Top e Flop, i protagonisti di mercoledì 6 marzo 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 6 marzo 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 6 marzo 2024

TOP

IL CAMPO LARGO

Elly Schlein e Giuseppe Conte a Firenze (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Gli esperimenti possono essere innovativi e funzionare bene. Oppure possono essere di seconda mano e funzionare ancora meglio perché la fase pioniera è stata già messa a registro. Premessa: il voto regionale in Sardegna è ancora basculante, almeno in punto di Diritto, tuttavia non pare proprio che la certificazione della vittoria di Alessandra Tosse sia a rischio. E anche se fosse, sarebbe comunque una sconfitta per il centrodestra dover cogliere il risultato solo ai tempi supplementari, dopo avere governato per cinque anni quegli elettori chiamati al voto.

E proprio sulla scorta di quel che l’isola ha indicato sia pur con risultati risicati e da “ultimo miglio” sta accadendo qualcosa. Lo spiega bene l’ultimo sondaggio Quorum/YouTrend per Sky Tg24. Che va letto per quello che è: un report a tempo ma su un tempo cruciale, a contare che tra quattro giorni si bisserà in Abruzzo e con una formula per il centro-sinsitra ancor più massiva.

Il dato è che ove si andasse a votare in queste ore “Fratelli d’Italia sarebbe primo partito con il 27,1%. Tuttavia il Partito della premier Giorgia Meloni sarebbe “in calo dell’1,3% rispetto a un mese fa. Si avvicinano il Pd (19,9%, +0,7%) e soprattutto il Movimento 5 Stelle (15,9%, +2,3%). I media parlano di “effetto Sardegna”, di un fenomeno cioè che fonda molto (o anche) sulla nuova equazione del campo largo voluto a suo tempo per il Lazio da Nicola Zingaretti.

Centrodestra in calo: cause cercansi
Giorgia Meloni

Un effetto, come spiega AdnKronos, “che si manifesta anche sulla Lega (8,1%), che perde un 1,2%, e Noi Moderati (0,7%, quasi un punto in meno rispetto a un mese fa) mentre Forza Italia (6,6%) cresce in maniera molto lieve.

La summa è evidente: “Oggi il centrodestra sommato raggiungerebbe il 42,5%, un risultato più basso di quello registrato alle politiche. Peggiorano anche i giudizi sul governo: oggi solo il 36% promuove l’esecutivo di Giorgia Meloni”. Insomma, pare che tra i fattori pesi anche la convergenza di obiettivi tra Elly Schlein e Giuseppe Conte.

“Il 65% dei potenziali elettori di Pd e Movimento 5 Stelle è favorevole a un’alleanza stabile fra i due partiti. È invece contrario il 25% degli elettori potenziali dei due partiti (…). Gli elettori attuali del Pd sono però più convinti di quelli del Movimento 5 Stelle. Fra gli elettori Pd i favorevoli all’alleanza sono il 78%, fra gli elettori M5S il 72%.

Che significa? Che il campo largo funziona e funzionerà comunque e dovunque? No, affatto, ma che non andarlo a verificare sarebbe da fessi. Ripetendo la stessa fesseria politica fatta nel Lazio.

No, non è un campetto.

RAFFAELE TREQUATTRINI

Raffaele Trequattrini con l’assessore Roberta Angelilli e Francesco De Angelis

Rischiava di esordire sul suo nuovo palcoscenico con bene in vista lo stigma dell’uomo scelto dalla destra di governo. Perché la nomina del professor Raffaele Trequattrini alla guida del Consorzio Industriale del Lazio se l’è intestata dal principio il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Massimo Ruspandini (Leggi qui: Il “Laboratorio Cassino”, dove aspettano Ottaviani per un caffè).

La realtà dei fatti è diversa. Vero che il deputato di Ceccano abbia fatto valere il peso del territorio sul tavolo della Regione, dove il dibattito si stava sviluppando su ben altri nomi. Ma altrettanto vero che il professor professor Raffaele Trequattrini non sia frequentatore di sagrestie politiche bensì un docente che in materia di consorzi industriali ha già dimostrato la sua competenza.

A parlare per lui è il periodo in cui ha guidato il Cosilam, il Consorzio industriale del Lazio Meridionale. Che in quella fase era con un piede già calato nel baratro. Colpa di un mondo cambiato nel pieno del percorso di sviluppo del Cosilam: in quella fase i soci facevano a gara per uscire, le banche per reclamare quale di loro avesse le garanzie primarie per poter esigere la restituzione di quanto anticipato. Piaccia o meno, il Cosilam lasciato da Trequattrini aveva una solidità ed una stabilità differenti da quello che lui aveva ereditato.

Visione d’insieme
Raffaele Trequattrini

Che Raffaele Trequattrini non sia un uomo di Partito ma un professore indicato da un uomo di Partito e che nonostante questo sia gradito in modo trasversale, lo dice la cerimonia di insediamento nel suo ruolo di Commissario del Consorzio Industriale del Lazio. La cerimonia di passaggio delle consegne è avvenuta nella sede di Frosinone alla presenza dell’assessore regionale all’Industria Roberta Angelilli e del presidente uscente Francesco De Angelis. Proprio la loro presenza, non dovuta, fa capire che il prof può contare sull’appoggio leale del passato e del presente in regione Lazio.

Il sigillo lo mette l’uscente Francesco De Angelis: che oggi è il POresidente del Partito Democratico del Lazio. “La condivisione – ha evidenziato – è molto importante e proprio per questo motivo non faremo mancare al neo commissario il nostro sostegno. Il professor Trequattrini è un’ottima scelta per capacità, conoscenza e competenza. Un valore aggiunto, perché le sfide del Consorzio saranno moltissime”.

Che tradotto significa: fino a quando ci sarà condivisione, questa sarà reciproca.

Trequattrini ed un appoggio trasversale.

FLOP

CARLO CALENDA

Carlo Calenda (Foto: Andrea Panegrossi © Imagoeconomica)

Tutto bello, tutto acconcio, questo fatto per cui Carlo Calenda è sempre ed argutamente pronto a rilasciare analisi politiche di peso. Tutto carino magari, se solo Calenda volesse tener conto del fatto che spesso i suoi giudizi sono tranchant in eziologia politica-cencellismo. Troppo.

E se il leader di Azione evitasse “tafazzate” sulle quali poi gli utenti social lo castigano con momenti di arguzia clamorosa. Il campo di azione social di Calenda è universo ed universale, ma stavolta lui si è concentrato sul tema del dossieraggio.

Ne abbiamo già scritto: non si entra nel merito di cose preliminari e non si legge politicamente una cosa che ancora deve esser letta stutturalmente. Ma Calenda sembra non saperlo o averlo ignorato, nella sua disamina sul tema che riguarda Giovanni Melillo e Raffaele Cantone.

Il tweet-teorema del leader di Azione
Carlo Calenda (Foto: Carlo Lannutti © Imagoeconomica)

Ed ha riesumato un costrutto in eziologia spiccia che sembra echeggiare i migliori loop di Lega e Forza Italia quando mettevano all’indice le toghe rosse brutte, sporche e cattive. “Si potrebbe aggiungere che gli ultimi tre Procuratori nazionali antimafia a cui normalmente le segnalazioni arrivano sono stati candidati ed eletti con il Pd”. Poi la chiave di lettura calendiana, che è di assoluto rigore per sua sponda ma attaccabile in più punti. “Oramai questa sembra essere diventata una ‘prassi di pensionamento’”.

“Il tutto segnala un cortocircuito tra poteri sbagliato e pericoloso. No, è così, non lo è nella misura in cui i magistrati almeno concettualmente – fanno “solo” i magistrati. E non hanno target politici in mission, ma solo le violazioni presunte della Legge ed i loro attori-atutori ipotetici. Ma al di là di questa che è faccenda cardinale in Italia dai tempi del miglior Berlusconi c’è un altro aspetto che mette un po’ Calenda in casella di autogol.

Il tweet a replica di Simone Bonarrigo è la summa di quella perplessità. Ed è risposta da collezione, di quelli per i quali Propaganda Live darebbe un braccio.

“Carlo tra meno di una settimana ci sono le elezioni in Abruzzo e ti ricordo che sei alleato con il PD. Con te è sempre tutti molto bello”. Buio. Silenzio. Riflettiamo.

Tra morale e moralismo.

QUELLI CHE SI SONO ALZATI

Foto © Alberto Simone

Alla fine hanno dato la responsabilità a Francesco Rocca, dicendo che se ne sia andato per non sentire l’intervento del rappresentante degli studenti. Plasticamente vero ma oggettivamente falso.

Cosa è accaduto in realtà. Che l’Aula Magna dell’Università di Cassino era piena. Sia come segno di rispetto verso il 45° anno accademico che ieri andava ad inaugurarsi e sia per l’attesa lectio magistralis del ministro degli Esteri Antonio Tajani. Ma nel corso del suo intervento il magnifico rettore Marco Dell’Isola ha annunciato che il ministro non avrebbe potuto esserci: chiamato a riferire alle Camere sulle azioni dei separatisti nel Mar Rosso dove hanno danneggiato la dorsale sottomarina di Internet.

A quel punto, terminato l’intervento del rettore e non essendoci quello del ministro, circa un quarto dell’Aula se n’è andato. Anche perché Francesco Rocca aveva altre due tappe in agenda: la Reno de Medici dove la Regione Lazio ha avuto un ruolo centrale nell’evitare i 163 licenziamenti e poi la Casa della Salute di Pontecorvo per annunciare i tempi del riordino di quelle specifiche strutture sanitarie nel Lazio. Vero che Francesco Rocca è andato via. Falso che sia andato via soltanto lui. Meno vero ancora che lo abbia fatto perché irritato da quanto detto dal rappresentante degli studenti.

Foto © Alberto Simone

Innegabile un fatto: chi si è alzato ed è andato via (Rocca compreso) si è perso un grande intervento. Perché non ha fatto sconti alla classe politica, Luigi Gaglione. Prima di lui il rettore Marco Dell’Isola aveva appena evidenziato la forte attrattività dell’ateneo di Cassino verso gli studenti stranieri. A mostrare l’altro lato della medaglia è stato proprio il rappresentante degli universitari, il quale ha denunciato l’assenza di alloggi per gli studenti al punto che “è stato doloroso per noi, vedere tanti colleghi studenti stranieri dover dormire per svariate notti nei parchi pubblici o all’interno della villa comunale“. Vero che poco prima, nel suo intervento il presidente della Regione Francesco Rocca aveva detto di sentire il peso dei ritardi della Regione su questo tema.

Critiche anche alla gestione delle borse di studio: “L’università di Cassino è stata protagonista del cambiamento vissuto in questi ultimi 10 anni. Aveva portato ad un aumento notevole dei vincitori di borse di studio. Ad oggi quei diritti non sono più una certezza, i vincitori non hanno la sicurezza di quando verranno erogate le borse di studio. Diamo merito ad un ottimo lavoro fatto sul diritto allo studio universitario negli anni passati“.

L’intervento di Luigi Gaglione

I ragazzi non mettono la testa sotto la sabbia e di frionte a quanto sta accadendo nel mondo, tramite Gaglione tuonano “Non dobbiamo essere indifferenti. Non dobbiamo far finta di niente. La nostra indifferenza ci rende colpevoli ed il nostro silenzio è corresponsabilità. Da qui, da questo ateneo che ha come valore fondante quello dell’internazionalizzazione, esigiamo un cessate il fuoco per mettere la parola fine su questo conflitto e su questo genocidio”.

Niente sconti nemmeno all’università. “Lo scorso anno, da questa stessa aula, è arrivato forte e deciso il nostro intervento che ha evidenziato il fenomeno del disagio psicologico. Da quel giorno, non ci sono state azioni decise che hanno portato gli studenti che vivono queste difficoltà, ad avere un punto di ascolto anonimo e utile a superare le problematiche riscontrate. Una ricerca dell’anno accademico precedente ha evidenziato che uno studente su tre, durante il proprio percorso di studi, ha incontrato un ostacolo psicologico lieve o meno lieve che ha rallentato, ostacolato o che ha fatto si il proprio cammino accademico cessasse”.

Voce che grida nel deserto.