La tattica democristiana del sindaco Daniele Natalia. Rinvia, allunga, come Penelope disfa la notte l'intesa intessuta di giorno. Per evitare che possano innescarsi guerre per l'assessorato lasciato libero da Pace
Ai ferri corti. Ad Anagni la lunga stagione di assenza dell’assessore ai Lavori Pubblici iniziata in città con l’uscita di scena di Simone Pace rischia di creare ancora scompensi in maggioranza. Soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra i due Partiti più influenti della coalizione capeggiata da Daniele Natalia, e cioè Fratelli d’Italia e la Lega.
L’unico dato certo, al momento, è il fatto che nella giornata di oggi è programmata, dopo un’assenza per motivi di lavoro del sindaco, la ripresa della litania di incontri, consultazioni e summit più o meno riservati che da più di due settimane sta caratterizzando la politica anagnina.
Ma, al di là delle (tante) parole e dei (pochi) fatti, la realtà rimane la stessa; il principale indiziato per la successione a Pace resta Enzo Ciprani, nel nome di una continuità con la stagione di Pace che era stata chiesta dallo stesso Pace nel momento del fatale passo indietro. Un’indicazione che però continua a non trovare sponde di legittimazione tra le varie anime della maggioranza di centrodestra. Un po’ per la ritrosia di alcuni ad accettare l’arrivo di una persona che tutto potrebbe simboleggiare meno che il rinnovamento e la discontinuità con il passato.
Tanto è vero che si continua a pensare anche ad un possibile ingresso di Ciprani in giunta, ma senza la delega pesante dei Lavori Pubblici, che potrebbe rimanere al sindaco. Voce però (pare) salutata con toni piuttosto alterati dal diretto interessato.
Un po’ perché il posto lasciato vuoto da Pace fa gola a molti nell’attuale maggioranza. Fa gola ad esempio a Riccardo Ambrosetti, il volto maschio ed autorevole (non autoritario, eh) della maggioranza. Che fatica ancor oggi a riprendersi dal fatto di essere rimasto fuori dalla giunta. E del quale si raccontano in questi giorni, le decine di incontri e telefonate praticamente con tutti, dal sindaco in giù. Tutto per lo stesso obiettivo; entrare in giunta.
Fa gola a Vittorio D’Ercole. Che continua a vedere nella delega ai lavori pubblici il naturale completamento della delega (già sua) all’Urbanistica. Tutti e due poi sarebbero, secondo le indiscrezioni che circolano, piuttosto contrariati dall’atteggiamento del primo cittadino, che avrebbe impostato un percorso lungo e fatto di rinvii ed attese democristiane, proprio per fiaccare le ambizioni di chi punta ad una poltrona più larga e autorevole.
Nelle ore scorse poi lo scenario si è complicato ancora di più. Con la voce, arrivata nel primo pomeriggio, di un possibile allargamento, nel gioco delle poltrone, anche alla lista dei Polo Civico. Che esprime già il presidente del consiglio Giuseppe De Luca. Ma che, nel gioco delle riassegnazioni delle deleghe, potrebbe invocare il mai tanto bistrattato manuale Cencelli e chiedere un ruolo in giunta, oltre che in presidenza.
E continua ancora ad avere qualche peso, nel totonomine, il ruolo di Gianluigi Ferretti, che viene sempre descritto come pronto e disponibile a passare dagli scomodi banchi della minoranza a quelli ben più vellutati della maggioranza.
Ovviamente, nell’esclusivo interesse della città.