Top e Flop, i protagonisti di venerdì 21 aprile 2023

Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 21 aprile 2023

Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 21 aprile 2023

TOP

MARIO CONTE

Il sindaco Mario Conte

Quante volte abbiamo parlato o sentito parlare di “problemi dei giovani” attribuendone le cause dirette a comode e singole aberrazioni. Oppure a nicchia di socialità degradata da cui “non poteva che succedere” quello che spesso leggiamo in cronaca? E per quanto tempo continueremo ancora a considerare il modo di vivere, agire e pensare dei nostri figli come tendenzialmente corretto e passibile solo di frequenti eccezioni a cui però mettiamo sempre una pezza sociologica contingentata?

I giovani hanno tutti problemi e tutti sono passibili di cedere ad un gigantesco modello negativo. Poi ve ne sono alcuni che cadono nella trappola ed altri che restano in latenza, ma il guaio c’è ed è comune. Lo ha detto e scritto in sunto Mario Conte, sindaco di Treviso. Che ha scritto ai ministri del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Elvira Calderone, dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, dell’Università e Ricerca Anna Maria Bernini, della Cultura Gennaro Sangiuliano, della Salute Orazio Schillaci, dello Sport Andrea Abodi, della Famiglia Eugenia Maria Roccella e delle Riforme Maria Elisabetta Alberti Casellati.

E cosa ha scritto? “C’è l’esigenza di un’azione comune, strutturata e incisiva volta ad aiutare i nostri ragazzi a superare la situazione di disorientamento, insofferenza e disagio che stanno vivendo in questo momento storico“. Nella sua lettera Conte ha lanciato un appello “alla condivisione di tutte quelle proposte utili a dar vita a riforme organiche che finalmente diano ai nostri ragazzi gli strumenti migliori per crescere e coltivare le proprie ambizioni e aspirazioni“.

Lo ha motivato, quel suo scritto: “Nella mia esperienza da sindaco di Treviso ho avuto modo di trascorrere un considerevole numero di ore tra i tanti gruppi di giovani e adolescenti che frequentano la città, soprattutto nel weekend: ho assistito a gravi episodi di maleducazione ed emulazione dei contenuti ‘virali’ sui social ma anche alla loro timidezza, all’inquietudine, al loro bisogno di essere ascoltati e compresi”.

E il suo appello pare una benevola e solenne chiamata alle armi. Perché apparecchiare una società senza tener conto dei commensali pare davvero cosa poco seria.

Pedagogo.

DAVIDE PAPA

Davide Papa

Via le foglie di fico, giù le dita usate come nascondiglio: fare impresa oggi è spesso fare finanza. Cioè: non è più solo pensare come far camminare la tua fabbrica, fargli produrre l’oggetto migliore e più bello degli altri ad un costo più competitivo. Ma è sempre di più la ricerca del modo per far girare la moneta: aumentando il flusso in entrata e riducendo al minimo quello in uscita. A pagare il prezzo di questo gioco sono spesso le banche.

Poi ci sono quelli che hanno deciso di conservare un modo antico di lavorare. Ed è alla loro ricerca che è andato il “Credit Reputation Awards”, il premio dedicato alle aziende che hanno saputo distinguersi maggiormente per puntualità verso il Sistema Bancario e Finanziario durante l’intero 2022. A lanciarlo negli anni scorsi è stata Centralerisk S.p.A., specializzata nel monitoraggio della salute finanziaria delle aziende.

Per assegnare i premi, Centralerisk svolge un’analisi attraverso la propria piattaforma Monitor CR: elabora e rende fruibili i dati della Centrale Rischi, facilitando la lettura e l’analisi delle informazioni relative alla salute finanziaria delle imprese. Le aziende premiate ai CR Awards sono imprese che hanno dato prova di puntualità e rigore nei rapporti con le Banche, comprovati dall’analisi delle rilevazioni contenute nelle Centrale dei Rischi di Credito per tutto l’anno 2022. Dei veri casi di virtuosità all’interno del sistema imprese italiano, considerato che, secondo gli ultimi dati di Banca d’Italia del maggio 2022, delle oltre 160mila società di capitali in Italia, sono solo 12.500 quelle che presidiano costantemente i loro dati della Centrale Rischi.

Cento imprese invitate. A Milano ieri pomeriggio presso la sede dell’Hotel Principe di Savoia, in Piazza della Repubblica Cento imprese con fatturati compresi tra 5 milioni e oltre 3 Miliardi di fatturato: nomi del calibro di Autotorino, Fileni, Granterre, Sammontana, Molino Casillo, Tamoli Italia.

E c’era anche un’impresa del Sud Lazio. A ricevere il premio è stato il gruppo AutoEuropa / Eco Liri, punto di riferimento per l’automotive nel centro Italia con la sua rete di vendita, assistenza, servizi legati al post produzione. Il gruppo guidato dal presidente Davide Papa ha ottenuto uno dei maggiori ranking in assoluto: per efficienza e puntualità nei rapporti con il sistema bancario è del tutto paragonabile ai colossi nazionali. Che fanno impresa. E non giocano a fare finanza. Sulla pelle delle banche.

Severo ma puntuale.

FLOP

CGIL-CISL-UIL

Una volta li chiamavano “i confedereali”. E quella trimurti era e per moltissimi versi resta, senza possibilità di equivoco e malgrado letture complottarde, la sola speranza che nel mondo del lavoro qualcuno non tenga il piede poggiato sulla nuca delle persone. Tuttavia va detto. Come tutti i sistemi complessi anche Cgil-Cisl e Uil non sono immuni da pecche tecniche, omissioni e clamorose sbandate si comparto.

Comparto come quello che soprassiede ad esempio alla tutela dei diritti dei lavoratori delle Rsa. Spieghiamola con un esempio pratico: “Hanno ragione ed è sacrosanta la protesta dei lavoratori delle Rsa che hanno manifestato a Torino, lamentando paghe indecorose di 5 euro l’ora per gli operatori sanitari e di 6 euro l’ora per gli infermieri.

Chi lo ha scritto? I i segretari generali Confsal e Snalv Confsal, Angelo Raffaele Margiotta e Maria Mamone. E poi? “I lavoratori giustamente protestano perché aziende del settore socio-assistenziale applicano un vecchio contratto. È quello risalente al 2004, sottoscritto dai sindacati di settore di Cgil, Cisl e Uil, e non il vigente contratto stipulato da Confsal e Snalv Confsal. Che prevede paghe orarie di oltre 9 euro l’ora per gli Oss e di oltre 10 euro l’ora per gli infermieri, come facilmente verificabile”.

Insomma, i due hanno detto chiaro e tondo che i lavoratori di quel settori sono sotto scacco perché la “Trimurti” di comparto dei grandi sindacati non fa il suo dovere da anni.Questa è la verità vera”. Margiotta e Mamone hanno anche “provveduto a smentire e denunciare la falsità di dati e dichiarazioni diffuse dai sindacati confederali”.

A voler essere morbidi sul caso c’è un rimpallo di responsabilità. Che nel merito però chiama in causa Cgil, Cisl e Uil di settore, con Confsal e Snalv Confsal che “hanno già da tempo denunciato alle Istituzioni competenti l’evidente dumping salariale messo in atto da aziende. Che, nel silenzio di altri sindacati, applicano il ccnl Anaste del 2004 firmato da Cgil, Cisl e Uil. Azioni giudiziarie a tutela dei lavoratori sono state già avviate e sono in corso di evoluzione”.

Non è dato sapere chi abbia ragione fra i contendenti ma una cosa è certa. Ed è che i tre “confederali” sono i sindacati che si prendono il 90% del mainstream mediatico e la più parte delle tessere. E se una cosa del genere fosse vera vorrebbe dire che per tenersi quelle percentuali e quei tesserati devono fare di più. Molto di più.

Indietro, molto indietro.

MARCO TRAVAGLIO

Marco Travaglio (Foto: Sergio Oliverio © Imagoeconomica)

C’è tutto. Racchiuso in un’immagine. Tutto il peggio. Perché la vignetta pubblicata ieri da Il Fatto Quotidiano che ha innescato buona parte del dibattito politico della giornata non è satira. Nemmeno è scontro politico. È inciviltà, è becera retrività, è insulto tanto violento quanto gratuito.

C’è tutto in quell’immagine: c’è il sessismo scontato, c’è la battuta da osteria. C’è la donna retrocessa a corpo e basta, c’è un sottofondo fastidioso di misoginia. Ma soprattutto c’è una persona che non ha incarichi pubblici, non cerca i riflettori, svolge il suo lavoro nella Fureria della politica e non nelle truppe d’assalto.

È per questo che è sgradevole avere messo al centro di quel linciaggio Arianna Meloni. Perché la sua unica ‘colpa’ a questo punto è quella di essere la sorella di Giorgia Meloni e la moglie di Francesco Lollobrigida. Ritratta a letto il flagrante adulterio con un uomo di colore. Perché dovrebbe far ridere? Qual è il paradosso che vorrebbe evidenziare? Ma soprattutto: perché lei? E perché in quel modo inutilmente violento e volgare.

Difende la sua scelta editoriale il direttore Marco Travaglio, dicendo di non avere il tempo da perdere per spiegare le battute a chi non le capisce. Ma le battute, se hanno bisogno d’essere spiegate, sono fallite: la potenza della battuta sta nel suo essere fulminea ed efficace; se deve essere spiegata non ha centrato né l’uno né l’altro bersaglio. Soprattutto s’è trasformata in dileggio gratuito.

Fermo restando il diritto sacrosanto di criticare ed attaccare l’avversario politico, nulla autorizza a sconfinare nel sessismo e nel razzismo. Perché altrimenti si diventa esattamente come quelli che idealmente si dice di voler combattere.

Fuori dal vaso.