Blossom Avenue porta Anagni nella logistica del futuro

Il progetto Blossom Avenue a Anagni prevede la creazione di un parco logistico sostenibile e green, da 70 milioni di euro e 400.000 mq, con impegno per l'occupazione e rispetto ambientale. Si attende approvazione comunale e regionale, rilanciando l’economia e l’immagine cittadina.

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Un progetto che si può valutare da tre punti di vista diversi. Da una parte c’è la volontà di aprire all’imprenditoria di ultima generazione, confermando l’idea di fare di Anagni una zona attrattiva per nuove realtà economiche. Dall’altra c’è la voglia di green; l’idea, insomma, che si possa fare impresa nel rispetto del territorio circostante; tanto più in una zona particolarmente colpita da questo punto di vista.

Da ultimo, ma non meno importante, c’è la possibilità “politica” di uno scatto in avanti. Per superare le polemiche legate al fatto che finora l’amministrazione cittadina avrebbe operato più per annunci che per realizzazioni pratiche.

Blossom Avenue

Siamo ancora nella fase iniziale; ma  il progetto per un parco logistico che il gruppo Blossom Avenue ha presentato ad Anagni due giorni fa nel  corso di una commissione Urbanistica che ha visto la presenza del sindaco Natalia può essere un punto di partenza importante per una città che sogna di andare avanti nel segno dell’imprenditoria 3.0, quella sostenibile e green.

Un progetto da 70 milioni di euro (7 di sole opere di urbanizzazione), che dovrebbe portare a realizzare un parco logistico da 400.000 metri quadrati. Di cui 140.000 saranno coperti, 100.000 verranno destinati ad un impianto fotovoltaico, ed altri 140.000 ad una superficie verde. Per ora si è ancora nella fase progettuale; il primo step è quello dell’eventuale approvazione in consiglio comunale. Che sarà propedeutica, in caso di esito positivo, al passaggio finale, quello presso la Regione Lazio, per l’approvazione definitiva.

Ma cos’è Blossom Avenue? Un gruppo che si occupa da anni di realizzare progetti di edifici innovativi, sostenibili e per lo sviluppo della rigenerazione urbana. Come il parco logistico, appunto, che dovrebbe essere realizzato nel quartiere di San Bartolomeo, alla periferia della città dei papi.

Il parco logistico

Cos’è un parco logistico? Uno spazio riservato allo stoccaggio delle merci, alla logistica ed agli uffici. L’idea, quindi, è di andare oltre il settore secondario tradizionale, della produzione e dell’impatto sul territorio, puntando sui servizi, sull’innovazione e sul rispetto dell’ambiente circostante. L’aumento della superficie verde previsto nel progetto consentirà, ad esempio, di contenere l’emissione delle particelle di Co2; la raccolta delle acque piovane permetterà di ridurre in modo consistente lo spreco di risorse idriche.

A tutto questo va aggiunta la volontà di realizzare nella zona tutta una serie di opere compensative; un impianto di sorveglianza, la strada di collegamento con la stazione ferroviaria; un impianto polifunzionale; l’ampliamento del laghetto presente in zona.

Un insieme a cui va aggiunto un altro elemento importante; quello legato all’incremento occupazionale; le previsioni fatte dai referenti del gruppo parlano di un possibile impiego di circa 800 persone nella nuova realtà; l’amministrazione comunale anagnina, tra indotto ed altro, ha calcolato un possibile raddoppio della cifra. In ogni caso, una scossa non indifferente per una realtà come quella di Anagni che vive da tempo una profonda crisi economica ed occupazionale.

La città che immaginammo

Daniele Natalia

Ma c’è anche un terzo punto, come detto, quello politico. Il progetto sarà anche un modo, come ha fatto capire anche il sindaco Daniele Natalia nelle sue prime dichiarazioni (“sta prendendo forma la città che abbiamo immaginato  nel 2018”), per superare le polemiche che negli ultimi tempi stanno caratterizzando la sua amministrazione.

Accusata di essere più portata all’annuncio che alla realizzazione pratica; più allo spot nell’immediato che alla prospettiva lunga. In questo senso, e non è un fattore secondario, l’occasione è importante.

E quindi da non sottovalutare.