Seeweb alla Camera: 10 misure contro l’impatto dell’AI sul lavoro

La società frusinate è stata audita alla Camera dei Deputati. Le 10 proposte di Antonio Baldassarra, Ceo del provider diviso tra Frosinone e Milano: protagonista nei servizi cloud per l’intelligenza artificiale. «Ci aspettiamo impatti sul mondo del lavoro, l’Italia tende a subire anziché produrre questa rivoluzione».

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

Per capire l’importanza della questione provate ad immaginare le tante tecnologie che fanno parte della nostra vita. Servono per migliorare le cose, consentirci di farle meglio e più in fretta. Un esempio banale: la calcolatrice al posto del pallottoliere; fa i conti in maniera più precisa e veloce. Le tabelle logaritmiche hanno accompagnato per decenni gli ingegneri ma con la calcolatrice è sufficiente pigiare un pulsante.

Torniamo ai giorni nostri. E al posto della calcolatrice mettiamo l’intelligenza artificiale. Serve anche lei per fare le cose meglio e più in frettaIl timore è che possa sostituirsi sempre più all’uomo: come nelle catene di montaggio; i maestri della fantascienza teorizzarono che si sarebbe sostituita all’Uomo nelle scelte più importanti.

Dieci proposte contro le disuguaglianze

Restiamo ai giorni nostri. Seeweb è una delle protagoniste nazionali nei servizi cloud per l’AI: nella sua webfarm di Frosinone c’è un pezzo dell’Intelligenza artificiale, sta in un capannone dove si può accedere solo se si poggia il badge sul lettore ottico, la telecamera scansiona l’iride, il sensore legge l’impronta digitale e tutte e tre coincidono con l’identità registrata. Seeweb ha proposto dieci misure alla Camera dei deputati. Vogliono combattere le disuguaglianze industriali e preservare il lavoro in Italia. Partendo dall’intelligenza artificiale. (Leggi qui: Gpu Seeweb, l’intelligenza artificiale che si fa gli affari suoi)

Le proposte sono state illustrate da Antonio Baldassarra, Ad del cloud computing provider, in audizione alla Commissione “Lavoro pubblico e privato” della Camera dei Deputati. «Ci aspettiamo impatti sul mondo del lavoro – ha messo in guardia -. Il nostro Paese tende a subire anziché produrre questa rivoluzione».

La presidenza della Commissione ha accolto favorevolmente quanto esposto e proposto. La frusinate Seeweb è una realtà ultraventennale divisa tra Frosinone e Milano: ha autorevole voce in capitolo. Ad oggi, quotata in borsa con il gruppo Dhh, è la principale fornitrice italiana di servizi cloud (sulla nuvola informatica) anche per l’intelligenza artificiale. Partecipa all’indagine conoscitiva della Camera sul rapporto tra IA (per dirla all’italiana) e mondo del lavoro.

Punto di partenza verso la giusta direzione

Particolare attenzione è rivolta all’IA generativa: «È l’incontro di due mondi, il machine learning (apprendimento automatico, Ndr) e quello dei dati – ha spiegato Baldassarrache in questo momento, però, sono in possesso di alcuni soggetti, ovvero pochi player a livello globale». C’è tutta la questione della privacy. Ai colossi del settore, già nei guai per perdite di big data, hanno contrapposto un’intelligenza artificiale molto più discreta. (Leggi qui Gpu Seeweb, l’intelligenza artificiale che si fa gli affari suoi).

Tra le dieci misure, ce ne sono tre richieste a gran voce: la regolazione di accesso e controllo dei dati input (in ingresso) usati per l’intelligenza artificiale; la prevenzione di distorsioni e concentrazioni del mercato da parte delle dominanti piattaforme extraeuropee; non da ultimo, il sostegno alle aziende italiane della filiera dell’AI.

«Da sole, queste misure potrebbero non essere sufficienti per affrontare tutte le questioni – fa presente Seewebma riteniamo che costituiscano un importante punto di partenza per andare avanti nella giusta direzione». Da qui le dieci misure contro le disuguaglianze e per la preservazione del mondo del lavoro in Italia.

Le prime cinque misure richieste da Seeweb

La sede frusinate di Seeweb

La prima misura è quella relativa alla regolamentazione. La seconda richiede maggiori poteri ex ante (a priori) alle autorità antitrust per affrontare le distorsioni. Tra le altre: le concentrazioni, l’acquisizione di startup AI, i contratti di fornitura esclusiva e le clausole di lock-in tecnologico, quelle per cui si paga la transizione da un provider a un altro.

La terza misura è la prevenzione della concentrazione del mercato con ostacoli all’estensione dei mercati ancillari. Con la quarta, si vuole il divieto di utilizzo dei “crediti cloud” sottoforma di voucher per l’acquisto di servizi cloud dai dominatori del web.

Il quinto punto rincorre un’indagine del mercato nazionale, come già accaduto in Francia e Regno Unito: semplicemente, un censimento delle aziende operanti nel settore, anche per parlare di competitività.

Altri cinque punti al centro del dibattito

L’Ad Antonio Baldassarra

La sesta misura è una commessa pubblica per lo sviluppo delle realtà italiane all’interno della filiera dell’intelligenza artificiale. Anche per i cloud provider, a tutela di sovranità digitale e cybersicurezza nel trattamento di dati critici e strategici. La settima richiesta riguarda l’individuazione di un certificato marketplace di servizi di AI.

L’ottava l’introduzione di programmi di educazione alle materie Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica). La nona, poi, la classica sburocratizzazione: la garanzia di procedimenti regolamentari e tempistiche in linea con l’evoluzione del mercato.

Come decima misura, infine, si richiede la riduzione delle soglie per la notifica e un ampliamento di soggetti e servizi ricompresi nella disciplina europea dei mercati digitali. «Segnatamente – si legge a riguardo – il Dma che non include il cloud e i modelli fondativi, e il Dsa per i sistemi di intelligenza artificiale in modo armonizzato con AI-Act di prossima pubblicazione». È la prima regolamentazione a livello europeo dell’universo dell’intelligenza artificiale.

Baldassarra: «Impatti sul mondo del lavoro »

«L’aspettativa – ha detto Baldassarra alla Commissione Lavoro della Camera – è che ci saranno degli impatti dall’uso di questa tecnologia sul mondo del lavoro a monte e a valle, sottolineando comunque l’aspetto positivo di tale cambiamento». Ha espresso preoccupazione sulla passività dell’Italia: «Più mercato passivo che subirà l’innovazione, invece che un attore principe che la produrrà».

Un aspetto rilevante questo «per capire se l’attività di formazione sarà mirata più a formare dei fruitori della tecnologia, o se bisogna mirare altresì, come auspicato, a formare dei “costruttori” del nuovo mondo dell’IA». Non si arresta la fuga di cervelli: «Questo tema va corretto, e uno dei modi è fornire una formazione di buona qualità, come già accade, stando attenti a non scivolare nel formare solo buoni fruitori di tecnologia, ma soprattutto costruttori di tecnologia».

La commessa pubblica, al contempo, sarebbe rivolta alla «crescita del substrato industriale del Paese, poiché negli ultimi anni abbiamo assistito ad una commessa pubblica che spesso ha preso la strada di tecnologie e prodotti di Paesi straniere, in molti casi neanche europei». Non mancano effetti sulla sicurezza fisica, logica e sociale. «L’IA ha la particolarità di produrre informazioni che possono essere inquinate – attestano – per cui è necessario non legarsi ad un oligopolio di sorgenti informative, ma avere una pluralità di fonti».

Col favore della presidenza della Commissione

L’Aula della Camera dei Deputati a Montecitorio

Dalla presidenza dell’XI Commissione della Camera hanno chiesto a Seeweb se l’Italia è così tanto in ritardo e se occorrono specifici corsi di laurea. Baldassarra, dal canto suo, ha reso l’idea con il noto OpenAi: il laboratorio di ricerca sull’intelligenza artificiale dell’omonima società.

«È stata disruptiva nella sua uscita, per cui per esperienza bisogna stare attenti a considerare i “giochi fatti” – così il Ceo di Seeweb – a l’importante è avere qualcosa da dire, in quanto la dialogia di mercato richiede una pluralità di domanda e offerta. Ci sono alcuni Paesi che consentono delle accelerazioni e altri che sono più inerziali, per cui bisogna lavorare su questo».

Seeweb, infine, crede molto nella formazione. «L’IA è una tecnologia abilitante, per cui molto orizzontale – ha concluso Baldassarra in Commissione – e abbiamo bisogno di grande specializzazione dal punto di vista dell’utilizzo. Parallelamente, dal punto di vista della creazione abbiamo bisogno di una cultura orizzontale».