Bondatti si dimette: via libera a Sordo

Maurizio Bondatti ha lasciato il direttorio del Partito Democratico di Anagni. È parte di uno sforzo per stabilizzare il Pd locale, in vista delle elezioni del nuovo Segretario. Il suo gesto serve a facilitare il dialogo ed offrire un terreno fertile al futuro Segretario. Che potrebbe essere Francesco Sordo

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

I dati anzitutto. Da qualche ora ad Anagni Maurizio Bondatti non fa più parte del direttorio del Partito Democratico. Ovvero, l’organismo che era stato creato per cercare di gestire il Pd (o quello che ne restava) dopo le dimissioni del Segretario Egidio Proietti. Arrivate, a loro volta, dopo la disfatta delle comunali del maggio scorso. Cosa significa questa mossa?

In soldoni, l’inizio delle grandi manovre per arrivare a dare stabilità ad un Partito da tempo precario sul territorio. L’orizzonte temporale è quello del 2028; lì non si intende fallire un’altra volta, come è capitato a maggio, con un Partito spaccato tra SiAmo Anagni e LiberAnagni (o, se si vuole, tra appoggio al candidato sindaco Alessandro Cardinali e sostegno al candidato sindaco Luca Santovincenzo).

Il passo per favorire il dialogo

Indispensabile quindi che il Pd arrivi a quella data compatto e solido. In grado di dare vita, stavolta, ad un’alleanza competitiva. Anche perché (è il ragionamento che si fa a livello provinciale) Anagni è una piazza troppo importante per considerarla persa, dopo gli schiaffi del 2018 e del 2023. Per farlo, bisogna dunque ricominciare da capo. Come?

Azzerando il campo e lasciandolo sgombro da paletti e buche nelle quali il prossimo Segretario della Sezione sia costretto a passare o rischi di inciampare. Va letta così la decisione di Maurizio Bondatti, che rappresenta un legame forte con un’area interna ben precisa. È quella che dialoga con Santovincenzo e lo considera un interlocutore naturale. Dimettersi non significa farsi da parte: significa rimuovere quel paletto ed offrire al futuro Segretario un campo potenzialmente senza condizionamenti.

Starà a lui, al nuovo Segretario, trovare un equilibrio, uno spazio ed un ruolo a tutte le sensibilità del vasto repertorio Dem. Compreso Maurizio Bondatti, compreso Luigi Vecchi, compresi i fratelli Tagliaboschi, compreso Vittorio Save Sardaro, compreso Egidio Proietti. L’architettura è quella dello scorso Congresso regionale che ha eletto Daniele Leodori Segretario e Francesco De Angelis Presidente: costruita in maniera unitaria sulle singole identità delle varie aree.

Insomma, si va verso un richiamo all’unità, all’allargamento ed alla necessità di ripartire da zero.

L’usato garantito

Francesco Sordo

Si, ma con quale Segretario? L’ufficialità non c’è ancora; ma le voci che da giorni parlano di un Partito che punta su Francesco Sordo sono sempre più forti. E sempre più caldo è il telefono dello stesso Sordo. Che, anche se formalmente continua a fare il Cincinnato ad Acuto, avrebbe già superato la fase del “no grazie” con cui aveva risposto alle prime chiamate in tal senso. E starebbe cominciando già a lavorare, se non da segretario ufficiale, da responsabile in pectore del Partito in città. Telefonando, ascoltando, tastando il polso e misurando la pressione a ciascuno dei protagonisti.

Con quale mandato? Allargare il campo e cercare di creare uno schieramento più largo possibile. Una missione che, inevitabilmente, porta a fare i conti con una questione spinosa; quella dei rapporti con il gruppo che fa riferimento ai Tagliaboschi. Come noto infatti, in quell’ambiente diversi elementi (tra cui Sandra Tagliaboschi e Luigi Vecchi) avevano scelto di non seguire il Pd ma Alessandro Cardinali in una lista civica.

Una scelta che aveva spinto la Direzione ad optare per il loro allontanamento per almeno due anni a norma di Statuto. Una questione che però non si pone. Perché non è mai stata posta né alla Federazione né ai probiviri. E non poteva in quanto la Direzione che ha votato per schierare il Pd con Luca Santovincenzo non poteva essere vincolante. Per una questione di numeri. Ecco perché nessuno ha sollevato la questione.

L’ostacolo Luca

Luca Santovincenzo

Un cavillo? Forse. Ma torna utile a tutti. Perché il punto è che non è più il momento di pensare a frazionare il campo. Come, a quanto sembra, hanno fatto capire a chi (come Vittorio Save Sardaro) pare continuasse a sollecitare una visione più ortodossa delle cose.

Un ostacolo in questo percorso potrebbe essere forse rappresentato da Luca Santovincenzo (che tra poche ore terrà una conferenza per annunciare i risultati dei suoi primi 100 giorni da consigliere d’opposizione). L’avvocato è da sempre esponente di una linea radicale, che potrebbe cozzare con l’idea di allargare il campo. E, soprattutto, l’esponente di LiberAnagni, sta già facendo capire  che è pronto a riprovarci nel 2028 , di nuovo da candidato a sindaco.

Una possibile grana; la prima che il nuovo segretario del Partito Democratico ad Anagni dovrà gestire appena eletto.