Ognuno la racconta a modo suo. Com’è normale che sia: chiunque l’abbia fatta, puzza talmente tanto che tutti ora tentano di nasconderla. E’ la questione Acea finita con il maxi risarcimento da 75 milioni che stiamo già pagando in bolletta: a quella somma bisogna aggiungere i 10,7 milioni previsti dalla transazione del 2006 e circa altri 53 milioni perché ancora una volta i sindaci non hanno determinato la tariffa aggiornata.
Il presidente della Provincia Antonio Pompeo ora dice che è arrivato il momento del confronto e di mettere fine alla fase dello scontro (leggi qui il precedente); il suo predecessore Giuseppe Patrizi ammette che una soluzione per non pagare i 75 milioni in bolletta c’era ma furono i sindaci a non volerla applicare perché sarebbero stati scontati con i canoni destinati da Acea ai Comuni e loro non si sarebbero trovati in bilancio quei soldi (leggi qui il precedente); il predecessore di entrambi, Antonello Iannarilli, dice che a conti fatti l’operazione da 75 milioni è convenuta (leggi qui il precedente).
Con la collaborazione di Severo Lutrario, che rappresenta una delle associazioni spontanee che si è sempre contrapposta ad Acea, abbiamo tentato di ricostruire le varie tappe della vicenda. Senza commenti, solo date, messe in ordine una dopo l’altra.
Lunedì 21 dicembre 2009
L’Assemblea dei Sindaci, presieduta da Antonello Iannarilli, con votazione unanime revoca il sistema delle tariffe in vigore dal 2007, dispone la restituzione agli utenti delle somme non dovute e stabilisce l’avvio della procedura per la risoluzione della Convenzione di Gestione sottoscritta con il gestore.
Giovedì 8 aprile 2010
L’Assemblea dei Sindaci stabilisce di applicare una tariffa provvisoria, in attesa che vengano definite le nuove tariffe. Da quel momento, paghiamo l’acqua sapendo che prima o poi arriverà un conguaglio con la differenza tra la tariffa provvisoria e quella definitiva.
Maggio 2010 Il giudice delle Udienze Preliminari di Frosinone Archivia l’inchiesta a carico dell’ex presidente della Provincia di Frosinone Francesco Scalia, ritenendo che non abbia commesso reati quando ha raggiunto e sottoscritto l’accordo del 2007 con Acea. L’accordo (in termine tecnico Transazione) chiudeva ogni contenzioso con Acea: riconosceva che i Comuni avevano indicato ad Acea cifre inesatte sulle quali era stato basato il bando di gara d’appalto vinto dall’azienda romana, individuava gravi inadempienze commesse da Acea. Chiudeva la questione, a conti fatti, con 10,7 milioni da dare ad Acea: non sarebbero finiti in bolletta ma sarebbero stati scontati scalandoli dalle somme che Acea doveva ai Comuni per gli affitti di acquedotti ed impianti vari. Prevedeva pure nuove tariffe dell’acqua: quelle revocate il 21.12.2009. Scrive il Gup nel provvedimento di archiviazione dell’inchiesta che le soluzioni adottate da Scalia erano pienamente corrette e conformi a quanto accaduto anche in altre province d’Italia; la Guardia di Finanza accerta che i conti fatti erano assolutamente precisi; la Guardia di Finanza accerta che le spese sostenute erano assolutamente regolari; la Guardia di Finanza accerta che non esiste nemmeno una telefonata tra l’allora presidente Francesco Scalia e funzionari o amministratori di Acea.
Mercoledì 15 dicembre 2010
Sono trascorsi 8 mesi ed i sindaci non hanno ancora stabilito la tariffa definitiva. Acea ATO 5 S.p.A. sostiene che a quel prezzo non riesce a garantire gli investimenti previsti negli accordi. Stanca di attendere i sindaci, Acea li diffida a definire le tariffe per gli anni 2006 – 2011 e a procedere alla revisione tariffaria per il triennio successivo
Lunedì 10 gennaio 2011
I sindaci si riuniscono in assemblea per definire la tariffa: al momento di prendere una decisione se ne vanno in molti e così viene a mancare il ‘numero legale’ cioè il numero minimo di presenti per poter ritenere valida la seduta
Lunedì 24 gennaio 2011
L’Assemblea dei Sindaci da mandato al Presidente e alla Segreteria Tecnica Operativa di predisporre le tariffe e di avviare le procedure per la risoluzione della Convenzione di Gestione sottoscritta con Acea Ato 5.
Venerdì 25 marzo 2011
Acea ATO 5 S.p.A. presenta ricorso al TAR di Latina: sta ancora aspettando dal 8 aprile 2010 che i sindaci stabiliscano la tariffa dell’acqua; Acea chiede al Tribunale Amministrativo Regionale di imporre ai sindaci la determinazione delle tariffe. Il ricorso si aggiunge ad un altro che Acea aveva già depositato: chiedeva 40 milioni di risarcimento per i danni subiti con l’annullamento delle tariffe del 2007.
Venerdì 22 aprile 2011
Con la sentenza n. 357 il TAR di Latina rigetta il ricorso di ACEA ATO 5 S.p.A. che aveva chiesto 40 milioni di danni ai Comuni dell’ ATO 5 per l’annullamento delle tariffe del 27 febbraio 2007. Nella sentenza, i giudici dicono che rigettano il ricorso perché i sindaci, il 21 dicembre 2009 quando annullarono le tariffe, non commisero irregolarità, avevano il potere di farlo.
26 giugno 2011
Con sentenza n. 529 il TAR di Latina, accogliendo il ricorso di Acea ATO 5 S.p.A. del 25 marzo 2011 intima all’Autorità d’Ambito di determinare la tariffe per gli anni 2006 – 2011 e di provvedere alla revisione delle tariffe anche per il successivo triennio. I giudici (ribadendo nel merito quanto contenuto nella sentenza 357) ed avvertendo che in difetto avrebbe provveduto a nominare un commissario ad acta.
Martedì 18 ottobre 2011
I sindaci si riuniscono per determinare la tariffa ma manca il numero legale e l’assemblea si riduce ad un nulla di fatto
Venerdì 21 ottobre 2011
All’Assemblea dei Sindaci manca nuovamente il numero legale
Sabato 22 ottobre 2011
L’Assemblea dei Sindaci boccia un’ennesima mozione per la risoluzione della convenzione sottoscritta con il gestore ed al momento di determinare le tariffe viene a mancare il numero legale
Martedì 25 ottobre 2011
Il Tar ha nominato un commissario per fargli decidere le tariffe dell’acqua al posto dei sindaci: è dal 8 aprile 2010 che i sindaci non riescono a decidere e si va avanti con le tariffe provvisorie. Il tar incarica il prof. ing. Roberto Passino.
Giovedì 22 dicembre 2011
Il governo, con la legge 214, sopprime il CO.N.V.I.R.I. e ne trasferisce le competenze all’Autorità per l’energia elettrica e il gas.
Giovedì 08 marzo 2012
Il commissario prof. Ing. Roberto Passino determina la tariffa provvisoria per l’anno 2012
Lunedì 04 giugno 2012
Il commissario prof. Ing. Roberto Passino rinuncia all’incarico.
Venerdì 20 luglio 2012
Viene firmato un Decreto con il quale il Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti attribuisce all’Autorità per l’energia elettrica e il gas e il Servizio Idrico, le competenze per determinare un nuovo metodo tariffario del servizio idrico in generale.
Lunedì 06 agosto 2012
All’Assemblea dei Sindaci manca il numero legale e non viene determinata la tariffa dell’acqua per il 2013
Lunedì 27 agosto 2012
All’Assemblea dei Sindaci manca il numero legale e non viene determinata la tariffa dell’acqua per il 2013
Venerdì 7 settembre 2012
Il TAR del Lazio nomina, come nuovo Commissario ad acta, il Presidente dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas “o funzionario da lui delegato”. Il Presidente AEEG delega il responsabile dell’Ufficio speciale Tariffe e Qualità dei servizi idrici ing. Egidio Fedele Dell’Oste
Mercoledì 24 aprile 2013
All’Assemblea dei Sindaci, presieduta dal commissario Giuseppe Patrizi subentrato ad Antonello Iannarilli, manca il numero legale e non viene determinata la tariffa dell’acqua per il 2013
Lunedì 29 aprile 2013
All’Assemblea dei Sindaci, presieduta da Giuseppe Patrizi, manca il numero legale
Giovedì 30 maggio 2013
Il commissario ing. Dell’Oste determina la tariffa per l’anno 2013. Soprattutto, quantifica il danno patito da ACEA ATO 5 S.p.A. per la mancata determinazione delle tariffe: 75 milioni di euro.
Tutto nasce il 21 dicembre 2009 con la decisione di impugnare le tariffe che erano state stabilite dal governo provinciale di Francesco Scalia. Il caos viene determinato dai sindaci che non hanno voluto determinare le giuste tariffe per il periodo 2006 – 2011 sulla base dell’allora vigente (sino al 2012) “Metodo normalizzato”: se i sindaci avessero applicato quel metodo Acea Ato 5 sarebbe stata messa di fronte alle proprie responsabilità. Sostengono le associazioni dell’Acqua Pubblica che «il coefficiente da applicare avrebbe portato la tariffa così in basso da determinare il fallimento del gestore).
Ma non è questa l’unica pecca da addebitare ai sindaci. Non hanno mai contestato in modo formale (cioè scrivendo uno straccio di raccomandata) ad Acea le sue inadempienze. In questo modo, tutti i commissari nominati dal Tar hanno dovuto ammettere che la gestione Acea Ato 5 in provincia era stata “perfetta”. Le uniche inadempienze erano state quelle contestate da Francesco Scalia che per questo aveva imposto una maxi multa.