Tutti i Partiti stanno già contando sindaci, consiglieri e preferenze ponderate sulle quali possono fare affidamento. Non esisteranno logiche di coalizione e anche all’interno ci sarà licenza di sgomitare. I leader non guarderanno in faccia nessuno.
Rossana Carnevale
Perché il voto ponderato degli amministratori locali può rappresentare il lasciapassare per una candidatura a Palazzo Madama o a Montecitorio. I leader locali devono dimostrare a quelli romani di avere molti amministratori dalla loro parte. E faranno di tutto
Lo scenario. Pompeo punta a “recuperare” Caperna e Sardellitti. Torna l’ipotesi delle due liste del Pd. La riflessione del centrodestra
Alle provinciali Lega e Fratelli d’Italia vorrebbero sfidarsi in campo aperto. Ma temono che il secondo posto possa rappresentare l’inizio di una resa dei conti micidiale. E allora si pensa ad opzioni alternative a quella della lista in autonomia. Il ruolo di Forza Italia e di Coraggio Italia.
Gruppo del Pd dimezzato, quello della Lega pure. E poi tante altre scosse di assestamento. Ora ci si prepara al rinnovo di dicembre. Due i temi caldi: la sfida tra Lega e Fratelli d’Italia e la lista del Pd. Ma tutto il resto non è…noia.
Nessun altro ente rende meglio i rapporti di forza nei partiti e nelle coalizioni. Il quadro di due anni fa è completamente cambiato. E il prossimo appuntamento segnerà la resa dei conti tra De Angelis e Pompeo e la rivoluzione nel centrodestra. Ecco perché.
L’ormai certo slittamento in autunno della tornata amministrativa avrà delle conseguenze politiche. Specialmente per i consiglieri provinciali. Ecco perché ci sperano tutti
Forza Italia divisa tra Fazzone e Tajani, nella Lega Ottaviani e Ciacciarelli parlano lingue diverse in attesa che Durigon dia indicazioni chiare. In Fratelli d’Italia la maggioranza sta con Ruspandini, ma Foglietta non si arrende. In queste condizioni è impensabile riunire il tavolo della coalizione.
La non belligeranza tra Fratelli d’Italia e Antonio Pompeo non piace a Nicola Ottaviani, Gianluca Quadrini e Sara Battisti. Quando si dovranno decidere le candidature a sindaco nei Comuni più grandi il tema verrà fuori.
Dalla presidenza della Camera di Commercio ai collegi parlamentari: la provincia di Frosinone sistematicamente secondaria rispetto a quella pontina. La causa principale è da ricercare nella divisione irriducibile all’interno di tutti i partiti. Con una classe dirigente priva di peso politico.
Proprio nel momento in cui il presidente Antonio Pompeo rilancia il ruolo dell’ente, i gruppi restano in letargo. Eppure non mancano gli spunti nella Lega, in Fratelli d’Italia e in Forza Italia. Mentre a sinistra potrebbe esserci il dialogo tra Pd e Italia Viva. Ma da tempo siamo nella stagione del letargo.
Le doppie dimissioni del consigliere Gianluigi Ferretti. In mattinata ha lasciato la Provincia e prima di pranzo si è dimesso dal Consiglio Comunale. Al suo posto entra Guglielmo Vecchi. Che già si prepara a passare dall’opposizione (in cui è stato eletto) alla maggioranza. Il che provocherebbe non pochi problemi
Provinciali, in campo anche l’ex capogruppo azzurro Gianluca Quadrini, il presidente d’Aula Luigi Vacana e la lista voluta da Alfredo Pallone