Gpu Seeweb, l’intelligenza artificiale che si fa gli affari suoi

C’è finalmente un regolamento europeo sull’IA, ma anche una risposta tutta italiana ai colossi americani che gestiscono i big data senza dirlo e ogni tanto se li perdono pure. Arriva dalla “Cyber Ciociaria”. Baldassarra, Ceo del provider Seeweb, vuole fare sistema: «Successo in contesti gelosi dei propri dati, spazio a modelli per la riservatezza».

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

È da quando furono lanciati un’alleanza europea e un piano coordinato sull’AI, ormai cinque anni fa, che si attendeva un regolamento vero e proprio. La fine del 2023 coincide con l’attesa approvazione dell’Ai Act: il primo decreto normativo sull’intelligenza artificiale in Europa come nel mondo.

Parlamento e Consiglio europeo hanno trovato una prima quadra per una legge da far entrare in vigore dal 2026 e recepire da tutti i produttori di Ai nel giro di tre anni. Una risposta tutta italiana ai colossi del settore, ormai più inaspettatamente, arriva dalla Ciociaria. Ovvero da Seeweb, cloud computing provider frusinate di eccellenza nazionale e parte del gruppo tecnologico europeo Dhh.

Sono ormai due anni che lavora con le infrastrutture della nuvola informatica per l’universo dell’intelligenza artificiale. E lancia la sfida del cloud server Gpu ai colossi americani finanziati da miliardi di dollari. Aziende e centri di ricerca possono creare la propria artificial intelligence nel server virtuale di Seeweb, senza condividere minimamente i propri dati con chissà quale profilatore di modelli e preferenze.

Intelligenze non troppo discrete

La WebFarm Seeweb

Non si deve passare forzatamente per rivoluzionarie ma ancora troppo poco discrete chatbot come ChatGpt: opera del centro di ricerca OpenAi di Microsoft. Che è stata già sanzionata e si è già dovuta adeguare alle ultime norme sulla privacy dopo una strigliata delle autorità di controllo.

Nove mesi fa si è verificata una grossa violazione di dati riguardanti conversazioni con l’utenza e informazioni riguardo al servizio a pagamento. Si erano “dimenticati” di dire che quella enorme mole di dati personali veniva raccolta da OpenAi per lo sviluppo degli algoritmi.

In generale, vista la situazione, stanno crescendo però sistemi tutti italiani per tutelarsi da rischi di appropriazione indebita di dati sensibili. Ci si affida, come nel caso di Seeweb, a data center gestiti da persone in carne ed ossa in edifici tradizionali fatti di mattoni e cemento. Non si finisce nell’infinito universo di Big tech che, per mille motivi e giri, potrebbero trarre un qualsivoglia vantaggio dalla detenzione di dati personali.    

L’Italia non vuole la Polizia con l’IA

Il cloud server di Seeweb

Il più grande elemento di scontro nel Vecchio Continente, del resto, continua a restare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per le indagini di polizia. Simulatrice e acceleratrice di processi mentali umani, non è ormai non soltanto capace di identificare una persona tramite riconoscimenti biometrici in tempo reale. Come nel film Minority Report con Tom Cruise, gli scienziati ritengono che l’intelligenza artificiale possa arrivare a svolgere il ruolo di poliziotta predittiva: gli algoritmi calcolano le probabilità di un reato da parte di un particolare individuo in un dato posto.

In ballo, ovviamente, ci sono l’analisi dei big data e la potenziale violazione dei diritti fondamentali dell’uomo e la privacy di ogni singolo cittadino.

L’Italia, come Francia e Ungheria, ha voluto frenare l’attività di tracciamento dopo la verifica e identificazione istantanea in base a caratteri fisici e comportamentali distintivi. Cioè, identifico una persona e posso seguirla in ogni suo spostamento per analizzare tutto ciò che fa. Il Parlamento europeo, però, ha fatto escludere il divieto soltanto in tre casi: minaccia di terrorismo, ricerca di vittime e persecuzione di crimini gravi. Con tutte le possibili sfumature e interpretazioni del caso.

Seeweb: «Per contesti gelosi dei dati»

Antonio Baldassarra, Ceo di Seeweb

Seeweb, però, propone un’intelligenza artificiale che si fa gli affari suoi e non lascia aperte finestre a orecchie indiscrete. Lo ha rivendicato il suo Ceo Antonio Baldassarra a Milano, fin dove si è ramificata la “Cyber Ciociaria”, nel corso dell’evento “Intelligenza artificiale e business application” organizzato da Soiel International.

«È un tipo di utilizzo – ha racconta l’amministratore delegato di Seeweb – che sta riscuotendo particolare successo nell’ambito di contesti gelosi dei propri dati, come per esempio quello farmaceutico, finanziario e alcuni ambiti tecnologici. Siamo molto confidenti che questa nuova tecnologia possa risolvere il problema di molte realtà e una delle più grandi installazioni cloud in Italia è applicata proprio nell’ambito farmaceutico».

È proprio qui che parte la classica sfida tra Davide e Golia, tra l’audace pastorello e il gigante di turno. Per batterlo come nella storia biblica, però, serve creare un sistema di cloud server: fare rete tra intelligenze artificiali che non fanno piovere dati ovunque. «Nel nostro Paese – ha concluso il Ceo Baldassarrapossiamo fare spazio a modelli di sviluppo e addestramento dati protetti sul piano della riservatezza, tutelando il proprio business o le proprie attività di ricerca».

Gpu, l’assistente che fa un sacco di calcoli

Gpu Seeweb

Il cloud server Gpu Seeweb viene proposto per accelerare il lavoro con l’intelligenza artificiale. Non per sostituire l’uomo come sta già accadendo per via della mancanza di regole certe. È l’assistente artificiale che porta a migliorare la performance professionale del datore umano di lavoro, abbattendo tempi e costi.

Risolve calcoli complessi e gestisce task paralleli massivi. Approfondisce ed elabora grosse quantità di dati: «Massima potenza al costo più competitivo, permettendo di fare grandi quantità di calcoli, più velocemente».

Con un ulteriore vantaggio: «Un ambiente pronto all’utilizzo, con driver e sistema già configurati dai nostri ingegneri, banda pari a un gigabit per secondo, traffico compreso pari a un terabyte (mille gigabyte, Ndr), e un modello di utilizzo che ti permette di sfruttare il servizio Gpu anche per una o poche ore, all’insegna della flessibilità».