Discount Ciociaria: dove gli stranieri vengono a comprare le nostre fabbriche

 

di SILVIO FERRAGUTI
Imprenditore

 

 

Consentitemi una riflessione. Ma se la classe politica italiana, nazionale, regionale e locale, si impegnasse nel campo del “fare” con la stessa energia che profonde ogni volta che si profila un’elezione, qualcosa potrebbe cambiare?

Di più: se si mettesse in campo la stessa determinazione che si utilizza nel campo del presenzialismo, anche e soprattutto sui social network, le cose potrebbero andare meglio? A mio giudizio sì.

In questi giorni tutti ad esaltare i 2 milioni di persone che sono andate a votare alle primarie del Pd. A sottolineare la mobilitazione che c’è stata pure in provincia di Frosinone. Ma mi chiedo: alla gente normale interessa davvero? E soprattutto c’è un ritorno positivo e concreto?

Non mi sembra. I dati economici della provincia di Frosinone sono sotto gli occhi di tutti: 170.000 occupati e 140.000 iscritti ai centri per l’impiego. Su meno di 500.000 abitanti. Con un tasso di disoccupazione che è passato dal 7,5% del 2009 al 16,8% di adesso. Con un aumento esponenziale delle ore di cassa integrazione, ordinaria e straordinaria. E una disoccupazione giovanile al 42%. Per non parlare della percentuale del 29,6% dei cosiddetti Neet, quelle persone che cioè non sono inserite né in un percorso di formazione né in un contesto lavorativo. Perché sono scoraggiati, perché neppure lo cercano più un lavoro.

Da imprenditore vengo sempre più spesso invitato a corsi sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. Qualche giorno fa mi sono trovato a riflettere sul fatto che i luoghi di lavoro in questa provincia sono sempre di meno. Anzi, non ci sono.

C’è un fenomeno che sta capitando sotto il nostro sguardo, ma non riusciamo neppure a vederlo: non soltanto le multinazionali, ma anche le normali aziende straniere stanno facendo “shopping” nel nostro territorio.

Importanti realtà francesi ma anche turche rilevano le nostre aziende. Senza che nessuno si ponga neppure il problema. Perché in questi drammatici anni di crisi non ci sono state soltanto le imprese che hanno chiuso o le multinazionali che sono andate via. Ci sono state tante aziende che hanno abbandonato il territorio semplicemente perché qui non riuscivano ad essere competitive.

Il tutto, non mi stancherò mai di sottolinearlo, nell’indifferenza generale. D’altronde se in provincia di Frosinone le aziende pagano imposte elevatissime (penso all’Imu), se non hanno sgravi contributivi, se non possono usufruire di una rete infrastrutturale all’altezza della situazione, perché dovrebbero rimanere?

Intanto, i “caimani” stranieri sono in agguato, pronti a rilevare realtà importanti (oserei dire “storiche”) che vengono letteralmente svendute e per quale futuro? Non certo occupazionale.

Ma intanto presenzialismo alle stelle sui social network, loghi raffinatissimi, i “Mi piace” in quantità industriale.

La politica non fa altro che “truccarsi”, ma la realtà è quella descritta sopra. E non si tratta di una decrescita felice, ma di un dramma quotidiano.

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