Confimprese guarda negli occhi il Dragone: due volte

Al Sole 24 Ore Guido d'Amico annuncia la chiusura di importanti protocolli di intesa con la Cina. Per "rafforzare le nostre relazioni internazionali, commerciali e istituzionali. La preoccupazione di Borgomeo per la sfida cinese lanciata da Xiaomi: un'auto ogni 76 secondi

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

“Per raggiungere una crescita stabile, un’impresa deve essere all’altezza della sua convinzione”. Non è un lancio di agenzia, ma un detto cinese risalente all’epoca in cui le giunche solcavano mari pericolosi. E con il coraggio di farlo mettevano a regime proficuo i rapporti commerciali ed umani di un’intera, immensa area. E Guido D’Amico un po’ della saggezza antica del Dragone non solo deve avercela, ma è riuscito anche a metterla a regime con il Dragone di oggi.

Una Cina dalla cui partnership economica nessuno potrà più prescindere nei prossimi decenni, al netto di ogni giudizio etico. Lo stato dell’arte è stato verificato e squadernato in quel di Milano, dove nei giorni scorsi Confimprese Italia ha gettato le basi per due accordi con Pechino. E D’Amico, che di Confimprese è presidente in perenne rotta di concretezza, aveva già fatto trapelare sui social l’importanza di quel momento. Geografica, con la capitale economica d’Italia a fare da teatro.

Volumi d’affari e cifre del 2023

Il video della Super Factory

Poi economica, con una serie di interazioni su temi chiave di utilità per le Pmi. Infine strategica, per la partnership raggiunta con un Paese che incarna l’export più massivo del pianeta e che in quanto ad import è secondo solo dietro gli Usa.

Nel 2023 l’Italia ha importato dalla Cina beni censiti per 46.810,67 euro. E nello stesso anno Roma ha esportato verso Pechino un valore in beni pari a 19.166,73. Sono cifre che spiegano da sé come servano cabine di regia per ogni comparto.

Se non bastassero i numeri, a calare la briscola ci pensano le tecnologie avanzate ed i video che le riassumono. Da un altro fronte imprenditoriale, quello di Unindustria, il presidente della Territoriale di Cassino Francesco Borgomeo da due giorni è turbato da un video promozionale che arriva dalla Cina. Riguarda l’automotive: cioè la polpa del tessuto industriale della sua area di competenza, il Cassinate. Il video è quello della Xiaomi Superfactory nella quale viene prodotta un’auto ogni 76 secondi.

Il concetto è che l’automotive italiano ed europeo sta per confrontarsi con una superpotenza andando allo scontro armata con forchette di latta: quel video dice che aumentare il numero di veicoli prodotti non corrisponde affatto ad aumentare l’occupazione. In quella superfactory praticamente è tutto automatizzato: a lavorare sono 700 robot che provvedono all’assemblaggio e test. Poco più della metà (381 robot) supportano 20 operai nell’area in cui si assembla la carrozzeria, con 8 robot per ogni stazione di lavoro, 4 su ogni lato dell’auto. Ed a fine linea la macchina prodotta va anche al parcheggio senza operatore.

Lo scenario: il China International Import Expo

Lo scenario era quello dell’VII edizione del China International Import Expo (CIIE). Aveva scritto d’Amico: “Oggi a Milano assieme ai presidenti delle confederazioni regionali del nord-Italia, abbiamo parlato di fondi interprofessionali”. E poi di “credito ordinario, agevolato e confidi”. Il tutto in attesa di una giornata due “intensa di incontri, a partire dalla sigla di un importante accordo bilaterale con la Camera di Commercio Cinese in Italia. I presupposti per uno step a suo modo epocale c’erano tutti quindi. E poche pre dopo avevano trovato polpa.

Come? “Come Confimprese Italia firmiamo oggi due accordi importantissimi. Il primo con la Camera di Commercio cinese in Italia che prevede un quadro di collaborazione a 360 gradi con tutto il sistema. Invece il secondo accordo è con la Fiera di Shanghai che prevede la nostra partecipazione come delegazione ufficiale e che si terrà a metà novembre di quest’anno”.

Le due vie della Seta di D’Amico

Che significa? Che c’era un Memorandum nell’aria. Per la precisione un Memorandum of Understanding. Di cosa parliamo? Di un protocollo di intesa, un un accordo sottoscritto per formalizzare la collaborazione tra le parti, come piace a D’Amico che è allergico agli intenti solo proclamati sul mainstream.

L’annuncio è arrivato anche con un’intervista del Presidente di Confimprese Italia a Il Sole 24 ore, a testimonianza della crucialità dell’accordo internazionale raggiunto. “Abbiamo appena siglato un’importante Memorandum of Understanding per avviare una forte cooperazione commerciale con istituzioni e aziende cinesi”. Il senso è chiaro: per interfacciare le imprese italiane e quelle cinesi serve un bouquet, un organismo mediatore che agevoli gli scambi e metta a regime le azioni preliminari.

Ha spiegato d’Amico al quotidiano economico: “Sono tantissime le imprese italiane che ci chiedono aiuto per avviare rapporti di interscambio oltreoceano. Abbiamo da sempre intrattenuto un cordiale rapporto con la Cina. Ora grazie a questo accordo stringeremo ancor più il legame di cooperazione per promuovere un import/export più orientato ed efficiente.

A novembre Confimprese a Shangai

Il tutto con un upgrade tutto settato sull’associazione: “Anche in previsione della partecipazione di Confimprese Italia alla settima edizione del China International Import Expo, prevista a Shanghai dal 5 al 10 Novembre 2024. D’Amico ha insomma chiuso un accordo molto importante, nel quale è stato direttamente coinvolto Lv Xiao, segretario della Camera di Commercio cinese in Italia.

Che ha detto: “Oggi è (una giornata) importante, c’è la cerimonia di firma fra noi come Camera di Commercio cinese in Italia e Confimprese. Speriamo che tramite la nostra collaborazione e la Fiera di Shanghai possiamo aiutare le aziende italiane andare in Cina”.

Anche lui ha in Shangai il suo target: “Oggi la Camera di Commercio cinese firma un accordo con Confimprese per la Fiera di importazione più importante nel mondo, che si terrà dal 5 al 10 novembre a Shanghai”. La chiosa di D’Amico dà il senso di quanto sia diventato cruciale chiudere accordi più che annunciare di volerne fare.

“Tutto questo si incastona perfettamente in un accordo storico che noi abbiamo con il sistema Cina”. Perché “crediamo fortemente che, anche attraverso questi accordi, si possono rafforzare le nostre relazioni internazionali, commerciali e istituzionali che ci stanno molto a cuore”. Nell’anno in cui si celebrano i sette secoli dalla morte di Marco Polo un po’ di sana enfasi ci sta tutta.