Tutta un’altra storia se vince Bonaccini. Al ritmo di Bella Ciao

Foto © Imagoeconomica / Alessia Mastropietro

La lucida analisi di Nicola Zingaretti, che non forza sulle sardine. E aspetta con calma la verifica di gennaio mentre Matteo Renzi e Luigi Di Maio oscillano tra voti di fiducia e fibrillazioni. Mentre Matteo Salvini e Giorgia Meloni giocano benissimo ma continuano a perdere nel voto di Camera e Senato.

Dovremmo tutti capire l’enorme portata del fatto che le piazze italiane sono stracolme di folle che cantano “Bella ciao”. Chi non capisce la potenza rivoluzionaria di questo, non ha capito niente della vita”. Lo ha detto il segretario del Pd Nicola Zingaretti parlando del movimento delle sardine a margine di un convegno sulla presentazione di un disegno di legge contro l’omotransfobia.

Aggiungendo anche: “Il movimento della sardine è libero, autonomo e indipendente. Bisogna smettere di chiedergli troppe cose”.

Nicola Zingaretti e Graziano Delrio © Imagoconomica / Alessio Mastropietro

Sono parole che andranno ricordate a fine gennaio, dopo le elezioni regionali dell’Emilia Romagna. Perché se vincerà Stefano Bonaccini, sarà soltanto Zingaretti a potersi intestare la vittoria. E in quel preciso momento dovrà rendere onore alle sardine, senza la mobilitazione delle quali la partita sarebbe stata comunque complicatissima.

Oggi invece è aperta e naturalmente il centrodestra a traino leghista mantiene intatte le possibilità di vittoria. Se così fosse il quadro sarebbe completamente ribaltato, con Matteo Salvini inarrestabile.

Ma per adesso le cose stanno diversamente. E come stanno le cose? Partiamo dal Parlamento, perché la nostra resta una Repubblica parlamentare. Nonostante spallate potentissime il centrodestra di Matteo Salvini e Giorgia Meloni continua a perdere nei voti dell’aula. Anche il Senato ha dato il via libera alla manovra. Le defezioni, le assenze e i dubbi nei Cinque Stelle, almeno per il momento, non fanno andare sotto la maggioranza. E l’asse Lega-FdI continua ad accumulare sconfitte tra Montecitorio e Palazzo Madama.

Poi c’è la maggioranza. Il premier Giuseppe Conte continua a crescere nei sondaggi, nonostante un’azione politica non esaltante. Ma il dato vero è un altro: Matteo Renzi vota sì ma protesta e si differenzia, Luigi Di Maio fa le bizze su tutto ma ha perso senatori importanti, Leu è sparito.

Il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte

L’unico che dà la sensazione di coerenza e determinazione è proprio il Pd di Nicola Zingaretti. Il quale aspetta le verifica di gennaio con calma, ma nella consapevolezza che in ogni caso non dovrà essere lui a temere le urne. In ogni caso.

Intanto però aspetta le elezioni emiliano-romagnole. Se vince Bonaccini comincia davvero tutta un’altra storia. Magari anche con le sardine.