Top e Flop, i protagonisti di sabato 7 ottobre 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di sabato 7 ottobre 2023

TOP

EDMONDO CIRIELLI-ANTONIO TAJANI

Edmondo Cirielli (Foto: Paola Onofri © Imagoeconomica)

Il bellissimo e pluripremiato film The Hurt Locker del 2008 narra una vicenda molto particolare e tesa. E’ quella degli sminatori Usa impegnati in un Iraq farcito di ordigni nascosti come un panettone lo è di uvetta. Ecco, la crucialità di quel ruolo, fatte le dovute tare, è quella che ci si sarebbe dovuto aspettare da Edmondo Cirielli ed Antonio Tajani.

E i due uomini di FdI e Forza Italia alla Farnesina lo hanno fatto egregiamente. Su cosa? E con chi? La chiave di lettura è sempre quella delle Europee e dei partiti che vanno ognun per sé. Anche a costo di scudisciare gli alleati di governo. Il fuoco alle polveri lo aveva dato il vicesegretario della Lega Andrea Crippa in tema migranti. Per Crippa la strategia diplomatica della premier Giorgia Meloni sulla Tunisia “non ha funzionato”. Tanto che adesso il suo leader manco la vuole più, la “mancetta” di Bruxelles.

Perciò a suo parere, non si sa bene se come leghista o come ugola del capo dei leghisti, “bisogna tornare a fare ciò che faceva Salvini al Viminale”. Poteva nascere una disfida tra alleati, ma il viceministro degli Esteri ed esponente di Fratelli d’Italia, Edmondo Cirielli ha abbassato i toni della replica, volutamente. “Se c’è un’idea risolutiva del problema e se Crippa la declina in maniera giuridica è il benvenuto. Può proporla in Consiglio dei ministri e tutti saranno contentissimi”.

Tutti i partiti della maggioranza, oltre che il premier, vogliono risolvere questo problema. Le buone idee sempre benvenute. Ma le proposte vanno poi tradotte in norme. E il ministro Tajani, che è vicepremier e segretario azzurro? “Penso che quella di Crippa sia stata una iniziativa personale che nasce da un legittimo disappunto, condiviso da tutti, rispetto a una situazione di emergenza che stiamo gestendo da soli come Italia senza il sostegno della Ue”.

Acqua sul fuoco, toni blandi e Crippa disinnescato. Per non finire in una cassetta di miseri resti. The “hurt locker”, appunto.

Sminatori.

RICCARDO MASTRANGELI

Foto © Stefano Strani

L’impressione è che abbia fatto una scelta. O forse l’aveva già compiuta prima. Come gli ‘stiliti‘: i monaci asceti che scelsero di vivere su una colonna, per essere anche fisicamente, non solo spiritualmente, lontani dal mondo e dalle sue tentazioni. Riccardo Mastrangeli, sindaco di Frosinone, in questa fase ricorda molto Simeone il Vecchio.

Intorno a lui le colonne portanti della sua amministrazione comunale stanno tremando. Ed a farle vibrare sono proprio elementi che la sua lista civica ha contribuito ad eleggere. Loro ed altri eletti nella lista del suo principale sostenitore, il coordinatore della Lega Nicola Ottaviani.

Sta correndo con calce e secchiello a tamponare le crepe, il sindaco? Sta consultando in ambasce i Segretari? Né l’uno né l’altro. Riccardo Mastrangeli, come il più distaccato degli stiliti è andato nelle ore scorse all’iniziativa del movimento “Fridays Fort Future“. Cioè quelli che ci ricordano come nel 2030, se non cambiamo le nostre abitudini, le condizioni della Terra saranno incompatibili con la vita umana.

Ed Anselmo Pizzutelli con la sue interrogazioni? I tre che non hanno firmato il patto di lealtà su questa consiliatura? Max Tagliaferri che incalza i suoi assessori? I consiglieri che interrogano la loro maggioranza? Cose terrene: non per uno che ha deciso di salire su una colonna ed essere il più asceta tra gli asceti.

«Le nuove generazioni sono attivamente impegnate a diffondere consapevolezza sulla crisi climatica: il momento di agire è adesso. Lo sa bene la nostra amministrazione, che ha messo in campo una serie di iniziative ad ampio raggio per migliorare la qualità dell’aria e per tutelare, quindi, la salute dei cittadini, in particolar modo dei più piccoli. La priorità della nostra azione è questa».

Con ogni probabilità ha ragione lui. Assessorati e appannaggi sono miserie umane. Lui si concentra su quello che gli altri non vedono e non possono vedere: perché non stanno nell’alto di una colonna, distanti dalle distrazioni terrene. Lui vede una Frosinone che dal 2030 non potrà avere in giro il 60% delle auto che oggi sono autorizzate a circolare, vede un termometro ancora più in alto di quello che abbiamo registrato poche settimane fa. Ed ai ragazzi dice che lui sta con loro. Ed è per questo che sta cercando di costruire una mobilità alternativa: fatta di piste ciclabil, doppio dell’ascensore inclinato, bus elettrico a corsia dedicata, più verde pubblico, parcheggi modali di interscambio.

Ma il mondo, giù con i suoi limiti, vede solo uno abbarbicato su una colonna e non capisce perché.

Riccardo lo stilita.

FLOP

MARINA BERLUSCONI

Eleonora, Barbara, Pier Silvio e Marina Berlusconi con Marta Fascina (Foto: Imagoeconomica)

Un mese fa aveva fatto la sua prima vera uscita dopo la morte del padre. Ed era stata l’uscita più adatta alla bisogna, quella degli Stati generali di Confindustria. Si trattava perciò di un palcoscenico di cui Marina Berlusconi conosceva perfettamente la caratteristiche. E dal quale ha detto cose che in questi giorni stanno faendo massa, non sempre perfetta.

Aveva detto la presidente di Fininvest: “Sono impegnata nelle nostre aziende e amo il mio lavoro, quindi no”. Cioè il suo destino era, è e resta finanziario, mai politico di lascito ereditario, perciò Antonio Tajani stia sereno. E per Confindustria? “Vedo un presidente bravo, uomo o donna non importa”.

E ancora: “Sono contenta che il Paese abbia un governo espressione della volontà popolare, non accadeva da 12 anni e vi ricordate chi era allora il premier. Poi la chiosa: “Da imprenditrice do grande valore alla stabilità. Ho apprezzato molto l’approccio responsabile del governo e della presidente del Consiglio Giorgia Meloni”. Dove e su cosa? “Sia per la gestione dei conti pubblici sia in politica estera. Sono passati solo 11 mesi, restano ancora 4 anni la legislatura è ancora lunga ed ha tante sfide e problemi da affrontare, è anche presto per dare un giudizio compiuto. Va anche tenuto presente che il governo si è trovato ad affrontare una situazione economica complicata”.

Tutto bene dunque? No, perché Berlusconi si era detta perplessa sulla tassa per gli extraprofitti delle banche ed aveva fatto un distinguo peloso. Su quale fosse cioè la differenza tra un “profitto ed un extraprofitto” e su chi avesse stabilito quel limite. Ecco, quel limite lo ha stabilito una cosa che si chiama capitalismo etico. Che mette il profitto al centro ma non ne manda in iperbole antisociale epifanie e protocolli.

E i primi dati di queste ore sull’effetto potenziale della tassa sulle banche lo dimostrano. Arriveranno soldi da ridistribuire a quella parte di società a cui troppo spesso troppe banche dicono di no. Perciò la Berlusconi ha parlato con senno sì, ma senno partigiano.

Le basi dottorè, le basi.