Via Aldo Moro e lo “schiaffo” del vescovo a quel nostro sollievo ipocrita

I colpi di pistola e lo scossone del vescovo Spreafico: alle nostre coscienze che forse hanno ceduto alla lusinga del compromesso

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: “Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo”. (Lc 13, 1-5)

Il brano di Luca sembra adattarsi perfettamente alla situazione che noi tutti ci siamo trovati di fronte alla incredibile notizia di una sparatoria. In pieno centro di Frosinone, nell’ora del passeggio, con una vittima rimasta per terra ed altri feriti. Anche in quel caso, in quello raccontato da Luca, si era verificato che c’era stato uno scontro armato tra romani e zeloti ed era stato versato del sangue. (leggi qui: Gli spari allo Shake ed il sepolcro di Frosinone).

Era anche accaduto, racconta Luca, che, qualche tempo prima una parte della torre della piscina di Siloe fosse rovinata su alcuni frequentatori di quel luogo. La domanda che viene posta a Gesù è se la responsabilità di quel male possa essere riferita a coloro che poi ne erano rimasti vittime.

Dobbiamo confessarlo: è stata la prima reazione che tutti abbiamo avuto, di fronte alla sparatoria di via Aldo Moro.

Quando la violenza ha una bandiera

Abbiamo tirato un respiro di sollievo quando abbiamo appreso che lo scontro a fuoco era avvenuto tra due gruppi di albanesi o meglio di frusinati di origine albanese. E’ bastato un aggettivo per darci consolazione: non sono dei nostri! Siamo stati subito pronti a tirarci fuori da qualunque responsabilità. Igor Traboni, giornalista de L’Avvenire dopo avere guidato per anni Ciociartia Oggi, ha evidenziato come neppure un fiore sia stato deposto sul luogo dell’omicidio.

L’ha messo bene in evidenza il vescovo di Frosinone, monsignor Ambrogio Spreafico, commentando i fatti di via Aldo Moro, durante la veglia di preghiera, che si è tenuta nella chiesa di San Paolo ai Cavoni, lunedì scorso. Ci accorgiamo della brutalità della violenza ha detto il vescovo soltanto quando diventa eclatante. (Leggi qui: Top e Flop, i protagonisti di mercoledì 13 marzo 2024).

Giudicare per tirarsene fuori

Il vescovo Ambrogio Spreafico

Ma tutti sanno che in via Aldo Moro ci sono frequenti pestaggi, atti di bullismo, scene di altro genere, che mostrano la mancanza di rispetto minimale delle regole del convivere civile. Davanti alla violenza, quali sono le nostre risposte? basta condannare? Basta giudicare e così tirarsi subito fuori? Sono parole che interpellano la nostra coscienza.

Dobbiamo chiederci se anche noi, in qualche maniera, abbiamo collaborato al male che è montato attorno a noi e che è esploso, in maniera appunto eclatante, una settimana fa in via Aldo Moro. E’ il senso di quello che dice Gesù, nella sua risposta a chi gli pone interrogativi sui due fatti di sangue accaduti a Gerusalemme. Se non vi convertirete, dice Gesù, se non cambierete vita, perirete anche voi come loro.

L’appello del vescovo alla responsabilità

Anche qui mi piace riportare il commento di Monsignor Spreafico: dobbiamo prenderci la responsabilità di rispondere al male con il bene, costituendo fin da questo momento un mondo di relazioni fraterne, amicali. Ne siamo responsabili tutti – ha detto il vescovo – piccoli e grandi che siamo, poveri o ricchi che siamo, deboli o forti che siamo.

Ognuno deve fare la sua parte. Il ragionamento di Monsignor Spreafico, che poi è il ragionamento di Gesù, è assolutamente fondato: i fatti di via Aldo Moro sono il frutto di un modo di vivere che tutti quanti abbiamo contribuito a creare. E non possiamo voltare la testa e guardare da un’altra parte.

La “cresima” della consapevolezza sociale

La droga e l’alcol, il gioco d’azzardo, gli atti di violenza, lo sfruttamento della prostituzione, del lavoro nero, degli immigrati, le frodi fiscali, le truffe agli ospedali e sui farmaci… sono in mezzo a noi.

Fanno parte della nostra vita quotidiana e noi facciamo finta di non accorgercene. Quei colpi di pistola esplosi in via Aldo Moro devono essere una specie di schiaffo per ciascuno di noi.

Come quello del giorno della cresima, una ripresa di coscienza forte, per diventare, finalmente, cittadini degni del Vangelo, non più disposti a cedere alle lusinghe dei compromessi.