioè nei mesi tradizionalmente meno gettonati per impugnare il telecomando.

Via le repliche di Report?
Sigfrido Ranucci (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

E Report è (era?) appunto uno di quei bastioni da solleone e famiglie in spiaggia o montagna. Inutile dire che è scoppiata una buriana finita in quella Commissione di Vigilanza che è guidata dalla pentastellata Barbara Floridia. E vice presieduta da Maria Elena Boschi di Italia Viva e Augusta Montaruli di Fratelli d’Italia, non esattamente due sodali con la linea di Report.

I membri dem della medesima hanno detto: “Report rappresenta una delle più importanti trasmissioni di approfondimento e di giornalismo di inchiesta dell’intero panorama televisivo nazionale. Un format apprezzato dal pubblico che attribuisce alla trasmissione mediamente un 8-9% di share con punte anche del 12.

E la Gelmini? Lei è probabilmente quella che l’ha messa giù più in purezza e “cazzimma”. Ecco come: “La Rai – che rischia di perdere un volto amato dai telespettatori come Amadeus (e che pare proprio abbia mollato) – è costretta a fare i conti con la mobilitazione annunciata dai giornalisti Usigrai”. Quella “contro la nuova par condicio voluta dalla maggioranza. (Quella) che consente ai rappresentanti del governo di parlare nei talk-show senza vincoli di tempo e senza contraddittorio”.

“La Rai sia pluralista e chiarisca”

Perciò la Rai “chiarisca. Pretendiamo dal servizio pubblico italiano un’informazione indipendente, plurale e di qualità”. Insomma, la senatrice e vice presidente di Azione ha saputo fare somma sia dell’inopportunità politica della possibile via.

E di quella tecnica in purezza assieme a quella che rimanda ad una “mordacchia di governo” alle cose che lo stesso non gradisce. Ed ha fatto centro: con gli artigli, non con la penna rossa da maestrina.

Grrrr… zac!

ANGELO RETROSI

Se i malpancisti che per mesi hanno assediato l’amministrazione comunale di Frosinone, rompessero gli indugi e prendessero in ostaggio il sindaco Riccardo Mastrangeli infilandolo in un pentolone con l’acqua calda, due patate ed un po’ di carote e sedano per cucinarlo a fuoco lento… la loro operazione interesserebbe meno di niente agli elettori di Frosinone. Anzi rischierebbe di essere controproducente.

C’è un elemento che interessa più di ogni altro agli elettori: la sostanza. Funzionano le cose? Sono accesi i nuovi lampioni? Consumano meno energia elettrica e quindi abbassano la bolletta? Sono stati aperti i nuovi parcheggi? C’è un teatro dove andare a passare qualche ora nei fine settimana? Si farà la stazione nuova? I Piloni torneranno alla città? Sono le risposte a questi interrogativi a rendere non lessabile il sindaco Mastrangeli.

E dietro buona parte di queste risposte c’è una persona ben precisa. Si chiama Angelo Retrosi, fa l’avvocato, non si interessa di politica. E Riccardo Mastrangeli sta benedicendo il giorno in cui lo ha chiamato a fare l’assessore ai Lavori Pubblici. Perché non ha preso una persona ma due: l’avvocato prima spiana i problemi burocratici, spesso incancreniti da anni, l’assessore procede con l’appalto.

L’ultima mission impossible portata a compimento da Angelo Retrosi è l’area attrezzata per i camperisti, realizzata a tempo di record nella parte bassa della città. A chi importa? A migliaia di potenziali utenti, come dicono le cifre del settore. E come rivelano i dati registrati nelle città che hanno fatto questa scelta: c’è un mercato immenso legato al turismo camperistico ed allo sport. Frosinone lo ha creduto e ci ha puntato. L’assessore ha realizzato. Ed il sindaco, grazie a lui, ha messo nel pentolone un altro risultato. Grazie al quale, l’acqua per lessarlo non bollirà mai. (Leggi qui: Sì viaggiare e ora si potrà anche sostare con il camper).

Il salvatore sostanzioso.

FLOP

CLAUDIO FAZZONE

di LIDANO GRASSUCCI
Claudio Fazzone (Foto: Alessia Mastropietro © Imagoeconomica)

Ora? Ora pare che i patrioti abbiano imparato a nuotare. Quello che non fece l’allora sindaco Giovanni Di Giorgi riesce adesso al senatore Nicola Calandrini. Lui mette insieme la sua armata di Fratelli d’Italia con la Lega e vario civismo e nella sfida per la governance di Acqualatina batte Claudio Fazzone con Forza Italia, il Pd e qualche civico. (Leggi qui: Acqualatina, vince l’asse FdI – Lega).

Si fa palese che qui la distinzione non è destra-sinistra ma Fazzone e il resto. Questa volta ha vinto il resto. Ma come nel conflitto in Medio Oriente ora si attende la risposta. E come tra Israele e Iran la risposta non sarà immediata ma arriverà immediatamente dopo le elezioni Europee. Perché siamo ad un centrodestra che, se mai è esistito a Latina, è sull’orlo di una crisi di nervi.

Latina oggi è politicamente più insicura. La sindaca Matilde Celentano ha nodi amministrativi all’orizzonte: ci sono nubi politiche. Ed affrontarli con il vento sfavorevole di Forza Italia è meno agevole che provare a scioglierli avendo il vento in poppa. E poi: nel 2025 si vota alle Provinciali e li ci sarà un teatro possibile per la “ritorsione”.

Il leone Fazzone è ferito ma non si darà per vinto. I lupi? Hanno fatto branco ma non hanno un capobranco: il tempo dirà in fretta se questo rappresenterà un problema. Quanto è complesso bere un bicchiere d’acqua che potrebbe essere zolfa. Comunque sia i patrioti hanno l’acqua… Ed hanno imparato a nuotare. Per ora.

Una guerra tra patrioti e liberisti. 

GIORGIA MELONI

Giorgia Meloni

Diciamocela tutta e non fra i denti: il rapporto di Giorgia Meloni con i media è sempre stato difficoltoso. O meglio: lo è da quando Meloni non deve più cercarli come leader dell’opposizione e può permettersi di snobbarli come premier che no, non ha avuto bisogno di colonizzarli. Non ne ha avuto (particolare) bisogno perché da noi in Italia c’è sempre una maggioranza qualificata che scatta in avanti a blandire. Prima ancora che qualcuno cerchi blandizie. Siamo scattisti ed anticipatori, che ci vuoi fare?

Ed è questo il motivo per cui la decisione della maggioranza di squadernare la norma per “dare più spazi a Meloni e ministri in campagna elettorale” non è una sorpresa. E’ solo un upgrade che si poteva evitare, quello e l’emendamento di un oscuro sodale che vorrebbe ridare il carcere ai giornalisti rei di 595 Cp. Della gravità iperbolica dei reati di opinione in Italia se ne parla da anni, ma si risolve poco.

Basti pensare che per diffamazione la prescrizione è eguale a quella prevista per corruzione, sette anni e mezzo. Tuttavia il dato è anche un altro, e rimanda ad una certa ipocrisia sbruffona che sembra aver ammalato anche il cuore della premier sul tema della par condicio.

La par condicio: roba vecchia del 2000
Giorgia Meloni

Cioè di una regola desueta varata nel 2000 ed in un “contesto politico e mediatico molto diverso da quello attuale. E che da allora è stato poco aggiornato, motivo per cui risulta secondo molti obsoleto e da eliminare o sostituire. Lo affermano – a ragione – La Stampa ed Open. Il dato è che la Commissione bicamerale di vigilanza Rai ha dato disco verde ad un emendamento che modifica il funzionamento della cosiddetta “par condicio”.

Ma cosa significa in soldoni? Che gli interventi politici devono essere bilanciati al centigrammo, ma quelli dei rappresentanti istituzionali andrebbero fuori recinto, cioè non farebbero fede. Ora, a contare che un rappresentante delle istituzioni è anche un esponente politico e che mai come in questa legislatura l’identitarismo di partito ammala le istituzioni c’è un guaio.

Quello per cui, specie con Regionali di rango ed Europee imminenti, la maggioranza avrà più voci con la tecnica consolidata del “panino”. Cioè di slot in cui parlerebbe una persona in maggioranza, una in minoranza ed una delle istituzioni. Che è super partes solo a chiacchiere, perché sciorina una linea politica fiduciariamente impregnata dei temi con cui ha vinto la campagna elettorale.

E’ un 2 a 1 a tavolino ed ex ante insomma, e Meloni lo sa benissimo. Lo sa tanto bene che preferisce coglierne i frutti piuttosto che le storture. E non è da premier di tutti. E’ da leader di una parte.

Arcaica e furbetta.