Top e Flop, i protagonisti di venerdì 8 settembre 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 8 settembre 2023

Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 8 settembre 2023

TOP

GIORGIO GORI

Nicola Zingaretti con Giorgio Gori © Sergio Oliverio / Imagoeconomica

Una cosa va detta su Giorgio Gori: fin dai suoi esordi nella politica e nella vita pubblica in generale è stato di una chiarezza disarmante. A volte quella chiarezza è stata a servizio di una precisa rotta, ma con Gori l’impressione è che la sua sincerità non sia mai andata davvero a traino di un’idea più grande e partigianamente necessaria.

No, Gori ama dire la verità più di quanto non ami propalare le verità della parte che sostiene e che contiene parte della sua esistenza pubblica. Lo aveva dimostrato a suo tempo con le Primarie del Pd e l’elezione di Elly Schlein e lo ribadisce in queste ore con una denuncia precisa. “L’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati è un compito dello Stato. Lo dice la legge (DL 142/2015 art.19)”.

“I Comuni possono svolgere una supplenza temporanea, in caso di indisponibilità di posti nelle strutture statali, e comunque senza costi o oneri a loro carico”. Insomma, da sindaco di Bergamo Gori ha detto quello che tutti pensano e ha dato un’altra impressione. Che cioè sia del tutto irrilevante che adesso al governo ci sia il destra centro e che la sua denuncia sia solo un’analisi fattuale senza “scossoni” agli avversari.

“Succede invece esattamente il contrario: lo Stato non fa nulla e scarica oneri e costi sui Comuni, rimborsandoli in modo del tutto insufficiente”. E ancora: “Per questo il Comune di Bergamo ha prima diffidato e poi attivato un ricorso al Tar contro il Ministero dell’Interno, per ottenere il rispetto della legge e la restituzione dei costi impropriamente sostenuti”. E in chiosa un appello. “Sarebbe utile che anche le altre città – governate dalla sinistra come dalla destra, non c’entra il colore politico – facessero la stessa cosa. E che nel frattempo il Governo attivasse immediatamente i 4.000 posti Sai aggiuntivi, richiesti dall’Anci e finora negati”.

Come un condottiero di opportunità ma senza gli alamari dei capi spacconi e delle loro botteghe.

Giorgio l’ha detto.

BRUNO BURATTI

Il generale c.a. Bruno Buratti

In ambiente militare, per esaltare il ruolo dei generali si dice che la loro ‘greca‘ bianca sulla spallina ad indicare il grado emani luce. E più stelle ci siano attorno, maggiore sia il bagliore. Il generale di corpo d’armata Bruno Buratti di stelle intorno alla greca ne ha ben tre: roba che per parlarci servono i Ray Ban, sempre inteso nella goliardia da caserma. Al di là della quale è chiaro che non sia stata una visita di cortesia quella compiuta nelle ore scorse nel Comando Provinciale di Frosinone.

Non è stata una semplice scampagnata perché non si scomoda per queste cose un generale di quel rango e con il comando della Guardia di Finanza nelle regioni del Centro Italia.

Il generale Buratti ha messo in chiaro una serie di punti. La criminalità che agisce in provincia di Frosinone si è evoluta ed al fianco dei suoi tradizionali campi d’azione ha iniziato ad operare in maniera strutturata ed assistita nel campo finanziario, puntando in maniera scientifica sui crediti d’imposta. Per questo la Guardia di Finanza ha aumentato del 20% il personale investigativo destinato alla provincia di Frosinone ed ha costituito un pool per il Sud Lazio formato da elementi del Servizio Centrale Operativo e dei comandi di Frosinone e Latina.

Non siamo in presenza di frodi improvvisate. La collaborazione di professionisti compiacenti è un’evidenza” ha detto il generale, evidenziando “i risultati ottenuti in Ciociaria attraverso l’adozione di misure come le interdittive antimafia, la dichiarazione di incapacità di trattare con la Pubblica Amministrazione ed il divieto di esercitare attività d’impresa”.

Segnali preoccupanti vengono registrati dalla Finanza nei settori della ristorazione, della vendita di carburanti, autotrasporto ed autorivendite nei quali in provincia di Frosinone c’è una particolare tendenza all’infiltrazione”. Le indagini hanno registrato un ritorno dell’attività legata all’usura.

Fin qui la parte ufficiale. Chiaro poi che ce ne sia una tra le righe: un non detto che però è stato evidente con la sola presenza di una greca e tre stelle a Frosinone, al fianco del colonnello comandante Cosimo Tripoli. È un chiaro segnale affinché suocera intenda: la Guardia di Finanza c’è, sa fare il suo mestiere, ha la situazione ben chiara, possiede gli uomini ed i mezzi necessari, sta mandando il maggior numero di rinforzi previsti nel Centro Italia. A qualcuno forse non era chiaro. Ora non ci sono dubbi.

Chiaro? Abbagliante.

FLOP

ROBERTO FIORE

Roberto Fiore (Foto: Carlo Lannutti © Imagoeconomica)

Da leader della destra più massimalista un po’ era nell’aria che lo facesse, ma la speranza era anche che lui fossi arrivato a più miti consiglio con le sue idee urlate. E invece no, il leader di Forza Nuova Roberto Fiore ha corteggiato spudoratamente per settimane l’ultimo totem delle esagerazioni muscolari.

E quando Fiore ha intuito che il generale Roberto Vannacci poteva essere un ottimo testimonial per ciò che la storia ha seppellito da tempo non ci ha pensato due volte. Ed ha detto la sua, cominciando su X: “Nella speranza che sia contro la guerra, e contro la follia vaccinale, chiedo a Roberto Vannacci di presentarsi, per Forza Nuova, alle elezioni suppletive di Monza.

Per Fiore sarebbe stato un “atto di coraggio che lombardi e italiani apprezzerebbero. Gli italiani vogliono una Rivoluzione Italiana. Roberto Fiore non è solo leader di Forza Nuova, ma è anche cittadino in attesa di una sentenza ad ottobre. E’ quella per la devastazione alle sede romana della Cigil del 9 ottbre 2021. Lo è nel filone che lo vede imputato con alla sbarra Castellino ed Aronica.

E lo è per devastazione aggravata in concorso e resistenza, più istigazione a delinquere. Per Fiore quel corteo era stato autorizzato e “non essendoci eversione dell’ordine pubblico di fronte la liceità del corteo non ha ragione d’essere la devastazione”.

Ma qui il problema non è l’accostamento irriverente tra procedura in itinere e prese di posizione politiche, in entrambi vigono presunzione di innocenza e legittimità di pensiero. Il problema è “solo” di opportunità a chiedere arruolamenti mentre la tua stessa impalcatura esistenziale ed ideologica è a rischio. Ma quella Fiore pare proprio non conoscerla.

Sfiorisce la modestia.

QUELLI CHE NON C’ERANO A GALATINA

Giovanni Acampora

I social hanno trasformato la società. Rendendola molto più stupida ed evanescente. Prima, se si intendeva manifestare si scendeva in piazza e si faceva baccano; qualcuno andava oltre e spaccava anche un po’ di vetrine, incendiava qualche macchina. Oggi si risolve tutto con il disegno di un pollicione rivolto verso il basso. E basta.

Non basta, non può essere così. Come dimostra il caso del 72° Stormo dell’Aeronautica Militare: l’unica Scuola Volo Elicotteri dell’arma azzurra specializzata in ‘ala rotante’. È destinata ad andare via da Frosinone, lasciare l’aeroporto Girolamo Moscardini per trasferirsi a Viterbo e dare vita ad un’unica struttura interforze insieme all’Esercito Italiano.

Tutti sul territorio hanno detto no. Ma nessuno è andato a Galatina nel leccese per dimostrare che il territorio è attaccato al suo Stormo ed intende fare di tutto per tenerlo a Frosinone. A Galatina infatti c’è stata la cerimonia di consegna dei brevetti ai giovani allievi della Scuola Volo Elicotteri. In totale 49 nuovi piloti, tutti formati nel 72° Stormo di Frosinone e nel 61° Stormo di Galatina. Ma anche nel Centro addestramento equipaggi MultiCrew di Pratica di Mare.

Alla cerimonia c’era il ministro della Difesa Guido Crosetto, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il sindaco di Galatina, i vertici del 72°. A rappresentare il territorio? Quelli del pollicione dov’erano? C’era Giovanni Acampora, presidente della Camera di Commercio. Con la sua presenza ha dimostrato che il territorio della provincia di Frosinone crede per davvero in quella struttura militare. E non solo a parole, non solo quando bisogno mettere un like. Ma anche quando c’è da scomodarsi e fare qualche chilometro. Per ribadire al ministro Crosetto che quello Stormo è parte della storia del territorio e della sua economia.

La concretezza sotto le ali.