La mission di De Angelis: “Tutelare il modello Saf e riciclare il 100%”

Il neo presidente e il futuro di un'azienda che deve e vuole continuare ad affrontare nuove sfide: ambientali e di economia circolare

Una società che sia protagonista nel panorama della green economy e leader nella circular economy del Lazio: è l’obiettivo che si è dato Fabio De Angelis da pochi giorni nuovo presidente della Saf, la Società Ambiente Frosinone che ha in mission il ciclo dei rifiuti in Ciociaria. (Leggi qui: Fabio De Angelis presidente: chi vince e chi perde nella partita Saf).

Politicamente è espressione di Fratelli d’Italia: ha ricevuto però un’investitura ampia e trasversale. Che gli lascia le mani libere e gli fornisce un mandato senza vincoli politici. (Leggi qui: Cosa c’è dietro alle nomine della Saf e come si leggono nei partiti).

Presidente, che società ha trovato?

È presto per dare una risposta attendibile. Posso dire è che ho trovato validi professionisti, consapevoli delle sfide ambientali dei tempi di oggi e impegnati ad affrontarli. E’ con loro che lavorerò, già da domani, per dare le risposte che i sindaci attendono. 

L’assemblea dei sindaci ha approvato i bilanci del suo predecessore e gli ha fatto i pubblici complimenti.

Ogni presidente ha vissuto un’epoca ed una fase diverse. Cesare Fardelli guidò Saf agli albori, quando le tecnologie erano limitate; Mauro Vicano la guidò negli anni in cui si era affermata una sensibilità ambientale ed un’attenzione del tutto diverse da quelle in cui agiva il suo predecessore; Lucio Migliorelli ha operato in un momento ancora diverso. Oggi, l’opinione pubblica mondiale ha preso coscienza che la Terra è una e va tutelata e la Saf ha agito di conseguenza. Lo ha fatto realizzando una serie di progetti in accordo con il mandato dei sindaci. E proponendo i progetti Energia Anagni per l’abbattimento dei costi nella gestione della frazione umida con la produzione in house di metano e concime naturale per l’agricoltura. Ed il progetto a San Giorgio a Liri con il polo del riciclo delle materie prime. Progetti che saranno i primi dossier da approfondire a cura del nuovo management.

Cosa è la Saf della quale lei oggi si mette al timone e come la consegnerà ai soci fra tre anni a fine mandato?

Saf è un modello in Italia. Da pochissime parti esiste una società privata formata dai 91 Comuni che compongono la provincia più l’ente provincia stesso con la finalità di governare lo smaltimento dei rifiuti. Altrove, da questo modello, sono nate le grandi ‘pubblic utilities’ oggi quotate in borsa come Acea, Hera, Iren, A2A. Pensiamo ad A2A, nata dalle Province di Brescia e di Milano che oggi ha 13mila dipendenti, 23 miliardi di fatturato e decine di milioni di utili da distribuire sul territorio. Anche grazie all’economia circolare, al riciclo, alla trasformazione e produzione di energia da rifiuti. Tutto è alla luce del sole e le ecomafie non esistono. Noi non siamo né Milano né Brescia, non abbiamo quei volumi né quei numeri ma il modello da realizzare sarò lo stesso. 

Come sarà la Saf di Fabio De Angelis?
Una delle linee di lavorazione della Saf

Penso alla Saf come protagonista dell’economia circolare nella regione Lazio. La penso ammodernata nell’impiantistica con la valorizzazione del personale impiegato. Immagino una Saf che possa dare un servizio migliorato per qualità e costi. La Saf opera in un settore strategico per la qualità della vita e la salute dei cittadini e deve ispirare fiducia. Mentre, troppo spesso, le tematiche legate ai rifiuti vengono affrontate con toni allarmistici. Per questo, il suio percorso dovrà essere non solo tecnico e progettuale ma anche culturale. Penso alla Saf come ad un player regionale nel settore della green economy. Per fare questo, il modello SAF va protetto.

Da cosa?

Siamo chiari: la Saf è un asset strategico del territorio. E, contrariamente a quanto si pensa, fa gola a molti. Se i sindaci la mettessero sul mercato verrebbe comprata in una giornata. Ma poi il territorio ne perderebbe il controllo, i sindaci non avrebbero più il controllo delle scelte strategiche.

Una delle prime scelte che dovrete affrontare è quella per la discarica. Cosa farete?
Uno degli invasi della discarica di Roccasecca

Chiariamo subito una cosa: Saf non ha mai posseduto una discarica, non possiede una discarica e la sua missione non prevede la gestione di alcuna discarica. Saf prende i rifiuti prodotti nei Comuni, ricicla tutto il possibile, trasforma ciò che non è riciclabile in ‘carburante’ per il termovalorizzatore di San Vittore del Lazio, avvia i residui in discarica.

Ma una discarica vi serve.

La discarica è, ad oggi, un segmento necessario nel ciclo dei rifiuti. Lo sarà fino a quando non avremo impianti idonei a recuperare tutte le frazioni dei rifiuti. In questi anni la discarica utilizzata da Saf è stata quella privata della Mad: oggi è chiusa ed i rifiuti vanno fuori provincia. Una discarica serve, Ma dove e quando realizzarla è una scelta che non compete a Saf ma alla Regione, alla Provincia ed ai sindaci per le rispettive competenze.

C’è la possibilità di comprare Mad dove c’è un invaso nuovo , autorizzato ed inutilizzato.

Ripeto: la scelta non compete a Saf. Ad ogni modo, l’iter avviato dal presidente della Provincia Luca Di Stefano, con grande responsabilità e coraggio, porterà all’individuazione, insieme alla Regione, dei siti idonei. 

Il sindaco di Roccasecca ha detto ‘basta noi abbiamo già dato’.
L’assemblea dei sindaci Saf

Ed ha ragione, nessuno può dargli torto. Dal 2002 ad oggi Roccasecca ha scongiurato che la nostra provincia ed il Lazio precipitassero nell’emergenza. La mission che dobbiamo darci è proprio quella di fare in modo che nessun Comune debba più dire che ha dato, sacrificandosi per gli altri.

E come si fa?

Eliminando le discariche e riciclando il 100%. È una cosa che si può e si deve fare. Perché le discariche avevano una logica negli anni di Fardelli, quando i rifiuti erano un problema di cui liberarsi. Oggi non siamo più la Leonia, descritta da Italo Calvino negli anni Settanta, come metafora della società consumistica, dove ogni giorno si utilizzano cose nuove che si gettano in una mega discarica. 

Oggi i rifiuti sono nuova materia prima, una risorsa. Le leggi europeee ed internazionali favoriscono quei prodotti realizzati dall’economia circolare. Non possiamo continuare a sfruttare la Terra e ad inquinarla, sotterrando le cose dopo che le abbiamo usate. E’ il momento giusto per sfruttare le competenze e le tecnologie italiane, per volgerle verso una vera economia circolare; siamo sulla giusta strada. Sarà la sfida del mio mandato.