Gloria e Marco, mandati a morire tra le fiamme di Londra da un’Italia fallita (di M.Galli)

Il dramma dei due ragazzi italiani morti nel rogo di Londra: ritratto di un Paese che non sa più offrire un avvenire ai propri giovani

Marco Galli

Sindaco di Ceprano

Avevo deciso di inviare un contributo diverso, ma guardando e riguardando la foto di Gloria e Marco morti a Londra ho deciso di scrivere queste poche righe, col pensiero rivolto alle loro famiglie.

Qualcuno dice che mettere in relazione la loro tragedia con la fuga di tanti ragazzi dal nostro Paese per cercare un futuro migliore dopo anni di studi, sia ingiusto perché si rischia di strumentalizzare questo dramma. Io ritengo che non sia così.

Quotidianamente apprendiamo dai giornali di polemiche politiche su qualunque cosa. Meno su quello che realmente servirebbe all’Italia.

Siamo indietro su tutto. La burocrazia continua a soffocarci; le infrastrutture non ci sono e dove sono state fatte creano ulteriori problemi, salvo eccezioni. La criminalità organizzata continua a divorarsi miliardi per la mancanza di normative efficaci che possano davvero ostacolarne i progetti. La corruzione inquina la politica e le amministrazioni dello Stato. La scuola è deprimente, così come la Sanità e i servizi pubblici in generale. Il fisco è un colabrodo. Nonostante anni di battaglie domina il clientelismo e continuano ad essere favoriti i somari, raccomandati, rispetto ai più bravi con un danno incalcolabile all’efficienza del Paese. Il lavoro, quando c’è, è privo di tutele adeguate e drammaticamente precario. La Giustizia non funziona e ci preoccupiamo di restringere sulle intercettazioni invece di rendere più rapidi i processi come avviene in ogni Stato democratico e civile del Globo.

La politica intanto ci ammorba con la legge elettorale che potrebbe essere proporzionale, maggioritaria, maggiormente proporzionale o proporzionalmente maggioritaria.

In realtà tutti cercano di far scegliere il meno possibile i cittadini, garantendo ai Capi e ai loro famigli e/o sodali un’elezione blindata. Si lanciano armi di distrazione di massa come lo scontro sullo “Ius soli”, che afferisce direttamente ai diritti civili ma, certamente, non sposterebbe di un millimetro la situazione economica del Paese.

E mentre accade tutto questo e l’Italia danza sull’orlo del precipizio, i nostri giovani, i migliori giovani emigrano in cerca di un futuro.

Una vergogna sulle spalle di chi ha amministrato questo Paese riducendolo alle drammatiche condizioni attuali. Il nostro futuro, il bel futuro quello che potrebbe assicurarci un’Italia migliore emigra perché la nostra indole truffaldina non può fare a meno di favorire, anche gli imbecilli, ma figli raccomandati di “papà”. Ci stupiamo se poi, su 73 miliardi di euro che l’Europa mette a disposizione dell’Italia per il periodo 2014/2020, solo 800 milioni sono stati utilizzati.

Non è l’Europa il problema, ma una classe politica cialtrona, affiancata da una classe dirigente altrettanto incapace. Abbiamo senatori e deputati assolutamente ignoranti, frutto di una legge elettorale folle costruita per tutelare i capi, che dovrebbero decidere le sorti di questo Paese, mentre i “110 e lode” fuggono per trovare una prospettiva di vita coerente con le loro sacrosante aspirazioni.

Qui cosa farebbero? Ingegneri pagati 500 euro al mese o anche mille euro sono lo spaccato di questa vergogna senza fine che sta uccidendo l’Italia e umiliando il futuro dei nostri figli.

Sono disgustato perché mi rendo conto che cambiare questa ignominia ora è impossibile. Non c’è tensione morale tra i cittadini, gli ideali sono stati seppelliti sotto milioni di spot e dalla presenza leader incapaci di uscire dal perenne slogan.

Hanno convinto la gente che la simpatia sia un elemento fondamentale della politica e, in questo contesto, sempre più inquietante appare il ricorso al “panem et circenses”.

Sono nauseato e mi sento responsabile per non aver saputo garantire ai nostri giovani una Italia diversa, più giusta, con meno pagliacci affamati di potere in giro e più politici onesti, competenti e per bene.

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