Il sassolino di Fiorenza: contro Betta vince la polemica

ALBERTO SIMONE per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

Accuse, veleni, paragoni imbarazzanti e nessun chiarimento definitivo. Ognuno resta convinto delle proprie idee, nonostante un faccia a faccia di oltre due ore. La professoressa Fiorenza Taricone ha spostato la protesta interna all’Ateneo nella sala Restagno del Comune.

Ufficialmente per conoscere dal rettore che fine faranno le politiche antidiscriminatorie visto che c’è sempre meno attenzione alle pari opportunità. Ma in realtà si è trattato di un regolamento di conti dopo che la docente è stata sollevata dal suo incarico di presidente del Cudari (centro universitario diversamente abili), visto che dal primo novembre quando Betta si insedierà il centro sarà guidato dalla Tomassoni. Docente che insegna nello stesso dipartimento della Taricone, ma che la docente nel corso della conferenza riesce a non nominare mai.

A chi gli chiede se è preoccupata per la staffetta risponde: «Quando la Carfagna fu nominata ministro tutti dicevano che presto avrebbe acquisito competenze. Ma le competenze non si acquisiscono sulla pelle dei disabili». Una stoccata al vetriolo che probabilmente susciterà altre polemiche. Ma di collaborare, per mettere a disposizione le sue tante competenze, la Taricone non vuole proprio sentir parlarne. «Ho altri progetti. In primis un laboratorio dipartimentale per le politiche antidiscriminatorie: presto partirà un master che l’Uniclam non ha mai avuto e altri due progetti. Io ho sempre lavorato molto, non tutti lavorano allo stesso modo, per questo non voglio essere omologata».

Nel frattempo il rettore Giovanni Betta, finito sul banco degli imputati, prova a rendere chiaro alla pletora di associazioni del territorio convocate dalla Taricone un concetto che sarà il faro guida di tutta la governance: «Vince la squadra, non vince il singolo. Basta con la troppa personalizzazione».

La Taricone continua a ripetere che l’incarico alla Tomassoni è stata una cambiale politica, ma Betta risponde: «Io non ho fatto accordi con nessuno e ricordo che mi hanno votato in 200». Poi passa al contrattacco: «Non sono donna, non sono disabile, ma qualche fastidio cara Fiorenza lo hai causato anche a me che ho dovuto rinunciare a fare lezione visto che hai indetto la conferenza senza concordare nulla. Ma sono venuto per dare un segnale: l’attenzione su questi temi resta alta, anche senza la Taricone»