Frosinone, il paradiso può attendere

L'orologio della verifica nella Giunta di Frosinone. Perché può permettersi si battere molto lentamente. Il caso delle cambiali politiche: ancora da onorare o già saldate. I rischi che vengono da fuori

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Dipendesse esclusivamente dal sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli, la verifica politico/programmatica all’interno della sua maggioranza avrebbe due sole possibilità. O non si farebbe proprio o al massimo sarebbe preferibile farla dopo le elezioni Europee. Abbondantemente dopo.

Il sindaco proverà a posticiparla. In fin dei conti, da qui alla data delle elezioni di inizio giugno ci sono in agenda solo due Consigli comunali ordinari e due dedicati al question time. Poca roba e per nulla rischiosa.

Non è detto però che ci riesca. Dipende dalla pressione che arriveranno. Non tanto dai Partiti: da qui a giugno resteranno concentrati quasi esclusivamente sulla campagna elettorale per il Parlamento Europeo. E l’assetto della giunta di Frosinone non è evidentemente una priorità, al momento. Molto allora dipenderà dalle sollecitazioni a chiudere subito tutto che faranno alcuni Consiglieri e liste civiche della sua maggioranza.

La forza di Mastrangeli

Riccardo Mastrangeli con la sciabola

Intanto Riccardo Mastrangeli è consapevole (e quindi forte) di alcuni dati oggettivi incontestabili. Il primo. Aver ottenuto 22 voti (l’intera maggioranza) sul Bilancio votato nell’ultimo Consiglio comunale non era un fatto scontato. Si trattava del documento più rilevante ed incidente dal punto di vista amministrativo ed anche politico. Perché non votarlo avrebbe obbligato a preparare le valigie; votarlo ha voluto dire mettere nelle mani del sindaco una cambiale politica in bianco fino alle forche caudine del prossimo bilancio; cioè tra un anno. A priori. Ma votare compatti il conto ha avuto anche un altro significato: ribadire che nei momenti che contano e quando serve la maggioranza tiene. Tutta, “malpancisti” compresi.

Questa circostanza testimonia altresì che nessuno, né in maggioranza, tantomeno nell’opposizione, ha alcun interesse (o la forza) per determinare la fine anticipata della consiliatura. In maggioranza sanno che verrebbero polverizzati dagli elettori riportati in anticipo alle urne; in opposizione sanno di non avere un candidato da contrapporre. In queste condizioni, a casa prima del tempo nessuno ci vuole andare. Questo lo hanno capito tutti.

Il secondo punto di forza. Facendo sempre ricorso all’istituto della seconda convocazione (riproponendo gli argomenti servono meno voti per approvare le delibere), Mastrangeli ha praticamente già in cassaforte i provvedimenti necessari per completare il suo programma amministrativo. Impossibile che vada “sotto” in seconda convocazione.

C’è poi un terzo elemento, per nulla trascurabile. Che induce il Sindaco a non avere fretta.

La verifica complessa

Mauro Vicano e Pasquale Cirillo (Foto © Massimo Scaccia)

Il terzo elemento è la complessità della verifica. Che inevitabilmente andrà affrontata dal primo cittadino con i Consiglieri ed i Gruppi consiliari, attraverso contenuti congiunti: programmatici e di Giunta. Le due cose vanno a braccetto, indissolubilmente: inutile girarci troppo attorno. Perché è assolutamente vero che tra i Consiglieri e assessori ci sono “sensibilità” diverse su alcuni temi amministrativi importanti, che andranno chiariti e adeguatamente puntellati. Ma è altrettanto vero che le richieste di assessorati ci sono eccome e sono superiori rispetto alle disponibilità.

Qualcuno, all’esito della verifica, potrebbe rimanere comunque scontento. Il perché è abbastanza semplice. Le richieste di assessori, almeno in ipotesi, sono come minimo tre. Salvo altre. La prima. Quella in capo alla lista di Mauro Vicano che prima delle dimissioni aveva in Giunta, forte di un patto stretto con Mastrangeli durante il ballottaggio, l’avvocato Alessandra Sardellitti. Ovvio e naturale che Vicano si aspetta di avere ancora una rappresentanza in Giunta, per se o per altri indicati da lui, anche dopo la verifica. Se non dovesse accadere, non è affatto scontato che il manager della Asl ed ex presidente Saf continui a sostenere la maggioranza.

La seconda. Quella manifestata dal Capogruppo della civica Frosinone capoluogo, federata con Forza Italia, Pasquale Cirillo. Il quale ha chiesto ufficialmente al sindaco di sostituire l’assessore della sua lista Maria Rosaria Rotondi. Ad oggi “retta” in consiglio da nessuno. Fino a questo momento la richiesta è rimasta priva di riscontro.

Ultimo, ma non per questo meno importante, il potenziale assessorato da attribuire alla lista dello stesso sindaco: quella composta dai consiglieri Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella e Francesco Pallone. Con quest’ultimo rimasto sempre fedelissimo al sindaco, mentre i primi due si sono collocati, a volte, sull’Aventino.

Vecchie cambiali

Anselmo Pizzutelli (Foto: Massimo Scaccia)

Bisogna capire se determinate cambiali politiche sono da considerarsi ancora valide o ormai scadute. Su tutte quella di Vicano: l’assessorato promesso ad Alessandra Sardellitti lo ha avuto ed è lei ad essersi dimessa senza che nessuno la cacciasse. Basta per dire che la cambiale è stata soddisfatta?

Giova ricordare poi che nel momento in cui fu varata la Giunta, a luglio del 2022, fu detto e scritto che ogni gruppo consiliare di maggioranza avrebbe avuto una rappresentanza in Giunta. Tuttavia, in virtù dell’accordo preso con Vicano, per trovare l’equilibrio necessario, proprio la lista del Sindaco rimase senza assessorato. A parziale ristoro furono date dal sindaco due deleghe consiliari: allo Scalo per Anselmo Pizzutelli e allo sport per Francesco Pallone. Questa circostanza, è stata ingoiata “per la causa”, ma non del tutto digerita. È una cambiale ancora da onorare o le due deleghe hanno svolto la loro funzione tacitatoria? È chiaro che il quesito si riproporrà in sede di verifica.

Se si vogliono “recuperare” definitivamente i 2 consiglieri “malpancisti” della prima ora bisognerebbe offrire loro un pacchetto completo, all inclusive non solo dal punto di vista programmatico.

Resta poi da chiarire la posizione del terzo “malpancista ante litteramGiovanni Bortone. Formalmente è ed interviene in Aula come capo gruppo della Lega. Di fatto, fa squadra con Pizzutelli e Mirabella con i quali non sottoscrisse a suo tempo il documento di rinnovo della fiducia al sindaco. Come è agevole rilevare. Manca un assessorato tra quelli disponibili, due al massimo.

Sempre più difficile

Alessia Turriziani e Sergio Crescenzi

Mastrangeli non azzererà mai la sua Giunta. Perché se si mantiene il patto con Vicano è complicato riconoscere un assessorato anche alla lista del Sindaco. Dando comunque per scontato la conservazione del posto in Giunta per la lista di Cirillo, Frosinone Capoluogo: sia se rappresentata dalla Rotondi o dallo stesso Cirillo o un suo delegato.

Infine, sembra aver perso consistenza la richiesta di entrare in Giunta da parte del Consigliere Sergio Crescenzi di FdI. Primo, perché si tratta di una autocandidatura e non di una richiesta avanzata da tutto il Gruppo consiliare; con questa premessa Mastrangeli non darà mai seguito. Secondo, perché la consigliera Alessia Turriziani, in quota FdI, è stata nominata dal sindaco Presidente del Distretto Sociale B di Frosinone. Una richiesta di assessorato a questo punto appareeccessiva.

A margine di tutto, c’è poi un ulteriore elemento che merita attenzione e che il sindaco sta valutando con equilibrio: il fattore quote di genere (rosa) in Giunta. Il comma 137 della legge n. 56/14 dispone che “nelle giunte dei Comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40%, con arrotondamento aritmetico“. Tradotto: se i posti che il sindaco deciderà di rendere disponibili in Giunta saranno 2 (in ipotesi) e coerentemente con l’attuale assetto dell’esecutivo e rispetto della Legge, dovranno essere occupati da un uomo e da una donna.

Paure trasversali

Il sindaco ‘trasversale’ di Ferentino Piergianni Fiorletta

Come è evidente, lo scenario della verifica non è affatto semplice perché la coperta è corta e ogni decisione presa rischia di recuperare qualcuno ma di perdere altri. È anche una questione di numeri futuri in Aula. Normale quindi che Mastrangeli si prenda tutto il tempo necessario per valutare ogni mossa e ogni scenario, consapevole del fatto che avrà comunque, all’esito della verifica, la “copertura” dei Partiti della coalizione. Lega ovviamente, ma anche FdI e FI.

Nessuno nel centrodestra che Governa a livello centrale e alla Regione proverà a rompere al Comune Capoluogo. I rischi potrebbero venire da altre direzioni. Quali? Basta guardare quello che sta accadendo per le Comunali: a Ferentino e Veroli, ad esempio. Dove il civismo trasversale si sta sostituendo ai Partiti tradizionali.

Per questo ci vogliono tempo, pazienza e bilancino di precisione. Da farmacista. La campagna elettorale per Frosinone 2027 non è poi così lontana.