Latina, la città che a settembre spegne il mare (di L.Grassucci)

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Due signore con accento meridionale chiedono «Ma a Latina c’è il mare?».

Domanda difficile, impegnativa, che resti basito. Sì, c’è il mare, ma gli devi spiegare che qui il mare è come il televisore di casa, lo accendi quando ci sei, lo dimentichi oltre. Noi, noi a Latina, accendiamo il mare a marzo e a settembre lo spegniamo, e non c’è più. Resta uno schermo nero, tutto finito, non serve. Poi a marzo protestiamo per il bianco e nero che resta, per la “dimenticanza”.

Latina è città che “ha il mare come tv”.

Le signore hanno osato chiedere di più: «ma è bello». Beh, ha la duna e sta in un parco nazionale. Per esser bello lo deve essere ma noi mica lo sappiamo, in consiglio comunale a Latina del parco del Circeo non si è mai parlato, dal 1932 ad oggi mai, neanche una volta. Ora il Parco Nazionale sta facendo il suo piano di gestione e sviluppo, a Sabaudia incontri, dibattiti, consigli comunali a Latina? Nulla, nulla di nulla, non è affar nostro, non ci pensiamo, non vogliamo pensarci. Tutti a Latina dicono di amarla: una zanzara vola sul Vesuvio e noi a vantarci della nostra “malaria”, dell’”anofele”, ma nessuno osa sul mare, nessuno ipotizza sul parco nazionale. Abbiamo un corpo che disconosciamo, siamo figli di una “dimenticanza”. Finestra con Cervellati pensarono la città delle acque, ma dei canali mica del mare. Il parco nazionale era sostituto da porti e parchi si, ma tematici e senza tema. I democristiani amavano le terme, ma non il mare. Il mare di Latina è orfano, il parco nazionale è ignorato.

Siamo una città che rimuove, che non si conosce. Da anni non riusciamo neanche ad aprire un bar davanti al mare e il parco? Ma perché il lago di Fogliano sta a Latina?

Povera Latina, la tristezza di non sapersi. E’ settembre: spegniamo il mare.