Salvini a valanga, Meloni trionfa. Conte e Di Maio affondano

Chi ha vinto e chi ha perso in Umbria: test nazionale, poche scuse. La Lega sfonda gli argini e si prende una clamorosa rivincita. Fratelli d’Italia boom. Luigi Di Maio passa da una Caporetto all’altra, Giuseppe Conte si riscopre senza voti e senza appeal. Nicola Zingaretti e il Pd a un bivio.Il “pareggio” di Silvio Berlusconi e la giusta assenza di Matteo Renzi.

Il voto dell’Umbria ha rappresentato un test nazionale. Donatella Tesei (centrodestra) è stata “incoronata” presidente della Regione con un distacco di venti punti su Vincenzo Bianconi, del centrosinistra. Basterebbe questo per dare il senso della rivoluzione sancita dal verdetto delle urne. Ma non basta. Perché l’Umbria è sempre stata governata dal Pci-Pds-Ds-Pd, che ora ha poco più della metà dei voti della Lega. Non basta perché Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni è il terzo partito. E non basta perché il Movimento Cinque Stelle è crollato. Non basta perché Forza Italia è la terza gamba della coalizione di centrodestra, con meno della metà dei voti dei Fratelli d’Italia.

La neo governatrice Tesei con Matteo Salvini

Il significato politico del test però va oltre perfino questa analisi. In Umbria negli ultimi giorni non erano andati soltanto i leader politici dei vari Partiti, ma anche il presidente del consiglio Giuseppe Conte, che quindi si era esposto. E’ stato travolto pure lui. Infatti Salvini lo ha attaccato senza pietà, dicendo pure che “al governo del Paese ci sono degli abusivi”. Troppo ampio il distacco tra le due coalizioni, troppo netta la vittoria.

Ma chi ha vinto e chi ha perso in Umbria?

Salvini e Meloni Top

Ha stravinto il Capitano della Lega Matteo Salvini, capace di portare il Carroccio ampiamente sopra il 35% e vicino al 40% in una storica roccaforte rossa. Una rivincita enorme dopo il ribaltone di agosto. Proverà la spallata subito. Ha trionfato Giorgia Meloni, con i Fratelli d’Italia oltre il 10% e addirittura terzo partito in assoluto. In continua crescita, sta indovinando tutte le mosse e adesso l’asse sovranista Lega-Fratelli d’Italia ha bisogno fino ad un certo punto di Silvio Berlusconi.

Forza Italia ha pareggiato: la percentuale inferiore al 6% dimostra il calo a picco di quella che è stata la nave ammiraglia del centrodestra per 25 anni. Ma Silvio Berlusconi ha avuto il merito di reinserirla nella flotta del centrodestra, anche se in posizione defilata. Agganciando il… Carroccio giusto.

Di Maio e Conte flop

Donatella Tesei © Imagoeconomica, Paolo Lo Debole

Nell’alleanza giallorossa lo sconfitto più grande è Luigi Di Maio, con i Cinque Stelle sotto l’8%. Il Movimento ha dato davvero la sensazione di voler rimanere attaccato al Governo a tutti i costi. Il M5S pensato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio non esiste più. La leadership di Di Maio è in discussione adesso.

Ha perso anche, e di brutto, Giuseppe Conte. Forse Grillo si era illuso sulla sua capacità di poter risollevare la coalizione. Non è andata così. Ha pesato pure una manovra economica scialba, senz’anima, con diverse tasse e perfino con la bocciatura dell’Ue. Il premier in questi mesi, al di là di frasi da fiera della banalità, non ha dato la sensazione di poter guidare né il Paese né la coalizione.

Aveva ragione Zinga

Ha perso Nicola Zingaretti: il Pd ha dovuto cedere su tutto il fronte in una sua roccaforte. Se l’aspettava, considerando quello che era successo in Umbria. Ma non con queste proporzioni. In più l’alleanza con i Cinque Stelle non funziona. Il rischio vero è quello di demotivare gli elettori del Pd. Restare al Governo in questo modo può “spegnere” i Dem, meglio forse pensare ad elezioni politiche e a un periodo all’opposizione per capire davvero il da farsi. L’abbraccio con i pentastellati si è rivelato mortale.

E lui lo aveva detto. Sin dall’inizio. La scorsa estate, nel pieno della più folle crisi nella storia repubblicana, voleva portare al voto il Pd: affinché fossero gli elettori a Derenzizzarlo, senza dare tempo al Rottamatore per creare e strutturare un suo soggetto politico. Ora è tardi. Renzi si è depurato.

Foto © Filippo Attili / Imagoeconomica

Matteo Renzi non ha partecipato, né con il proprio Partito né alla campagna elettorale. Non può competere con Salvini sul piano elettorale. Ma sul livello politico la sua assenza dalla foto di gruppo di venerdì (quella di Conte, Zingaretti, Di Maio e Speranza) dice che ha voluto sottrarsi alla sconfitta. Riuscendoci.