Faccia a faccia questa sera tra il sindaco Bassetta ed il Pd: il partito non ci sta ad essere scavalcato. Come è accaduto per il Consiglio sulla Sanità.
Un incontro urgente. Già per stasera, se possibile. Per fare il punto sulla situazione; e per cercare di mettere una pezza. Sperando che non risulti peggiore del buco. È quello che ad Anagni, secondo le indiscrezioni che circolano in città, avrebbero chiesto ieri al sindaco Bassetta i consiglieri comunali del Partito democratico.
L’idea è quella di cercare una soluzione ed un modo per andare avanti, dopo la clamorosa assenza di tutto il gruppo del Partito Democratico al consiglio comunale sulla sanità tenutosi nella Sala della ragione martedì sera. Un’assenza che, con quella di Progetto Anagni, paradossalmente, è diventata il vero centro della discussione, sia durante il consiglio, sia nelle ore successive.
A quanto è dato sapere infatti, i consiglieri piddini avrebbero disertato non solo, come hanno scritto nella nota divulgata pochi minuti prima del consiglio, per non concedere un facile bersaglio alle proteste strumentali che, appunto, ci sono state in sala. Ma avrebbero anche voluto protestare, in questo modo, direttamente contro l’atteggiamento del primo cittadino. Che, sembra, non avrebbe condiviso con nessuno la decisione di tenere il consiglio.
Bassetta insomma, avrebbe fatto tutto da solo. Un modo di fare che in tanti in maggioranza considerano ormai tipico. Che rimproverano al sindaco. E che, evidentemente, comincia a non essere più tollerato. Tanto da far pensare al PD locale di mandare un segnale. Un modo per dire chiaro e tondo: “o ci coinvolgi davvero nel tuo operato, o la prossima volta potremmo replicare”.
In ballo ci sono parecchie cose. La necessità di risistemare gli equilibri con Progetto Anagni (assente anch’esso quasi del tutto martedì sera), anzitutto. Poi, la volontà di definire bene il ruolo e la dimensione dell’ assessore Alessandra Cecilia.
Insomma, un quadro da ricomporre. Ovviamente, prima di chiedere l’incontro al sindaco, ci sarebbe stato uno scambio di telefonate con i vertici provinciali e regionali del Partito. Che, anche se a denti stretti, avrebbero dato il loro assenso.
Un segnale anche questo punto del fatto che, evidentemente, il Partito Democratico non scommette più a scatola chiusa sul colonnello. E gli esiti, a questo punto, possono essere imprevedibili.