Lo schiaffo di Viterbo, Vittorio Sgarbi silura Antonio Tajani

Foto © Imagoeconomica, Paolo Lo Debole

Il sindaco di Sutri: “Non può essere l’europarlamentare il successore di Berlusconi, mi candido a guidare il Rinascimento di Forza Italia”. Una posizione che riapre molti capitoli anche in Ciociaria.

Da sindaco di Sutri Vittorio Sgarbi si è sentito “toccato” quando Antonio Tajani, nel corso della tre giorni tra pochi intimi di Viterbo, ha parlato della Tuscia come di un territorio abbandonato. A quel punto ha deciso di rompere gli indugi e di far sapere, urbi et orbi, di essere pronto a guidare il Rinascimento” di Forza Italia, il cui futuro, ha evidenziato, è nell’alleanza con la Lega di Matteo Salvini.

Vincenzo Boccia ed Antonio Tajani alla Convention di Viterbo © Imagoeconomica, Livio Anticoli

Il ragionamento di Sgarbi è semplice, aritemetico: “Loro stanno sopra il 30% e noi sotto il 10%”. Come se non bastasse, Sgarbi ha parlato dello “schiaffo di Viterbo”, volendo accendere i riflettori sulla mancata partecipazione diretta di Silvio Berlusconi alla manifestazione L’Italia e l’Europa che vogliamo. (leggi qui Sedie vuote e niente Cav, chiude la convention di Forza Italia a Viterbo).

Poi Sgarbi, come ha riportato il quotidiano Libero, ha spiegato: “Il successore di Berlusconi non può essere Tajani, antico giovane monarchico, fedelissimo di Berlusconi, ma privo di fantasia politica che non sia convenzionalmente europea come la sua esperienza prevalente. Uomo gentile, Tajani non è in grado di accendere un popolo abbandonato”.

Aurigemma, Ciacciarelli, Palozzi: i tre consiglieri del Lazio usciti da Forza Italia © IchnusaPapers

Bisognerà vedere se quella del critico d’arte è una provocazione politica o una strategia vera e propria. In ogni caso le sue parole mettono in evidenza un qualcosa che anche in provincia di Frosinone è emersa chiaramente. Erano in tanti da queste parti ad aspettarsi uno scatto da parte di Tajani. Lo aveva esplicitamente chiesto il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, ci ha sperato Mario Abbruzzese, lo ha atteso fino all’ultimo Danilo Magliocchetti.

Quello scatto non è avvenuto, nel senso che in Forza Italia si continua secondo le indicazioni di Silvio Berlusconi. Ma allora, se non cambia nulla, perché annunciare i congressi e  il rinnovamento della classe dirigente? Il risultato è che in tantissimi sono andati via. Ma il fatto vero è che in questo modo Forza Italia è condannata all’irrilevanza. Fra l’altro attenzione: la legge elettorale non è stata ancora cambiata. Ammesso che lo sarà.