Caro direttore,
rispondo all’appello lanciato dal tuo blog nell’articolo “Qualcuno salvi Montecassino”.
Frequento l’abazia da quando ero bambino. Mi accompagnavano i miei genitori: ho continuato a salirci negli anni perché è un monumento non solo alla fede ma anche alla cultura.
Molto di quello che noi occidentali siamo oggi lo dobbiamo ai monaci che salvarono testi fondamentali, agli abati che meditarono su di essi, ai padri della Chiesa ed ai filosofi che trovarono ispirazione tra quelle mura.
Dobbiamo difendere Montecassino. Non l’hanno cancellata le bombe, non sono riusciti ad eliminarla i saraceni e nemmeno i longobardi, anche dopo il terremoto è risorta. Montecassino non verrà scalfita nemmeno questa volta.
Abbiamo il dovere di dirlo a voce alta.
Facciamolo. Con un gesto semplice ma forte. Saliamo, tutti insieme, a Montecassino ed andiamo ad assistere alla Santa Messa che verrà celebrata dall’abate.
Sarà il modo più efficace per dire che il gregge non si disperde e che la Chiesa e Montecassino sono più forti di qualunque distruzione, materiale o morale.
Renato Ciamarra