Cosa c’è dietro alle nomine della Saf e come si leggono nei partiti

Quello che non vi hanno detto. Né spiegato. Logiche, strategie e scenari alla luce dell'elezione del Cda a Colfelice. Con il rischio di erosione per l'asse tra Fdi e Carroccio

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Solo chi osserva in maniera superficiale le dinamiche politiche non ha capito che dietro la nomina del Cda della Saf avvenuta ieri, c’è molto di più. Una serie di elementi politici ben precisi che sono collocati al loro posto: nascosti tra le righe, visibili solo a chi osserva con occhio esperto.

Sono elementi che impongono adesso riflessioni profonde. In tutti i Partiti.

L’autoisolamento della Lega

Sara Battisti

Innanzitutto è in atto una operazione di “isolamento” della Lega. Che ha tutti i connotati dell’autoisolamento. Si è visto plasticamente ieri. Con tutto quello che ne deriva all’interno e all’esterno del Carroccio.

Per la verità, la Lega all’angolo ci si è messa, ancora una volta, da sola. Ora come in altre due circostanze: l’elezione del presidente della Provincia e le nomine del Cda dell’Egato dei rifiuti.

Si sta, di fatto, creando sul territorio provinciale uno schieramento politico. Schieramento che vede da un parte Fratelli d’Italia al completo con una parte di Forza Italia: non tutta ma solo quella che fa riferimento a Gianluca Quadrini e Daniele Natalia. Con loro c’è tutto il Partito Democratico (quanto con convinzione e quanto obtorto collo è altra questione: Sara Battisti sulla Saf li ha tenuti tutti insieme) e l’area civica del Presidente della provincia Luca Di Stefano.

Sull’altro fronte, sola e isolata c’è la Lega.

La favoletta dell’inciucio che non regge

Nicola Ottaviani (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Nemmeno regge più la favola, narrata ad arte, di non voler partecipare agli inciuci con altri partiti di centro sinistra. Non ci crede nessuno. Anche perché, quando i cosiddetti inciuci hanno fatto comodo anche alla Leg nessuno si è scandalizzato o strappato i capelli per sottrarsi a sottoscriverli. Anzi.

Vedasi gli accordi con Azione di Sardellitti/Vicano al turno di ballottaggio al Comune di Frosinone lo scorso anno. Vedasi pure la riunione a quattro nell’ufficio de presidente Luca Di Stefano subito dopo la sua elezione dicembre: presenti il coordinatore della Lega Nicola Ottaviani (da remoto), il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli ed il leader del Pd Francesco De Angelis.

La verità è che negli enti di secondo livello, le intese trasversali sono assolutamente fisiologiche e addirittura necessarie, se si vuole amministrare nell’ottica della condivisione delle strategie di governo del territorio. Enti di secondo livello nei quali la Lega non tocca mai palla. Con l’effetto, paradossale ed incomprensibile di regalare fattivamente la leadership del centrodestra. Circostanza così difficile da digerire per il Carroccio ciociaro: ma i numeri hanno la testa dura e stanno a favore di Fratelli d’Italia.

E l’onorevole Massimo Ruspandini generosamente ringrazia per tanta “cortesia” da parte del partito di Matteo Salvini.

Ruspandini “incassa” e ringrazia

(Foto © Stefano Strani)

Il deputato di Ceccano non ha dovuto fare altro che prendere atto della disponibilità della parte del Pd. Partito che portava in dote ben 41 firme di sindaci su 91 disponibili ed avrebbe avuto gioco facile ad individuare 5 ‘responsabili‘ con i quali costruire una maggioranza assoluta. Ma non lo ha fatto: Sara Battisti ha giocato la carta del dialogo trasversale con il quale blindare la prossima governance Saf. In modo da garantirle la tranquillità con cui gestire lo smaltimento dei rifiuti in maniera ottimale. (Leggi qui: Sara porta 41 firme alla battaglia per la Saf).

A Fratelli d’Italia è bastato analizzare lo scenario politico, esprimere l’indicazione di un possibile presidente dotato delle necessarie garanzie di competenza tecnica, politicamente radicato ma potabile per tutti. Poi si è messo comodo, con patatine e coca cola ghiacciata in mano, a godersi lo spettacolo. Magari, rileggendo qualche pagina del libro L’arte della guerra di Sun Tzu, che Ruspandini conosce evidentemente e memoria, specialmente il passaggio…“La miglior vittoria è quando l’avversario si arrende di sua propria iniziativa prima che vi siano davvero delle ostilità… È meglio vincere senza combattere.”

Un altro mito da sfatare sul Carroccio

Pasquale Ciacciarelli (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Nemmeno corrisponde al vero che molti sindaci civici abbiano spostato la loro polarità verso la Lega. I numeri ieri hanno dimostrato, inequivocabilmente, che non è così.  Anche questa è stata una narrazione di comodo, della vigilia.

I mugugni all’interno del Carroccio per come sono andate e gestite le cose, sono diversi. Con questa costante azione di isolamento o forse auto isolamento, la classe intermedia della Lega non avrà mai l’opportunità di crescere. Quelli che ad ogni elezione portano l’acqua e consensi per il Partito, e per chi è candidato, prima o poi vorranno avere anche loro, un po’ di legittima visibilità e tangibile gratificazione. Senza la possibilità di proporre i propri uomini negli enti intermedi, in particolare modo della provincia, diventa difficile tenere tutti calmi ed allineati.

E non è che alla Regione i posti sono tutti a disposizione della Lega. Anzi. Anche lì, Fratelli d’Italia sta cannibalizzando le nomine, in virtù del risultato elettorale. 
A meno che questa non sia una strategia voluta per “narcotizzare” il Partito e non far avere “grilli per la testa” a nessuno. La mancanza di intese tra Fratelli d’Italia e Lega, a lungo andare rischia di avere effetti potenzialmente dirompenti, nelle amministrazioni locali.

Ad Alatri, è già accaduto. FdI sta all’opposizione della Giunta di centrodestra. (Leggi qui: Terremoto FdI, sfiducia al capogruppo di Alatri).

Asse mancato FdI-Lega: cosa può succedere

Riccardo Mastrangeli

A Frosinone il Partito della Meloni potrebbe stancarsi di fare sempre la guardia pretoriana del sindaco. Attività di presidio sorveglianza e tutela assicurata finora da Fabio Tagliaferri che si è dimostrato leale oltre ogni misura con Riccardo Mastrangeli. Ma che forse spetterebbe ad altri partiti. 

A Cassino, dove si vota il prossimo anno, le prime avvisaglie di quello che potrebbe succedere tra Lega e Fratelli d’Italia si cominciano ad intravedere. Si rischia di minare la coalizione al proprio interno. Che poi, però, quando bisognerà votare per le Politiche e Regionali, magicamente, dovrà necessariamente ritrovarla quell’intesa. Ingenerando così il dubbio, che quando a candidarsi sono i leader di Partito, la coerenza viene sacrificata sull’altare delle elezioni.

Due domandine per Pompeo e per gli azzurri

Ma dopo ieri, le riflessioni non deve farle solo la Lega, ovviamente. Il Pd e Antonio Pompeo in modo particolare, deve prendere atto definitivamente che le carte in Provincia, quelle vincenti, le dà sempre e solo l’area di Pensare democratico. E che Sara Battisti è quanto di più lontano possa esistere dal ruotino di scorta di Francesco De Angelis ora andato a fare il Presidente Pd del Lazio. È stata lei ad impostare la strategia per la Saf, aggregare, tessere la tela e portare a casa il risultato: Lucio Migliorelli resta nel CdA e non con il ruolo di spettatore

Antonio Pompeo nel Pd è una risorsa. Capace di catalizzare 15mila voti alle Regionali. Ma la sua personale indole al gioco da solista anziché quello che porta a contaminarsi anche con il sudore degli altri, lo porta a non capitalizzare. La strategia che ha portato all’elezione del nuovo gruppo dirigente dl Pd Regionale ha riportato al centro del Partito il pluralismo. Pompeo è di fronte ad una scelta: proseguire su questo tipo di approccio basato sulla conta perenne oppure tornare all’unità interna. (Leggi qui: L’elezione di Foschi ed il nuovo segnale per la signora Schlein).

Gianluca Quadrini (Foto © Stefano Strani)

Anche Forza Italia deve interrogarsi, dopo le nomine alla Saf. Chi determina le strategie del Partito a livello provinciale? Si narra che Luca Di Stefano abbia preteso un placet dal coordinatore regionale Claudio Fazzone per validare la strategia di Gianluca Quadrini. Che – piaccia o no – da anni vince le elezioni grazie al voto di decine dei sindaci dei piccoli Comuni. Che alla Saf contano quanto quelli grandi.

Gianluca Quadrini però non ha un ruolo riconosciuto nel Partito. Ma di fatto detta la linea e adotta la strategia vincente delle alleanze, e porta a casa importanti risultati. Al tempo stesso, Rossella Chiusaroli viene nominata Coordinatore Provinciale, senza pre avvertire gli altri due sub commissari che fino ad un minuto prima lavoravano con lei. Sarà lei a rappresentare la Federazione di Frosinone al Congresso nazionale: non Piacentini, non Natalia; che lo hanno saputo da Alessioporcu.it. (Leggi qui: Clamoroso in Forza Italia: “spariscono” Natalia e Piacentini)

A tal fine, è bene ricordare, che i Segretari nazionali dei Partiti, vale per tutti i Partiti,  non badano mai alla forma, ma sempre e solo alla sostanza