Nessun Risiko. Il futuro della Camera di Commercio di Roma verrà deciso o in tribunale o con un accordo tra le associazioni che al momento hanno la maggioranza. La vittoria giudiziaria ottenuta in queste ore di fronte al Tribunale Amministrativo Regionale dal presidente di Unindustria Maurizio Stirpe (leggi qui il precedente) non stravolgerà gli equilibri. Ma potrebbe spalancare la porta del dialogo tra le associazioni, chiusa la scorsa estate sul nome del presidente Lorenzo Tagliavanti.
Cosa era accaduto la scorsa estate. C’era stata una spaccatura verticale: il blocco con le piccole e medie imprese di Federlazio e gli artigiani di CNA da un lato; gli industriali di Unindustria, Acer e Confcommercio dall’altra. I primi avevano schierato il nome di Tagliavanti per la presidenza della Camera di Commercio di Roma, snodo fondamentale per economia e impresa su Roma Capitale. I secondi avevano detto no per una questione di merito: Tagliavanti – dicevano – è incompatibile in quanto è il direttore di Cna ed ha ricoperto incarichi per l’ente camerale, il che non gli consente di ricoprire quel ruolo.
Sullo sfondo c’era anche una questione di pesi politici e di equilibri: l’alleanza tra tutte le altre sigle rischiava di mettere in secondo piano Unindustria. Che fino alla fine ha fatto sentire il proprio peso.
Il ricorso vinto di fronte alla III Sezione del Tar dall’associazione di Maurizio Stirpe gli assegna una grossa vittoria di principio. Unindustria ora potrà sostenere “Ve lo avevamo detto che non si poteva fare”.
Me non gli assegna grossi spazi di manovra politica per ribaltare il risultato. CNA e Federlazio l’estate scorsa avevano una maggioranza di 31 a 25 che ora è cresciuta fino a 33 a 23. La sentenza butta giù Tagliavanti ma non la maggioranza che lo ha eletto.
La rotta è già tracciata: in queste ore, a Roma la linea che sta passando è quella di presentare ricorso al Consiglio di Stato per impugnare la sentenza; se anche l’Appelloi dovesse dire che Tagliavanti è incompatibile allora verrà designato l’attuale presidente della Confederazione Nazionale dell’Artigianato di Roma.
Ma Unindustria a questo punto potrà decidere se sanare la frattura. Risolta la questione di principio, incassata la ragione data dal Tar, Maurizio Stirpe potrà mettere in campo la linea che riterrà più opportuna: ricompattare l’asse con le associazioni e votare il nuovo presidente (a condizione che ne ricorrano le condizioni di legittimità e di condivisione del nome) oppure rimanere fuori dalla giunta camerale romana.