Trequattrini e un debito: gli equilibri tra Dipartimenti in Università dietro alle dimissioni

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Non è stata una mossa strategica. E nemmeno una scelta tattica. Dietro alle dimissioni di Raffaele Trequattrini da pro rettore vicario dell’università di Cassino non c’è un piano. Come, ad esempio, fare un passo indietro oggi per compierne due in avanti domani quando arriverà il momento di designare il nuovo vertice dell’ateneo. E magari rivendicare una candidatura a rettore, con le stimmate dell’innocente perseguitato. Ha mollato. E basta. Per garantire un clima più sereno, stemperare i veleni ed i sospetti.

Strategia politica avrebbe voluto che la mossa delle dimissioni venisse compiuta subito. Evitando di restare per due settimane sulla graticola. Quella arroventata dai 31 milioni di contributi Inps non versati più i 9 milioni di interessi e sanzioni che quel debito ha fatto maturare. Il delegato al Bilancio era lui. Ed a lui, economista di chiara fama, secondo il giudizio di molti competeva accorgersi che qualcosa nei conti non quadrava.

Le dimissioni hanno l’effetto di congelare i possibili attacchi alla governance che negli ultimi vent’anni ha gestito, nel bene e nel male, l’università di Cassino. Gli scricchiolii si erano iniziati ad avvertire martedì scorso, quando il professor Marco De Nicolò (Dipartimento di Lettere e Filosofia) ha sollevato apertamente la questione. Facendo notare che forse sarebbe stato opportuno un passo indietro.

Subito il dipartimento di Economia e Giurisprudenza ha fatto quadrato intorno al suo uomo. Il direttore Giuseppe Recinto ha detto: non indicheremo nessun altro al posto di Trequattrini fino a quando la vicenda non sarà chiarita.

Ingegneria non intende sconvolgere né gli equilibri né le alleanze. L’attuale vertice nasce da un’alleanza tra Ingegneria ed Economia alle scorse elezioni: un asse al quale si alleò anche parte di Lettere. Proprio per questo il magnifico rettore Giovanni Betta (Ingegneria)  ha congelato la posizione del suo vice. Non lo scarica, aspetta che la situazione verrà chiarita, se ne uscirà immacolato gli riconsegnerà le deleghe. Per lo stesso motivo si terrà ad interim la delega al Bilancio rimessa da Trequattrini.

Già nelle prossime ore farà un breve giro di consultazioni per individuare un docente a cui assegnare invece il ruolo di Vicario. Per il gioco delle alleanze e degli equilibri con molta probabilità finirà a Lettere. Ma sarà un mandato a termine. Che finirà prima del 31 dicembre prossimo.

Martedì il rettore Betta incontra a Roma il ministro Valeria Fedeli. Le comunicherà i risultati della prima fase dell’inchiesta interna: non un buco in senso tecnico perché nessuno si è appropriato di qualcosa. Ma un modo di gestire la situazione che ha creato 31 milioni di debito più 9 milioni di sanzioni ed interessi. Il tutto perché non c’erano abbastanza soldi per pagare tutto e subito. E chi gestiva i conti pagava quanto poteva, mettendo tra i Residui Passivi (la voce di bilancio in cui si segnano i debiti) la parte che restava scoperta. Nascosta tra le Partite di Giro: debiti che hanno una copertura certa e verranno onorati appena arriveranno i soldi.

Indiscrezioni romane dicono che molto difficilmente il ministero potrà aiutare l’università: Cassino dovrà risolvere da sola il problema.

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